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Telecamere lettura targhe stradali per la sicurezza urbana

Nell’ambito della sicurezza urbana, e a causa della presenza di un parco veicoli circolanti spropositato nel nostro paese, tutti i comuni hanno dovuto integrare tra i loro servizi anche degli appositi dispositivi che consentano l’immediato riconoscimento di un veicolo per risalire al proprietario, all’intestatario ed a tutti gli altri dati che la targa identifica in maniera univoca. Ci sentiamo tutti sotto osservazione, è vero, ma la presenza delle telecamere per la lettura delle targhe è essenziale per garantire la sicurezza di tutti.

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C’è interesse sull’argomento da parte dei cittadini che si chiedono in che maniera sia tutelata la loro privacy dalla presenza sempre più diffusa di queste telecamere che suscita legittime preoccupazioni. È importante comprendere come vengano gestiti e protetti i dati che questi dispositivi raccolgono, ma anche quali misure vengono adottate per garantire il rispetto della privacy individuale, con l’adozione da parte delle autorità competenti delle più rigorose politiche di conservazione ed utilizzo dei dati al fine di evitare abusi o violazioni.

C’è però anche una buona dose di curiosità sul tema perché in molti si chiedono anche come facciano questi dispositivi a riconoscere una targa e ad essere così accurati. La tecnologia che sta alla base del loro funzionamento è affascinante e complessa, in special modo se si considerano le diverse condizioni ambientali o luminose nelle quali devono operare. È quindi comprensibile tale curiosità perché la capacità di identificare in maniera corretta le targhe è fondamentale per l’efficacia di questi sistemi di sorveglianza urbana.

Come funziona una telecamera lettura targhe?

Il funzionamento di una telecamera per la lettura targhe si basa su delle avanzatissime tecnologie di OCR (Optical Character Recognition) grazie alle quali esse riescono a leggere con estrema precisione tutto ciò che viene riconosciuto come numero o come lettera; a quel punto il sofisticato algoritmo incrocia i dati presenti nei database e fornisce un responso univoco. Va precisato che esistono due diverse tipologie, anzi per essere più chiari due diversi sistemi di lettura:

  • Il Sistema LPR (License Plate Recognition) riprende l’immagine che ha riconosciouto come targa e la trasferisce a un dispositivo esterno; è su quest’ultimo che un apposito software compie loa conversione definitiva in testo, ossia nei caratteri alfanumerici che compongono una targa.
  • Il Sistema ANPR (Automatic Number Plate Recognition), ben più avanzato, non necessita di un device esterno in quanto nella telecamera stessa è installato il software necessario per la corretta elaborazione dei dati.

Ambiti di applicazione

I contesti nei quali trovano applicazione le telecamere per la lettura delle targhe sono estremamente differenti, e non si limitano al controllo del traffico come nel caso delle ZTL ma si estendono alla sicurezza dei parcheggi, al monitoraggio di altre aree ad accesso limitato e naturalmente all’applicazione delle leggi del Codice Stradale. Sono telecamere in grado di lavorare anche in condizioni di scarsa visibilità, e la tecnologia OCR di cui sono dotate ha a tutti gli effetti rivoluzionato questo processo rendendolo estremamente preciso ed accurato pur in presenza di alcune limitazioni, per esempio nel caso di caratteri non standard o danneggiati, ed è questa la motivazione per cui una targa deve essere sempre perfettamente leggibile pena una sanzione anche molto salata.
Oltre a questi impieghi tradizionali, le telecamere per la lettura delle targhe hanno trovato ulteriori applicazioni innovative per esempio per i pagamenti automatici dei pedaggi e persino per la gestione automatizzata dei parcheggi, applicazioni che hanno garantito il miglioramento dell’efficienza dei servizi urbani semplificando la vita quotidiana dei cittadini.

Miglioramento della sicurezza urbana

Queste telecamere che applicano degli avanzati algoritmi di image processing sono degli strumenti altamente professionali, dispositivi di videosorveglianza estremamente utili anche quando integrati in altri sistemi di sicurezza. I vantaggi per la sicurezza urbana e per la circolazione dei veicoli sono molteplici, possiamo elencarne alcuni.
Permettono di identificare con la massima rapidità i veicoli rubati, così da far intervenire subito le forze dell’ordine.
Sono un deterrente per i reati, dal momento che l’installazione in un’area ad elevato tasso di criminalità consente di identificare i veicoli sospetti e monitorarne gli spostamenti.
Sono infine estremamente utili per il controllo del traffico al fine di monitorarne il flusso in caso di congestione in una determinata area, stabilendo anche una più corretta gestione degli intervalli dei semafori.

Cosa sono e a cosa servono gli ADAS

Si sente parlare con sempre maggiore insistenza, nelle descrizioni e nelle presentazioni di nuovi modelli di automobili, di sistemi ADAS. Che cosa significa esattamente questa sigla, e quali benefici apporta alla guida la presenza dei sistemi ADAS?
Ne parliamo nella maniera il più possibile esaustiva in questo articolo.

Scopri cosa sono gli ADAS e come funzionano

Chiariamo subito: la sigla ADAS sta per Advanced Driver Assistance Systems, e rappresenta la dimostrazione del continuo progresso tecnologico che interessa il mondo dell’automobile. Sono ausili elettronici messi a disposizione del guidatore in pacchetti più o meno completi, e che includono dispositivi pensati per incrementare sia il comfort di guida che i livelli di sicurezza al volante.

Sistemi ADAS

Quali sono i principali ADAS?

Gli ADAS, ossia i sistemi avanzati elettronici più diffusi, includono ad esempio l’avviso di cambio corsia, il cruise control adattivo, la frenata automatica di emergenza, i sensori di parcheggio, la retrocamera per l’angolo cieco.
Tutti sono studiati per ridurre al minimo i rischi di incidenti, incrementando la sicurezza attiva e passiva, ma come vedremo anche per rendere più piacevole e confortevole l’esperienza di guida, agevolando la vita a bordo dell’automobile e gratificando chi è al volante.

Avviso di collisione

Ormai presente anche a bordo delle city car per chi ha un budget più ristretto, l’avviso di collisione sia frontale che posteriore è di certo uno dei sistemi ADAS più apprezzati: radar o videocamere a seconda dei modelli riconoscono ostacoli o situazioni di pericolo poste in traiettoria ed avvisano il guidatore con un segnale acustico. Ne è ad esempio equipaggiata di serie una vettura di successo del segmento B come la Nuova Peugeot 208.

Mantenimento della carreggiata

È sbalorditiva invece la funzione relativa al mantenimento della carreggiata. Il computer di bordo interagisce con le telecamere e i radar, legge e analizza i dati che riceve interpretando le linee di demarcazione della carreggiata e avvisando il guidatore nel caso di invasione della corsia adiacente.
È particolarmente utile in autostrada, dove se non si è preventivamente attivato l’indicatore di direzione in fase di sorpasso l’ADAS interviene e segnala al situazione di pericolo. Ne esiste anche una versione più avanzata, il Lane Keeping System, che non si limita all’avviso acustico ma riporta gradualmente il veicolo nella giusta traiettoria scongiurando collisioni con auto che viaggiano su carreggiate adiacenti.

Cruise Control adattivo

Chiamato anche ACC, Il Cruise Control Adattivo fa riferimento al controllo della velocità: permette a seconda della strada percorsa e delle condizioni di scorrevolezza di impostare la distanza di sicurezza e la velocità di crociera.
A quel punto l’auto regolerà velocità e frenate in base alle condizioni di traffico, consentendo una guida più rilassata ma lasciando sempre la possibilità di intervenire, con la situazione sotto controllo.

Auto a rischio zero: obbligo degli ADAS

A partire dal maggio 2022 tutte le nuove auto omologate dovranno avere di serie alcuni ADAS obbligatori, tra i quali proprio la frenata di emergenza e gli altri che abbiamo descritto, oltre a molti altri ancora.
Questo nuovo Regolamento, valido a livello europeo, è stato stilato al fine di prevenire e ridurre incidenti stradali: l’unico obiettivo è abbassare drasticamente il numero di vittime della strada e feriti tutelando i passeggeri e tutti gli altri utenti.
È previsto da parte dell’Unione Europea un plafond di 450 milioni di euro volto a favorire la collaborazione degli stati membri ed evitare l’aumento dei prezzi dei veicoli.

Pneumatici: normative e consigli pratici

In fatto di pneumatici, esistono precise normative cui tutti gli automobilisti e motociclisti sono chiamati a ossequiare. Con la crescita del mercato della vendita gomme online, assistiamo all’aumento di guidatori che, in totale autonomia, gestiscono il set di gomme del proprio veicolo, dimostrandosi capaci di saper fare scelte consapevoli e orientate al risparmio ma, d’altra parte, spesso meno in grado di rispettare in maniera meticolosa le prescrizioni previste dalla legge.

Gomme invernali, estive e 4 stagioni

Esistono tre diverse categorie di gomme: invernali, estive e 4 stagioni. Inutile specificare le differenze di utilizzo delle tre tipologie, va però chiarito quello che prevede la legge in proposito. A seconda della località in cui si vive, enti e gestori promulgano specifiche ordinanze che obbligano all’uso di gomme invernali o delle catene da neve. Tali disposizioni sono varate e gestite a livello comunale o regionale e sono riportate sul sito ufficiale del proprio comune di residenza.

Ogni guidatore deve dunque provvedere a informarsi e ad allinearsi con quanto predisposto. Gli obblighi sono sanciti a livello amministrativo in relazione a determinati intervalli di tempo e rappresentano un vincolo cui nessun guidatore può sottrarsi, pena sanzione amministrativa, sia esso un residente o un visitatore del luogo presso cui è in atto l’obbligo. Allo stesso modo, vige l’obbligo di sostituire le gomme invernali una volta concluso il periodo indicato. Ai guidatori è concesso un periodo di tolleranza nel corso del quale possono provvedere al cambio senza incappare in sanzioni.

In relazione alle gomme estive, invece, non vige alcun obbligo specifico. Si tratta di una soluzione sviluppata per assicurare migliori performance di guida, stabilità e durata nei mesi più caldi dell’anno. Gli pneumatici 4 stagioni rappresentano l’alternativa più pratica, ideale soprattutto per chi si sposta con frequenza.

Indice di carico e indice di velocità

Indice di carico e indice di velocità

Per legge, le gomme auto e moto devono rispettare l’indice di carico indicato sul libretto di circolazione. L’indice di carico può essere anche superiore ma non inferiore a quello indicato e la non osservanza di tale disposizione espone al rischio di pene pecuniarie. Riguardo all’indice di velocità, invece, esso può essere inferiore a quello indicato solo in relazione alle gomme invernali, purché la categoria sia non inferiore a Q, ovvero 160 km/h.

Breve guida alle forature

Forare una gomma è fortunatamente diventato un evento molto raro, che si verifica solo a causa di urti violenti o oggetti molto taglienti, ed in condizioni di usura o pressione non a norma.
Michelin stima che in Europa occidentale le forature siano nell’ordine di una ogni 75.000 km, eppure bisogna sempre tenersi pronti ad un evento del genere perché se non si hanno i giusti riflessi si può incorrere in brutti incidenti. È fondamentale restare in traiettoria e decelerare mantenendo nervi saldi, accostando con cautela sulla destra.

Vediamo a questo punto, scampato il pericolo, quali sono le possibili modalità di intervento, tutte da mettere in pratica dopo aver acceso le luci di emergenza ed aver indossato il giubbotto catarifrangente (ricordiamo che è obbligatorio averlo a bordo). Solo allora si può uscire dall’auto per posizionare il triangolo di emergenza, 150 metri prima di dove si è fermi, e mettersi all’opera.

La ruota di scorta

Se il vostro veicolo prevede la ruota di scorta, inserite la marcia dopo aver tirato il freno a mano, e sollevate il veicolo con il cric in dotazione. Vanno allentati i dadi che bloccano la ruota danneggiata prima di sollevare l’auto, e solo successivamente svitati del tutto. Si sostituisce la ruota e la si blocca con gli stessi dadi, avendo cura di provedere ad avvitarli “ad X“, serrandoli sempre in diagonale. Molto importante è, dopo aver abbassato il cric, dare un’ulteriore stretta ai dadi, e soprattutto, se si tratta del cosiddetto “ruotino“, non superare la velocità di 80 km/h e sostituirlo con la ruota standard appena possibile.

Il Kit

Molte tra le vetture più recenti hanno di serie un kit di riparazione, composto da una bomboletta e da un compressore. Basta collegare il sistema all’accendisigari (ecco spiegata la presenza di questa presa anche nel bagagliaio!) e gonfiare la gomma in 10 minuti. Naturalmente tale kit torna utile solo se il danno allo pneumatico non è ingente, e la gomma andrà sostituita alla più vicina officina trattandosi di una soluzione temporanea.

Ciò che è più importante è non perdere mai la calma ed affrontare l’inconveniente con una buona dose di pazienza, per non sottovalutare o trascurare nessun aspetto rischiando di compromettere la propria e l’altrui incolumità.

Stop alle finte auto storiche!

Sono in arrivo tempi duri per tutti i “furbetti” che spacciavano vetture magari un po’ in là con gli anni per auto storiche. Questa catalogazione permetteva ad auto con 20 anni di età di eludere il pagamento del bollo auto annuale, oltre a godere di una sensibile riduzione sul costo della assicurazione RCA in caso di effettiva circolazione.
Si tratta di una certificazione ai limiti dello scandaloso che sta per esaurire i suoi giorni in virtù della nuova legge di stabilità.

Saranno infatti abrogati i commi di una legge del 2000 che avevano ridotto da 30 a 20 gli anni di età necessari ad un autoveicolo per essere considerato “di interesse storico” e beneficiare delle particolari agevolazioni menzionate, anche in caso di reale utilizzo.
Sono finiti quindi i tempi in cui una vettura datata primi anni ’90, di certo non un particolare cimelio da collezione, poteva girare per strada a costi amministrativi irrisori…pensate che con questo stratagemma il parco macchine in Italia annovera all’incirca 4 milioni di auto considerate “storiche”, una cifra senza alcun riscontro nella realtà perché nella stragrande maggioranza dei casi di tratta solo di vecchi catorci magari anche con scarsa manutenzione!

Pensiamo proprio che, per fare degli esempi, solo una Fiat 500 tenuta come pezzo da museo o una Lancia Beta come quella in foto possano essere privilegiate in tal senso…ma non ci sembra affatto corretto, per dirne una, trovarci di fronte ad una semplice Peugeot 106 (la cui produzione è partita nel 1991) e considerarla pezzo di interesse storico!

Siete anche voi d’accordo? Diteci la vostra!

Auto: difendersi da una guida pericolosa e i corsi di guida sicura

Anche se non è piacevole ricordarlo, un tasso altissimo di persone muore ogni anno in incidenti stradali e i feriti si contano a milioni.

Se ti sei chiesto come evitare una simile carneficina, la risposta risiede nel praticare un corso di guida sicura.

La parola d’ordine delle persone non troppo responsabili è “non lo avevo visto” ma ciò in realtà corrisponde ad una ammissione di consapevolezza! Che cosa stavi facendo invece di guardare la strada?

Le collisioni avvengono a causa di disattenzione da parte dei guidatori: la persona chiacchiera, parla al telefono, litiga con qualcun altro, mangiucchia, cerca la strada sul navigatore, si trucca mentre sta guidando! La lista potrebbe anche continuare: quando guidare diventa noioso si cercano distrazioni per ammazzare il tempo.

Condurre in un altro modo sicuro però prevede che l’autista presti attenzione per vedere e riconoscere i pericoli della strada.

La vigilanza nella guida sicura della tua auto

Infatti, la vigilanza è di primaria importanza in una guida sicura perché permette di riconoscere in tempo le insidie, agire con prontezza ed evitare uno scontro.

I guidatori con molti anni di esperienza alle loro spalle amano guidare in modo meccanico e lasciare che la propria mente vaghi. Non è inusuale per loro sbagliare strada prendendo quella di casa quando devono andare da una parte.

Mentre l’esperienza è un fattore molto positivo in qualsiasi campo, l’automaticità che prende il posto della familiarità causa disattenzione. Lavorare in direzione di prestare attenzione alla guida (o a qualsiasi altra azione) permette di agire consapevolmente e analizzare gli avvenimenti nel presente, non solo si eviteranno gli incidenti, ma si aggiungerà maggiore interesse per la vita.

Il nemico numero uno da affrontare e proprio questo: una guida inconsapevole e poco prevedibile.

Se consideri che questo discorso vale anche per tutti gli altri guidatori, ti renderai conto che non puoi fare affidamento su ciò che un altro farà su una strada. Quindi la guida sicura è più che importante.

Guidare con un “pilota automatico” che prende il controllo dell’auto, mette il guidatore e passeggeri alla mercé di qualcosa di incontrollabile.

Tu non sai chi sta guidando vicino a te, magari qualcuno che ha bevuto qualche bicchiere di troppo oppure un adolescente senza patente che ha rubato le chiavi della macchina a suo papà!

Spesso gli incidenti avvengono quando qualcun altro alla guida si comporta in modo imprevedibile, fosse anche solo il non mettere la freccia per girare improvvisamente e cogliervi di sorpresa.

Il corso di guida sicura: migliorare le proprie capacità

Un corso incentrato sulla guida sicura dovrà includere la capacità rendervi diffidente (in senso buono) nei confronti degli altri guidatori, questo vi porterà a mantenere sempre le distanze di sicurezza, anon superare i limiti di velocità ed a non passare col giallo ma solo col verde pieno.

Evitate nel modo più assoluto discussioni con altri conducenti: se ci sono dei dubbi su chi abbia il diritto di precedenza, lasciatelo all’altro, a volte le regole non sono chiare a tutti e a volte l’arroganza supera l’intelligenza. In questo caso è il risultato ciò che conta.

Una corso di guida sicura segue i principi di buona condotta, il conoscere i cartelli stradali, le regole da seguire e l’educazione, sarà sufficiente aggiungere buon senso e la ricetta magica sarà nelle vostre mani.

Catene da neve, un breve vademecum

Ad ogni stagione invernale si ripropone per gli automobilisti il bisogno di tutelare la propria sicurezza al volante in caso di strade ghiacciate o improvvise nevicate, situazioni queste che rendono l’aderenza davvero precaria se non si montano dei pneumatici invernali.
Esiste ovviamente anche un’alternativa più economica e molto pratica, le catene da neve, che è possibile avere solo a bordo per sfruttarle in caso di effettiva necessità su dei pneumatici tradizionali.
Si tratta della soluzione più indicata per chi ha a che fare solo occasionalmente con delle strade innevate o di montagna, ad esempio in occasione di una settimana bianca, mentre il maggiore investimento in caso di pneumatici da neve (vanno tenuti in conto anche i costi di gestione e stoccaggio) è più giustificato per chi abiti in aree ghiacciate per lunghi periodi, senza dimenticare che al di sopra dei 7 gradi tali gomme non sono più sicure.

Per la scelta delle giuste catene da neve è naturalmente necessario effettuare delle verifiche preliminari, in primo luogo sulla catenabilità del mezzo in questione: molti dei veicoli di nuova generazione presentano infatti vani ruota dallo spazio ridotto, ed una catena non corretta rischierebbe di deteriorare componenti meccaniche del mezzo. Le opzioni sono, in questi casi, quelle di affidarsi a delle catene da neve di minore ingombro, 7 millimetri invece dei tradizionali 9, come ad esempio le Thule CK-7, oppure scegliere delle catene anch’esse perfettamente omologate, ad ancoraggio frontale.
Va inoltre tenuto presente che le catene a maglia più piccola offrono un innegabile vantaggio in termini di comfort di guida, perché ovviamente diminuiscono le vibrazioni; per contro, il loro costo tende a lievitare, per la maggiore loro lavorazione.

In definitiva le catene da neve si presentano come soluzione ideale per chi voglia ottemperare agli obblighi di legge, mettendo al tempo stesso in assoluta sicurezza il veicolo ed i suoi occupanti; le stesse garanzie non sono ad esempio offerte dalle cosiddette “calze da neve“, che restituiscono un grande comfort di guida ed alterano di poco le performances del veicolo, ma non mettono al riparo dagli obblighi di legge non essendo omologate.

Albo Autotrasportatori

Fideiussione Albo autotrasportatori: a chi rivolgersi?
Risolvere tutte le problematiche legate al reperimento di fideiussioni e cauzioni, sia tra privati che con la Pubblica Amministrazione, richiede professionalità accreditata.
È infatti un ambito i cui attori devono mantenersi continuamente in aggiornamento, soprattutto nel rivestire il ruolo di ponte tra l’utente ed il servizio. Il mercato finanziario e assicurativo è in continua evoluzione, dunque è consigliabile un profilo estremamente cosciente delle logiche di tale mercato e che sappia attivarsi in modo tale da offrire un’alternativa al sistema bancario sempre più complicato e difficile da penetrare.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti detta disposizioni e modalità operative circa le modalità di iscrizione delle nuove imprese all’albo degli autotrasportatori: le circolari ministeriali sono frequenti e talvolta contengono limiti relativi alla massa complessiva del veicolo. E parecchie sono le categorie di imprese e di artigiani che hanno bisogno di Attestazione di Capacità Finanziaria come documento essenziale per l’iscrizione all’Albo. Non solo: numerose sono le richieste di rilascio della licenza e/o rinnovo della stessa.

Dunque si apre un panorama estremamente fitto di regolamenti e licenze, documentazioni e dettami ministeriali. Affidarsi a professionisti affermati, riconosciuti, accreditati è forse un utile consiglio, data la risaputa qualità della pubblica amministrazione italiana. Inoltre questo genere di assistenza comporta all’azienda che la richiede, un miglioramento dell’immagine finanziaria, il che dovrebbe produrre nuove prospettive sui mercati.

Broker assicurativi

Nuove normative in vista per gli autotrasportatori, e nuovi obblighi per le società di trasporti su ruota.
Gli operatori del settore, già messi a dura prova dagli aumenti del carburante e dalle tasse sempre più salate, ora dovranno ogni anno dimostrare di essere in possesso di alcuni requisiti finanziari; un capitale di almeno 9mila euro per il primo mezzo e 5mila per ogni mezzo aggiunto.

Per fortuna la comunità europea ha previsto una “scorciatoia” ; le società di trasporti potranno presentare ogni anno un’attestazione di capacità finanziaria (o idoneità finanziaria) che garantirà alle società di trasporti la totale copertura dell’importo. I garanti di tali importi saranno le banche o gli istituti di credito con i quali si potranno stipulare questi contratti di copertura.

Altra strada per garantire la copertura di questi importi è quella di stipulare una r.c. professionale per autotrasportatori; tramite i broker assicurativi sarà possibile sottoscrivere una di queste assicurazioni, il cui importo dovrà ovviamente essere pari o superiore a quello stabilito dal regolamento europeo.

Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al documento ufficiale rilasciato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=12229

 

Nuove normative sulle patenti da gennaio 2013

Dal 19 gennaio scorso è entrata in vigore una nuova normativa in merito alle patenti di guida, dettata dalle direttive UE, che coinvolge sia le categorie che i requisiti necessari. Vengono anche adeguate le sanzioni così come la veste grafica del documento.

La tipologia delle patenti A si amplia, con l’aggiunta delle AM al posto del Cig, delle A1 e A2, ciascuna con specifiche caratteristiche.
Quella “classica” resta la B, con la variante della BE per i veicoli a rimorchio, e la novità della B1, una sorta di antemprima che consentirà la guida accompagnata anche a 17 anni.
Restano poi le C e le D, ciascuna con le proprio sottocategorie e specifiche, ma per i dettagli vi rinviamo a questo link molto esaustivo.

Ci interessa però studiare le nuove normative che riguardano i minorenni, i quali dovranno ora sottoporsi alla revisione qualora incorressero in infrazioni di norme da sospensione, ed anche le norme che inaspriscono le sanzioni per i neopatentati, ossia coloro che hanno conseguito la patente da meno da meno di 3 anni.