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Con Renault Captur la città è divertente

Abbiamo a lungo e spesso parlato degli urban crossover: non se ne può fare a meno, perché nella sola Italia questi modelli hanno nel corso del 2013 superato ampiamente il 25% di quota di mercato per le nuove immatricolazioni.
Tutte le case stanno cavalcando la tendenza, ed una tra queste, importantissima, non è ancora passata sotto la nostra lente di ingrandimento: Renault.

Il marchio francese ha infatti lanciato nel corso del 2013 la sua interpretazione del concetto di SUV compatto per la città, proseguendo nella sfilza di nomi divertenti e particolarmente identificativi aggiungendo alla sua gamma la Renault Captur.
Il veicolo, che nasce sullo stesso pianale della Clio, è originale e grintoso nelle linee a partire dal muso, e la sua forte personalità si esprime anche nella carrozzeria bicolore, che lo rende intrigante nell’uso cittadino, quello cui è destinata in linea di massima.
Come tutti i principali SUV compatti infatti Renault Captur ha solo le due ruote motrici, è comoda e scattante da guidare nel traffico, ma è molto alta dal suolo ed offre a bordo tutta la comodità di una monovolume.

Nell’abitacolo inoltre trovano spazio il sistema R-Link per intrattenimento ed utilities, che include app dedicate agli automobilisti e servizi online tutti integrati in un vero tablet da cruscotto, e lo scomparto dalla capienza di 11 litri davanti al passeggero con una originale apertura a scorrimento.

Troviamo nella gamma Captur un diesel da 90 cavalli ma anche due intelligenti soluzioni a benzina di cui una con il piccolo 3 cilindri ed una a 4 cilindri da 120 cavalli e con cambio automatico.
Nella “battaglia dei crossoverCaptur è un nuovo interessante protagonista che si sta disimpegnando con orgoglio nella sfida!

Cactus rievoca lo spirito della Due Cavalli

Un modello storico al quale molti italiani sono nostalgicamente affezionati è la mitica Due Cavalli Citroën, per la quale si è spesso sentito parlare di un ritorno in chiave moderna come accaduto ad altre autovetture iconiche, su tutte la Fiat 500.
Sotto un certo aspetto questo atteso revival è giunto, se non per quanto riguarda le forme almeno nello spirito, quello che ha guidato il marchio del gruppo PSA all’esercizio di stile – ovvero alla concept car – cui è stato dato il nome Cactus.

Presentata durante l’ultimo Salone di Francoforte, è un prototipo che con le sue linee firmate da Bertone vuole rivisitare il mito 2Cv ricalcandone la sostanza di vettura che usciva dagli schemi facendosi portabandiera dell’essenzialità: a bordo di Cactus si ritrova il gusto dello stare insieme in auto, perché tutto l’abitacolo è stato trasformato in un ambiente conviviale, fatto apposta per offrire il massimo comfort con trovate radicali come l’assenza di vetri laterali e posteriori e l’incremento di spazio “vivibile” conseguente alla riduzione del cruscotto ai minimi termini, convogliando tutti i tasti e le funzioni in un display touch screen da 8 pollici.

A completare il tutto anche un ampio tettuccio panoramico che aumenta la luminosità a bordo ma che, con lo speciale trattamento termico cui è stato sottoposto, non fa passare il caldo.
L’ultimo dettaglio che accresce la singolarità di questa concept car è all’esterno e si chiama Airbump, struttura morbida che protegge i fianchi, l’anteriore ed il posteriore dell’auto dagli urti con una superficie che include delle capsule d’aria.

Citroen Cactus
è spinta da un motore ibrido che abbina il 3 cilindri a benzina con un motore elettrico ad aria compressa, innovazione che tra qualche anno vedremo montata anche sui veicoli di serie e che garantisce, a detta del costruttore, un litro di carburante per 30 km.

Mitsubishi Space Star, l’amica del portafogli

Una vettura da città che si mantiene tranquillamente al di sotto del limite di 10mila euro ed offre una interessante agilità nel traffico urbano con dei consumi che riescono a far sorridere.
Se pensate non esista un’automobile così, dovete ricredervi perché vi abbiamo appena descritto la Mitsubishi Space Star.

Questa piccola ecologica ha fatto suo un nome già appartenuto una ventina di anni fa ad una monovolume compatta che ha imperversato anche sulle strade italiane e che adesso si è rimpicciolita assumendo una forma, vista sia frontalmente che di lato, abbastanza originale, che ospita comodamente 4 passeggeri e soprattutto si presenta con 2 motori entrambi “verdi” e dai bassi consumi. Come ovvio, il più parco è l’1.0, che tra l’altro va dietro alla dilagante rincorsa al downsizing essendo un 3 cilindri. C’è anche quello più brillante, 1.2 con qualche cavallo in più.

Lo avrete capito, non sono due fulmini di guerra ma per chi si sposta prevalentemente in città sono l’agilità e la leggerezza ad essere più importanti, e queste sono assicurate da un servosterzo davvero molto morbido.
La grande sorpresa è arrivata però nel mese di settembre, perché Mitsubishi ha arricchito la gamma con una versione alimentata a GPL che tra l’altro è anche omologata per neopatentati.
Il suo serbatoio da 32 litri permette un’autonomia di 600 km (oltre a quelli garantiti dalla benzina) con un netto dimezzamento dei costi: un ulteriore incentivo per sceglierla, perché l’aumento del listino di circa 1.600 euro per questa versione è ampiamente giustificato ed ammortizzato dai risparmi che ne verranno.

Il 3 cilindri debutta anche su Citroën C3

Una sensazione di grande luminosità all’interno dell’abitacolo per i due occupanti dei sediolini anteriori: è quanto ha ottenuto Citroën con il profondo parabrezza disegnato per la sua C3, che arriva fin quasi a metà tettuccio.
È una delle novità estetiche che spiccano tra i ritocchi stilistici della seconda serie di questa berlina che rappresenta ormai il 40% delle vendite del marchio; l’altro piccolo ritocco riguarda le losanghe sul frontale che ora sono allungate ai lati fino a raggiungere la fanaleria, come su tutti gli ultimi modelli.

In realtà, queste revisioni passano in secondo piano di fronte alla rivoluzione posta sotto il cofano: il gruppo PSA Peugeot-Citroën ha infatti deciso che dopo la 208 e la 2008 anche la C3 meritava di montare il nuovo motore 3 cilindri, figlio delle politiche di downsizing che tanti marchi stanno portando avanti.
Declinato in 2 versioni, la 1.0 da 68 cavalli e la 1.2 da 82, fa sentire le differenze di prestazioni con questa doppia offerta. Il primo si presta meglio all’uso cittadino, mentre il secondo fa la sua bella figura anche su tragitti lunghi, con in più emissioni di CO2 che sforano di poco i 100 g/km.

Mini Paceman e poi il restyling 2013

C’è una febbrile attesa per il lancio del restyling della cosiddetta “nuova Mini“, che la BMW ed il marchio inglese Cooper hanno contribuito ad aumentare lanciando in rete delle “finte” foto spia, che danno l’idea di esser state rubate ma in realtà sono state diffuse ad hoc come messa in scena per stimolare la curiosità sulle tante novità annunciate e far capire che il momento del lancio è prossimo. Ciò significa che presto scopriremo le foto ufficiali, ma si sa già che una grande novità sarà rappresentata dalla motorizzazione biturbo benzina da 3 cilindri.

L’ultima versione della Mini che è entrata in gamma nei mesi scorsi è stata la Paceman, la settima della serie, dedicata espressamente ad una clientela maschile con un pizzico di aggressivo esibizionismo. Questa versione mantiene infatti le dimensioni della Countryman, quella rivolta alle famiglie, con spazi interni ampi: ne modifica però la carrozzeria essendo una 3 porte, ed accoglie 4 passeggeri, con una seconda fila comoda e dalle sedute separate ed avvolgenti.
Una clientela dai gusti ricercati non farà che apprezzare la silhouette filante con la posizione rialzata ma con il tettuccio molto spiovente verso la coda, sulla quale spiccano il debutto della prima fanaleria orizzontale e del nome Paceman ben evidente sul portellone, privilegio questo che non era toccato alle altre “sorelle”.

Il rilancio con annessa reinvenzione di Mini Cooper da parte di BMW si è a conti fatti rivelato operazione vincente, che ha reso la vettura britannica una gallina dalle uova d’oro per il grande e crescente successo, che vedrà molto probabilmente il 2013 come annata migliore di sempre trainata anche dall’attesissimo restyling.

Peugeot 2008, crossover urbano

Questo mese di giugno si prefigura come cruciale per le strategie di un marchio come Peugeot non solo in Italia, per la forte connotazione internazionalista che il marchio di Sochaux sta assumendo: è infatti previsto il lancio del crossover 2008, che inserendosi nel segmento B va a sfidare veicoli come la Opel Mokka e la Qashqai.

Si tratta infatti di un crossover urbano, come viene definito, la cui vocazione ambisce a conquistare le principali metropoli perché con i suoi 4,16 metri strizza l’occhio proprio a chi vive la città ma vuole farlo in assoluto confort, lo stesso che può ritrovare poi nelle classiche gite fuori porta.
2008 ha mutuato alcune caratteristiche dell’abitacolo dalla “sorellina minore” Peugeot 208, come il volante più piccolo di quello tradizionale, l’head-up display, ma anche il motore da 3 cilindri che ha debuttato proprio su 208 e che viene riproposto in versione 1.2 in aggiunta alle tre motorizzazioni diesel e-HDi.

Peugeot 2008 si lancia alla conquista di ben 3 continenti, con la sua silhouette dinamica ed un confort su strada cui si aggiunge anche una rigorosa attenzione all’ambiente, per le sue contenutissime emissioni.

Citroën DS3 Cabrio emoziona all’aria aperta

C’è una francesina che è stata presentata giusto in tempo per la bella stagione: parliamo della Citroën DS3 Cabrio, la versione dedicata a chi ama viaggiare sentendo il vento nei capelli.
In realtà il nome potrebbe ingannare, in quanto è solo il tettuccio a ritrarsi, certo in pochi secondi ed anche a velocità di crociera in autostrada; tuttavia i montanti e le portiere restano fissi, essendo gli stessi della versione berlina, dalla quale si differenzia – e non poteva essere altrimenti – anche per l’assenza del portellone posteriore, ma la capacità di carico quanto a volume è rimasta quasi invariata, penalizzando solo l’ampiezza della finestra di carico.

Molto ampia la scelta delle personalizzazioni anche per il colore della capote, mentre l’abitacolo resta lo stesso anche per finiture e materiali che mantengono il buon livello già sperimentato sulla versione coperta.
Una certa attenzione la merita la motorizzazione 1.2 da 3 cilindri proposta, che grazie agli 82 cavalli trasmette un’ottima vivacità di guida, riuscendo anche nel contenimento di consumi ed emissioni, una delle principali mission del gruppo PSA Peugeot-Citroën.

Una nota molto favorevole è poi la silenziosità anche ad alti regimi, per una vettura che nonostante sia una “semi-cabrio” si propone come degna sfidante sia per la 500 C che per la Mini.

Su nuova Fiesta il downsizing spicca con l’Ecoboost


C’è una sorta di new wave che sta attraversando trasversalmente i principali costruttori di automobili: mentre un tempo si puntava su cilindrate di grosso impatto, oggi la tendenza sembra decisamente invertita, e marchi diffusi come Peugeot o Ford sfoggiano con orgoglio in gamma versioni con i nuovi motori da 3 cilindri, per i quali sottolineano anche i vantaggi derivanti da cilindrate 1.0.

Peugeot 208 è stata una delle prime a sfoderare propulsori di questo tipo, ma il nuovissimo restyling di Ford Fiesta – l’utilitaria più venduta in Europa nel 2012 – ha fatto tesoro di queste nuove tendenze, che cavalcano di certo una diffusa e crescente attenzione verso l’ambiente, visto che motori del genere riducono le emissioni anche in vista dell’adeguamento alle normative europee in vigore dal 2015.

Non va però sottovalutato l’aspetto della riduzione dei consumi, che è evidente sia nella versione da 80 cavalli che in quella da 100 previste per questa nuova Fiesta, cui è stata accostata la dicitura Ecoboost per sottolinearne l’indole “green“.