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La dinamica ascesa 100% Made in Italy di Lamborghini

Una grande passione, estrema competenza nel settore, e il desiderio di costruire sempre grandi auto. È questa la sintesi della filosofia Lamborghini, e c’è una frase storica di Ferruccio Lamborghini che testimonia l’impegno e lo “status”, ancora oggi, della casa di Sant’Agata Bolognese: “Questo è stato il momento in cui ho finalmente deciso di creare un’auto perfetta”.

In realtà è possibile dire che negli ultimi 4 anni Lamborghini ha saputo crescere soprattutto in immagine, proponendosi come un brand ben identificabile e posizionato strategicamente, al quale in molti ora iniziano a guardare come esempio anche all’interno dello stesso gruppo Volkswagen di cui fa parte.
C’è stato un processo inarrestabile di ascesa sotto l’aspetto della credibilità, corroborato dai risultati, sin da quando nel marzo del 2016 Stefano Domenicali ha assunto il ruolo di presidente e amministratore delegato di Lamborghini, senza la minima intenzione di trasferire qualcosa della sua esperienza ben nota in Ferrari nell’azienda bolognese, ben consapevole della profonda differenza tra i due brand.
Di certo le conoscenze gli sono tornate utili, ma sono state applicate per raggiungere una nuova dimensione più sportiva, dinamica e giovanile anche grazie all’abbassamento dell’età media dei dipendenti.

Oggi dagli stabilimenti Lamborghini escono circa 40 auto prodotte al giorno, distribuite tra Urus, Huracan e Aventador, mentre le vendite si sono assestate sulle oltre 8.000 unità all’anno. È evidente che si tratti di una nicchia di mercato, ma di una nicchia importante che ha mutato assetto pur mantenendosi fedele ai criteri del suo DNA.

Il successo del SUV Lamborghini Urus

Prima di questa era l’azienda bolognese sembrava quasi “fossilizzata” sul suo ruolo di esemplare esponente dei migliori esercizi tecnici e stilistici, senza guardare oltre. Oggi invece Lamborghini riesce ad intercettare i favori e gli apprezzamenti anche di un pubblico più giovane e dinamico, e ne è il migliore esempio il successo di Lamborghini Urus, il primo SUV mai prodotto dal marchio.

In tantissimi erano diffidenti su questa scelta, considerata troppo avventata se confrontata con i trascorsi storici aziendali, eppure basti sapere che 3 acquirenti su 4 della Lamborghini Urus sono al loro primo approccio con la casa. Ciò significa aver attirato la curiosità al punto da acquisire nuovi clienti rispetto a quelli tradizionali: se non è una strategia vincente questa…

Grazie a questa felice intuizione la casa ha saputo aprirsi un nuovo sbocco sul mercato, componente essenziale di un successo che orgogliosamente ostenta la sua matrice al 100% italiana, un vero valore assoluto da queste parti.

Lamborghini Huracàn GT3 Evo

L’ambiente naturale e di elezione per una Lamborghini è senza dubbio la pista, e per la presentazione della nuova Huracàn GT3 Evo ne è stata scelta una di rilievo internazionale e dal fascino indiscutibile come il mitico Nürburgring, il cosiddetto “inferno verde”.

Tra curve e rettilinei, questa supercar da corsa che prenderà parte nel 2019 alla categoria GT3 ha dimostrato tutte le sue novità che la rendono una belva da competizione!
La precedente sua versione è stata venduta in ben 75 esemplari, un numero che non deve far sorridere perché dalle parti di Sant’Agata Bolognese rappresenta una cifra importante, e la sua evoluzione si presenta con caratteristiche mutuate dalla Huracàn Performante sotto l’aspetto della propulsione, pur se con alcuni interventi ed accorgimenti di modifica volti ad ottimizzare le prestazioni.

Con questa GT3 Evo si è cercato di ottenere una guida più intuitiva, facilitando ai piloti l’obiettivo di arrivare al limite, il tutto anche con una revisione dell’intero pacchetto aerodinamico a partire da appendici, paraurti e spoiler posteriori. L’approccio alle curve e la loro percorrenza diventa così più emozionante su questo veicolo da corsa che anche nell’abitacolo si dimostra migliorato.
L’aspetto tecnico di questa nuova Huracàn beneficia di un controllo di trazione più progressivo e di un nuovo sistema ABS, per una guida ancora più scorrevole per tutti coloro che si cimentano nel campionato, quei pochi “fortunati” che possono permettersi hobby da circa 400mila €!

 

Lamborghini Urus inaugura una nuova era da record

Lamborghini è marchio che resta italiano nel DNA costitutivo, nello spirito e nella passione, sebbene da 20 anni per potersi garantire piani industriali sufficientemente solidi ed adeguati alle ambizioni sia entrato nell’orbita del gruppo Volkswagen con l’acquisizione da parte di Audi.
Tecnica e prestazioni hanno così continuato a rappresentare alcuni tra i punti di forza di questa azienda con sede a Sant’Agata Bolognese, in uno stabilimento che è un fiore all’occhiello dell’industria tricolore che dà lavoro a oltre 1.400 dipendenti.

La presentazione della nuova Lamborghini Urus ha inaugurato una nuova era nella quale sarà difficile considerare tutto uguale a prima, perché l’ingresso del marchio del Toro nell’universo SUV cambia le regole conosciute e trasforma l’immagine di una delle supercar più conosciute del pianeta.
Non ci sono rivali attualmente credibili per la Lamborghini Urus, un bolide allestito con un eccellente equilibrio tra le linee esterne, che sembrano ereditate da una coupé, e le sue dimensioni imponenti ed oversize.
Urus è infatti un “bestione” che supera i 5 metri di lunghezza e pesa oltre 2 tonnellate, e per farlo muovere in maniera convincente è servito munirlo di un motore che fosse all’altezza, un V8 da 4 litri e 650 cavalli capace di accelerare da o a 100 in 3,6 secondi per una velocità di punta di 305 km/h.

 
A tanto sfoggio di classe, design e potenza fa da irrimediabile corollario un corredo tecnologico di prim’ordine che lo rende guidabile al massimo, nonostante il formato e la stazza, con modalità di guida personalizzate per qualsiasi tipo di percorso (sono addirittura 6) e la trazione integrale, oltre alla possibilità di adattare l’altezza da terra. Controllo ed agilità ma anche sicurezza ed elevatissime prestazioni esalteranno chiunque si siederà al volante di Urus, un veicolo che prende il suo nome dalla sbalorditiva razza di tori uri, nota per la loro stazza fuori standard e per il temperamento aggressivo; nell’abitacolo quasi si dubita di essere a bordo di una Lamborghini, tanto è lo spazio persino per distendere le gambe, impresa che su modelli più sportivi quali la Huracan o la Aventador è difficoltosa.
Anche al cruscotto si conferma la proprietà dell’imponenza ma con tutta la tecnologia a portata di mano e sotto controllo, per degli interni lussuosi a dir poco. Ed all’accensione del motore ci si accorge all’istante di essere a bordo di una Lambo

Il prezzo di listino della Urus parte da 206mila euro, una cifra che non ha affatto scoraggiato il mercato, anzi: il suo riscontro in termini di pre-ordini fa molto ben sperare in ottica futura. Se nel 2017 infatti Lamborghini ha prodotto e venduto circa 3.800 unità complessive, la sola Urus (che per l’occasione è stata presentata al pubblico internazionale sull’autodromo di Vallelunga, a ribadire l’italianità del suo progetto) ha già ricevuto 3.300 contratti, un numero grazie al quale entro il 2019 si punta a raddoppiare la produzione.
Il primo Sport Utility Vehicle di casa Lamborghini si annuncia già, quindi, come una vettura da record sotto innumerevoli punti di vista, e riteniamo di non sbagliare se sosteniamo che con questo lussuoso modello le supercar entrano in una nuova era.

 

Lamborghini Aventador si scopre nella Roadster

Parlando di auto da sogno, uno dei nomi che non può mai mancare è Lamborghini, che aveva già contribuito ad incrementare la propria nomea di produttore di sculture in movimento con la Aventador LP700-4 di un paio di anni fa, e che ora ne ha pensato una nuova versione aperta, la Roadster, che è forse ancora più affascinante ed emozionante della coupé.

Rimuovere il tettuccio ha richiesto grandi sforzi ingegneristici, perché bisognava in qualche modo compensare le modifiche dell’aerodinamica, e lo si è ottenuto con l’uso mirato della fibra di carbonio che compone anche buona parte della struttura, la quale è anche stata irrigidita per gli stessi motivi così da mantenere anche un buon rapporto peso/potenza.
Il comfort che scaturisce dal suo V12 da 700 cavalli è sorprendente, e permette di tenere a bada la vettura senza grossa fatica: se proprio le si deve muovere un appunto, questo riguarda il cambio, un robotizzato che si presenta meno fluido di quanto ci si aspetti da una simile supercar, anche se in realtà è proprio del toro Lamborghini un certo “scalciare”, che viene compensato da un sound del motore che è una vera sinfonia.

All’interno dell’abitacolo si scopre la stessa sontuosità già riscontrata nella coupé, anche grazie ai cristalli liquidi del quadro strumenti: in definitiva, più che una vettura si tratta di un’opera d’arte ingegneristica, davanti alla quale si riesce anche a soprassedere su di un prezzo che sembra immorale, ma che è interesse solo dei pochi fortunati che possono permetterselo.

Supercar per la polizia di Dubai

Quando si pensa all’Emirato di Dubai scatta per forza l’associazione di idee con il lusso sfrenato, anche in riferimento al parco autovetture circolante ed al mercato dell’auto. Non c’è dubbio infatti che molti dei lussuosi veicoli acquistati spesso in Italia su ordinazione vengano commissionati proprio dai ricchi emiri e sceicchi che dimorano nel paese mediorientale, ma in questo caso la Lamborghini Aventador che sfreccerà tra le strade più rinomate del centro città non è riservata ad un semplice privato bensì alla locale “polstrada”.

Un gioiello da 400mila euro che è stato allestito nella livrea biancoverde d’ordinanza del quale non c’era in realtà un effettivo bisogno: si tratta infatti di una operazione di rappresentanza, volta a valorizzare l’elevata reputazione di Dubai soprattutto in chiave turistica, la primaria fonte di sostentamento per questo emirato.
Qualche contribuente locale forse storcerà il naso, in considerazione della forte crisi finanziaria che ha toccato Dubai sin dal 2009 e che solo ora sembra essere superata, ma soprattutto se si pensa che questa Lambo non è l’unica supercar che circolerà: per una cifra pressoché uguale è stata infatti acquistata anche una Ferrari FF, ed è attesa la consegna di alcune Chevrolet Camaro.
Di certo gli automobilisti indisciplinati che hanno il brutto vizio di sfrecciare a folli velocità per le larghe strade di Dubai da oggi avranno qualche problema in più a seminare gli agenti!

I 50 anni del toro Lamborghini

Nel 2013 si celebra un anniversario realmente importante nella storia dell’industria italiana: il marchio Lamborghini festeggia i 50 anni di attività, e tra le iniziative promosse per la ricorrenza la più suggestiva è stata senza dubbio il Giro D’Italia al quale hanno partecipato centinaia di “Lambo” dal 7 all’11 maggio scorsi.

Attraverso un percorso di 1200 km partito da Milano, la carovana ha attraversato l’Italia facendo tappa a Forte dei Marmi, ad Orvieto ed a Roma, tra le altre, fino a risalire verso Bologna.
Da lì è poi partita l’ultima tappa con destinazione Sant’Agata Bolognese, la cittadina sede di un’azienda che si è sempre distinta per i suoi elevatissimi parametri di qualità attraverso modelli che ancora oggi sono capolavori di ingegneria e di design, i quali hanno sfilato in parata per il centro di Bologna, dove è stata esposta una meravigliosa Aventador LP 720-4 oltre ad un avveniristico one-off disegnato da Walter De Silva, la concept car Egoista.

Da 50 anni Lamborghini è simbolo orgoglioso ed imprescindibile del Made in Italy, ed una simile rassegna non ha fatto che evidenziare la passione con cui vengono realizzate le vetture di questo marchio oltre allo stretto legame dei clienti che hanno voluto a tutti i costi partecipare alla sfilata aggregandosi da 30 differenti nazioni.
Per l’occasione, è stato anche predisposto, fino a dicembre, un temporary store dedicato ad abbigliamento ed accessori per appassionati, all’interno della Galleria Cavour di Bologna.