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Il 2015 è stato anche l’anno di Smart 3.0

In Italia è stata chiamata generazione Smart: una definizione che include tutti coloro che si sono votati alle dimensioni micro di un veicolo che assicura slalom impensabili ed agili negli spazi urbani e metropolitani, ed estrema facilità nel reperire abbastanza spazio per il parcheggio.
Il 2015 è senza dubbio stato l’anno della Smart 3.0, ossia del debutto della terza generazione di questa micro auto nata in collaborazione tra Mercedes e Renault, e che stavolta assume in maniera molto più netta l’aspetto di un’auto vera a tutti gli effetti, pur restando invariabilmente cortissima.

Questa volta è visibile un vero cofano, a creare lo stacco tra il parabrezza ed il muso; ai suoi fianchi i fari si fanno più accattivanti, ed ha un aspetto estetico più “maturo” e meno di rottura.
Le sue caratteristiche di agilità le conosciamo bene… è rimasta la possibilità di fare dietro front nello spazio di una mattonella, se incolonnati in una coda interminabile: quasi 7 metri di diametro di sterzata, e l’inversione ad U è completa!

Smart ha inizialmente debuttato con l’unico motore 3 cilindri con 3 differenti potenze, 60, 70 e 90 cavalli, trascurando tutti coloro che si erano abituati al cambio automatico. Il twitronic da 6 rapporti è un optional che è stato proposto solo in un secondo momento, e solo nella versione da 70 cavalli, ma presto arriverà anche per la versione più potente.

I destinatari sono sempre gli stessi: utenti dalla tasca abbastanza gonfia (costa di più di molte utilitarie di segmento B!) che vogliono muoversi in libertà nel tessuto urbano, sapendo anche di essere al sicuro grazie alla cellula tridion; per loro, Smart ha anche ritoccato gli assali e le sospensioni, aumentando il comfort anche su superfici sconnesse.

La novità è stata il debutto in contemporanea con la versione ForFour, la quattro posti per chi vuole un po’ di spazio in più!

Nuova Ford Focus, le ragioni di un successo mondiale

È una world car consumata e dal devastante impatto su quasi tutti i mercati: parliamo della Ford Focus, che quando non è la più acquistata si piazza comunque sempre sul podio.

Nel corso del 2015 è andata finalmente in circolazione la sua terza generazione, che ha beneficiato di un restyling volto a renderla più “morbida” nelle linee pur con una nuova impostazione generale più aggressiva del suo frontale. La grande “bocca” trapezoidale, ossia la griglia, è sormontata ora da un cofano molto più scolpito: a guardarla “in faccia”, la nuova Focus si presenta inoltre più bassa e larga, e quindi ancor più grintosa!
Non è una vera rivoluzione però, e l’aspetto viene infatti ingentilito dalle numerose cromature volte a stemperare la cattiveria e mantenere l’aspetto rassicurante di world car adatta anche all’uso familiare.

I ritocchi sono stati molto più cospicui sul fronte degli equipaggiamenti, alcuni iper tecnologici come il parcheggio semiautomatico o l’assistenza elettronica anti collisione, ed un controllo elettronico della stabilità – nome in codice Esc – che include una grande novità, un sistema che controlla e previene il rischio di slittamenti e sbandate nei cambi di direzione. Enhanced Transitional Stability, questo il suo nome, e la nuova Ford Focus è in assoluto il primo veicolo in Europa a montare un sistema del genere.

Non poteva mancare nella gamma dei motori il vero gioiello di casa Ford, l’Ecoboost 1.0 da 3 cilindri con Stop&Start: un motore che eroga 100 cavalli pur mantenendosi su consumi medi eccellenti, 21,7 km/litro, ed è già in linea con la normativa Euro6.
Se tanti, in Europa e non solo, scelgono Ford Focus, vi abbiamo appena fornito una serie di motivazioni che ci sembrano più che esplicative!

Opel Karl piace per stile e comfort

Cosa si sono messi in testa alla Opel, di inserire l’intero albero genealogico nella nomenclatura della gamma? La domanda sembra lecita, perché alla futuristica Opel Adam ha da qualche tempo fatto seguito la Opel Karl: la prima prendeva il nome dal fondatore, mentre la seconda da uno dei suoi 5 figli, ed è da alcune settimane disponibile dopo aver rimpiazzato l’Agila.

Si tratta di una strategia ben precisa che, pur proponendo modelli altamente tecnologici e dal design realmente poco convenzionale, vuol mantenere per loro una dimensione familiare per dimostrare che sono davvero rivolte a tutti.

Opel Karl è una versatile utilitaria che di spartano non ha nulla: le sue dotazioni tecnologiche non hanno nulla da invidiare a modelli dalla stazza (e dal costo!) ben maggiore, perché includono ad esempio Hill Assist, ovvero l’assistenza per partenze in salita, ed anche i sensori che indicano se si sta mantenendo la carreggiata. Non poteva poi mancare il Cruise Control, oltre ad una spiccata attitudine all’infotainment di bordo, ma due vere chicche sono lo sterzo che si “ammorbidisce” in caso di manovre troppo impegnative, ed il dispositivo che permette di riscaldare i sedili in caso di freddo intenso.
A quanto pare anche in casa Opel hanno compreso che le utilitarie non sono più, per il pubblico, sinonimo di “rinuncia”, ma anzi per piacere devono avere a bordo equipaggiamenti adeguati al desiderio di comfort.

Questa city car di Opel sembra quasi essere pensata su misura per un mercato come quello italiano, nel quale storicamente le piccole hanno un ruolo di primo piano. Le sue dimensioni compatte, appena 3,68 metri di lunghezza, la rendono molto appetibile specie in abbinamento con il peso ridotto, inferiore alla tonnellata, il che la rende molto agile e maneggevole. A ciò si aggiunge un motore 1.0 da 3 cilindri che sorprende per lo scatto, grazie ai 75 cavalli erogati, ma fa davvero sorridere in fatto di consumi e di emissioni: si tratta dell’unico motore proposto, anche se è stata già annunciata la versione GPL, divenuta ormai prassi specie per le piccole.

Opel Karl ci piace davvero molto, anche per l’eleganza della sua linea, la cura dei dettagli ed il buon comfort generale, non solo di guida ma anche di bordo!

Suzuki Celerio, un low-cost di qualità!

 

Anche i marchi generalisti ed i costruttori con un nome affermato sul mercato internazionale si sono negli ultimi tempi cimentati nel lancio di modelli più “spartani”, le cui dotazioni sono realmente ridotte all’osso e che puntano sull’essenzialità per allettare anche un pubblico di più giovani con prezzi concorrenziali senza rinunciare ad una qualità di base.

Il terreno è stato inaugurato in tempi recenti dalla Nissan, con l’ultima generazione della Micra, ma le ha fatto seguito un altro marchio giapponese, Suzuki, che con la sua piccolissima city car Celerio strizza l’occhio a chiunque sia disposto a fare a meno di fronzoli e sfizi di bordo pur di pagare meno di 9.000 € per la propria vettura!
Per farsi un’idea, Celerio non dispone nemmeno della regolazione in altezza del volante, e dimenticatevi di lettore CD o aria condizionata.

A bordo, 4 passeggeri stanno abbastanza comodi, mentre un eventuale quinto sarebbe davvero molto sacrificato: una abitabilità “dignitosa”, ma senza svolazzi.
La linea di Celerio è molto più contemporanea di quella della Suzuki Alto di cui ha preso il posto all’interno della gamma, ed in più, rispetto alla precedente city car, può vantare un bagagliaio raddoppiato.

La morigeratezza di Suzuki Celerio si manifesta anche nel propulsore, un 3 cilindri (ormai diventato regola!) da 68 cavalli, capace di consumi molto ridotti: 24 km/l, mantenendosi ai 90 km/h!
Naturalmente non ci si deve aspettare chissà quale spunto dalla Celerio, che riesce anche a mantenersi “silenziosa” ma a regimi più alti diventa un po’ più rumorosa.

La tendenza è insomma definitivamente invertita, ed anche i marchi più blasonati, dalle riconosciute capacità tecniche, stanno proponendo veicoli low-cost ai quali mancano i lussi ma certo non la solidità e l’affidabilità!

Nuova Twingo, nuova vera rivoluzione!

Con la sua Twingo, Renault rivoluzionò nel 1993 il Segmento A delle city car, inventandosi la mini-monovolume, un’auto che ha scavalcato il secolo ed è diventata una specie di icona della praticità urbana in spazi ridotti.

Dopo una seconda generazione, introdotta nel 2007 senza grandi innovazioni ed anzi con un progetto molto più convenzionale (e forse per questo dallo scarso successo), nel 2014 si è compresa la necessità di rompere nuovamente tutti gli schemi, e piuttosto che ispirarsi alla prima Twingo reinterpretandola in chiave moderna, in casa Renault hanno approvato un progetto stilistico “dissidente” e di totale rottura.

La vera ispirazione per la Nuova Twingo va infatti ricercata ancor più in là nel passato, perché si rifà alla mitica R5 Turbo che infiammò gli anni ’80, in particolar modo per l’aggressività dello stile e l’imponenza della sezione posteriore.
In sostanza Nuova Twingo è una city car dalle spalle davvero larghe, e con una rivoluzione che parte proprio dal posteriore, dove non troviamo solo la trazione ma anche lo stesso motore, precisamente sotto il bagagliaio.
Certo, con questa mossa si sacrifica un po’ di spazio di carico, ma del resto questa Nuova Twingo è pensata principalmente per spostamenti urbani e compensa questa riduzione della “stiva” con il carattere brioso degli interni.

Soffermandoci poi sui motori, va sottolineato che in gamma troviamo solo i 3 cilindri, da 900 e da 1000, con il primo addirittura più scattante grazie ai 90 cavalli turboalimentati.

Per chiudere il cerchio in merito alla sua agilità anche in spazi stretti, va segnalata l’ampiezza di sterzata nonostante i quasi due metri e mezzo di passo, quasi come se fosse una Segmento B.
Nuova Twingo, con tutte queste caratteristiche speciali (non dimentichiamo che è una 5 porte di soli 3,60 metri) ha tutte le carte in regola per lottare ai vertici delle classifiche di vendita del suo segmento!

Il carisma di Nuova Toyota Yaris

Quando sul finire degli anni ’90 Toyota invase l’Europa con la Yaris, la soprannominò “il piccolo genio” ed in effetti fu una vettura geniale e di rottura degli schemi che ha scavalcato il millennio con un successo crescente anche per i suoi restyling.

A crescere sono state anche le misure, al punto che oggi la “generazione 3.5” di Yaris è lunga quasi 4 metri ed è quindi ben distante dal poter essere definita semplice city car, ma ha acquisito numerosi pregi in fatto di comfort di bordo e personalità.
La comodità dell’ultima versione fa pensare quasi ad una berlina, per sfidare al meglio le concorrenti, e questo restyling è molto più di un semplice make-up perché oltre 1.000 componenti sono state interamente ridisegnate.

Spicca senza dubbio il frontale con la firma ad “X“, che abbiamo imparato ad apprezzare sulla nuova Toyota Aygo: si tratta di una conferma di un family feeling molto intrigante e grintoso, che rende immediatamente riconoscibile la Yaris.
A proposito, a bordo c”è anche un po’ di Italia e la cosa non ci dispiace affatto: il suo design è infatti stato firmato da Elvio D’Aprile.

Quanto ai propulsori, la Nuova Yaris ne propone 4, tra cui la nuova versione rivista e corretta del 3 cilindri che è stato reso meno rumoroso con una riduzione delle emissioni ed anche più economico, specie se abbinato allo Stop&Start.

Non sarà più “piccola”, ma Yaris resta sempre una vettura geniale!

La generazione Smart si rinnova e migliora

Fin dal suo lancio la Smart ForTwo ha totalmente rivoluzionato la mobilità urbana: merito delle dimensioni che non si erano mai viste prima, che hanno permesso tra le altre cose il sorgere di un’abitudine scorretta quanto intrigante nel traffico cittadino come il parcheggio di traverso; e merito anche del diametro di sterzata, per quella che si è rivelata un vero nuovo concetto di auto.
Queste caratteristiche l’hanno trasformata in una icona postmoderna, al pari della sorella maggiore a 4 posti ForFour, giunta sul mercato pochi anni dopo. Oggi questi due veicoli vengono interamente rinnovati, assumendo un carattere ancora più seducente.

Partiamo dalla più piccola, la quale si presenta con misure invariate (2.69 x 1.66 metri) ma con nuovi allestimenti molto più colorati e divertenti, e soprattutto con un muso totalmente nuovo che permette anche più spazio a bordo.
La rivisitazione non tarderà a fare proseliti, del resto il lancio è previsto a novembre anche per la ForFour, che stravolge ancora di più il concetto di partenza e adesso si presenta molto di più come una vera Smart, ma con due posti in più. Appena 3.49 metri di lunghezza e la stessa larghezza della “sorellina”, oltre al diametro di sterzata di 8.65 metri, rendono questa nuova versione altrettanto performante nelle congestionate strade metropolitane.

Per quanto riguarda le motorizzazioni, si parte con un aspirato 1.0 da 71 cavalli ed un Turbo 900 da 90, entrambi a 3 cilindri, ai quali in seguito di aggiungerà una versione con meno cavalli in linea con le normative per i neopatentati; debutta inoltre il cambio manuale a 5 rapporti, che va ad affiancare quello automatico Twinamic.
Gli allestimenti in listino saranno 5, ma già partendo da quello più “spartano”, lo Youngster, si troverà un’eccellente varietà di equipaggiamenti: il tutto a partire da 12mila euro circa, con appena 650 euro di differenza tra ForTwo e ForFour a parità di condizioni.
Si sentiva realmente il bisogno di una rinfrescata su questo fronte, specialmente in Italia dove la generazione Smart ha attecchito praticamente da subito.

Tre gemelle, ma ora sono inconfondibili!

Ci siamo abituati a considerarle gemelle, perché differivano solo per il marchio e per piccolissimi dettagli della carrozzeria: parliamo ovviamente di Citroën C1, Toyota Aygo e Peugeot 107. Dal loro primo lancio sono trascorsi 9 anni, ed oggi la collaborazione tra il colosso Toyota ed il Gruppo PSA è giunta ad una nuova fase, con il restyling contemporaneo di queste 3 sorelle che nel tempo hanno saputo conquistarsi un nutrito pubblico di clienti anche abbastanza eterogeneo quanto ad età, proprio per le caratteristiche di robuste cittadine di segmento A.

Questa generazione però, pur essendo composta per circa il 90% da una struttura praticamente identica, ha puntato maggiormente sulla precisa identità di ciascuna vettura, con differenziazioni rese molto più evidenti.
Peugeot ha compiuto il passo più “audace”, dal momento che ha cambiato anche il nome, evolutosi da 107 in 108: una scelta in linea con la nuova strategia di nomenclatura del marchio francese, il quale ha puntato su un frontale dal riconoscibilissimo “family feeling” e su una pressoché infinita gamma di personalizzazioni, con oltre 5mila combinazioni possibili tra colori, interni, decorazioni e persino carrozzeria, grazie alla versione cabrio denominata “TOP!“.
L’altra francese, la Citroën C1, è stata invece personalizzata in maniera meno “trendy” puntando per il frontale su un aspetto sbarazzino e quasi buffo, risultando allegra e simpatica. Più estrema invece la Toyota Aygo, che si distingue per la grande X sul frontale, una scelta eccentrica che sembra voler strizzare l’occhio ad un pubblico al di sotto dei 30 anni.

Come detto, dal punto di vista tecnico e strutturale le tre vetture sono impossibili da distinguere: è quel 10% di dettagli “sovrastrutturali” e di carrozzeria a dal loro personalità molto più marcata rispetto alla precedente generazione.
La sede di produzione è unica, lo stabilimento di Kolin in Repubblica Ceca, mentre su tutte e tre è montato il motore 1.0 3 cilindri Toyota in grado di fornire ottime prestazioni in città ma anche di disimpegnarsi al di fuori del contesto urbano. Peugeot e Citroën hanno voluto però inserire in gamma anche un loro 3 cilindri da 1.2 più scattante grazie agli 82 cavalli (rispetto ai 69 del Toyota).

Un punto di forza delle due francesi, che sfidano non solo la Panda ma anche la 500 Cabrio, è dato dalle portiere, che possono nel loro caso essere 5 anche sulla versione decappottabile, caratteristica non presente sull’italiana.
Aspettiamo ora di scoprire come reagirà il pubblico del segmento A a questa nuova invasione di gemelle!

Ford EcoSport, aspetto da “dura”

All’incessante festival dei SUV compatti, che secondo una nomenclatura ormai di uso comune vengono definiti crossover, non poteva mancare un marchio come Ford, ben consapevole della costante crescita di questo segmento nel quale non era furbo essere rappresentato dalla sola Kuga.
E così è stata progettata una vettura dall’identità ancora più definita come Ford EcoSport, perfettamente in linea con lo stile ed il design già ben noti del marchio dall’ovale blu, sul quale si sovrappone però un look molto off-road da fuoristrada compatta. Per intenderci, si tratta di ciò che abbiamo visto di recente su Peugeot 2008, con tutti i necessari distinguo del caso!
Per comprendere meglio la qualità di questo progetto, vi diciamo subito che il look da fuoristrada è esaltato da un dettaglio esteriore, quella ruota di scorta collocata sul portellone posteriore: senza di essa, Ford EcoSport misura 4 metri giusti, una compattezza che svela però un abitacolo di sorprendente comodità per tutti i passeggeri, sia in altezza che in lunghezza.
Se proprio vogliamo fare un paio di appunti ad EcoSport, questi riguardano la plancia per nulla innovativa con soluzioni già viste nella gamma Ford, e l’apertura laterale del portellone, dettaglio che in città può risultare alquanto scomodo.

Venendo alle motorizzazioni, anche su questo modello Ford punta decisa al downsizing perché monta l’EcoBoost 1.0 da 3 cilindri, ma viene ovviamente proposta anche con il turbodiesel TDCi 1.5, pensato per chi effettua lunghe percorrenze.
C’è in realtà anche un altro motore benzina 1.5, più tradizionale con i suoi 4 cilindri: si tratta dell’unico che monta il cambio automatico Powershift.
Non prevista la trazione integrale, per cui nonostante il suo look “duro” da off-road, Ford EcoSport si conferma veicolo che privilegia la guida su strada: lanciata in questo primo trimestre del 2014, staremo a vedere come si comporteranno gli automobilistial momento della scelta tra questa e le sue principali rivali quali Renault Captur e Peugeot 2008.

Hyundai i10 cresce ed accontenta tutti

La progressiva eliminazione della sensazione di low cost avanza senza esitazioni su tutta la gamma Hyundai, coinvolgendo anche la “piccola” di casa, quella i10 giunta alla seconda generazione e che è cresciuta sotto tutti gli aspetti. Il look si è fatto molto più sbarazzino e gradevole, dimensioni ed abitabilità, oltre alla capienza del portabagagli, sono aumentate; le rifiniture a bordo non sembrano quelle di una city car da 3,67 metri, specialmente se si sceglie il più “ricco” dei tre allestimenti, chiamato Style.

Come motori troviamo anche su i10 un ormai immancabile 3 cilindri, sintomo di una corsa al downsizing che Hyundai, per le aspirazioni europee che ha messo in campo, non poteva non intraprendere.
È un motore di certo non esplosivo, ma molto efficace e silenzioso specialmente in città.
Per chi volesse più sprint c’è il collaudatissimo il tradizionale 4 cilindri 1.2, ma ad arricchire l’offerta è arrivata ad inizio 2014 la versione Exoncexpt, equipaggiata con la doppia alimentazione benzina/GPL per il solo motore 1.0: a garantirne la qualità ci pensano la sua realizzazione ed installazione, effettuate direttamente sulla linea produttiva nello stabilimento in Turchia.
Tutti questi aspetti, uniti ad un prezzo di listino assolutamente concorrenziale per il segmento, contribuiscono a rendere sempre più consistente l’immersione di Hyundai nei gusti e nelle preferenze degli automobilisti europei, le cui esigenze sono state attentamente considerate: sembra del resto sempre più importante per tutti i marchi la presenza in gamma di versioni bi-fuel, la cui richiesta è in costante crescita.
Con Hyundai i10 è quindi sfida aperta non solo alla Panda, ma anche alla Peugeot 107, alla Suzuki Alto ed alla Chevrolet Spark!