Archive for marzo 2019

Saltiamo a bordo di Vespa Elettrica!

Lei è l’indiscussa ed incontestabile regina tra gli scooter, e non solo per la sua longevità: Vespa è entrata nell’iconografia collettiva di più di una generazione, ha segnato un’epoca e tracciato nuove strade e tendenze, è stata presa come punto di riferimento e modello da imitare e al quale guardare come esempio di progettualità.

Proposta attraverso i decenni in tutte le possibili declinazioni, solo una mancava all’appello ma quel vuoto è stato ora colmato dalla Vespa Elettrica, un’innovazione la cui rilevanza è davvero epocale. A Pontedera si erano resi conto da tempo dell’urgenza di una simile svolta, ed hanno lavorato in maniera costante per raggiungerla senza mai tradire il passato, anzi usandolo come affidabilissima base di partenza.
Zero rumore, zero emissioni, vibrazioni inesistenti, la Vespa Elettrica ha tutto (tranne un aspetto, che analizzeremo in seguito) per essere un crack sul mercato della mobilità a due ruote ed essere desideratissima da tutti, un po’ come accadde negli anni ’50 con la Vespa 50 indirizzata ai giovanissimi o successivamente con l’esplosione del fenomeno Vespa Primavera 125.

Caratteristiche della Vespa Elettrica 2019

 

Tutto sulla Vespa Elettrica è stato studiato per non far minimamente rimpiangere la versione a motore termico: lo spunto è pari a quello di uno scooter di cilindrata 100, agilità e fluidità di manovra si esaltano nel traffico urbano che viene affrontato con la massima disinvoltura. Ci spingiamo ancora più in là se sosteniamo che la vera sostanziale differenza è quella di muoversi in silenzio e senza minimamente contribuire all’inquinamento, con la possibilità e la libertà di circolare sempre, ovunque e comunque.
Il lavoro è stato ottimo, a conti fatti, perché il peso del veicolo resta invariato rispetto ad una Vespa tradizionale, con interventi che hanno bilanciato al meglio il posizionamento della batteria agli ioni di litio senza che questa sottraesse spazio al vano sottosella.

Per l’accensione basta premere un pulsante, e forse qualche nostalgico sarà istintivamente portato, almeno per le prime volte, a tirare anche la leva del freno… ma non è più necessario!
A quel punto, va selezionata la modalità di guida Power oppure Eco, ed il suo motore da 3,5 kW vi porterà in giro dove volete per 100 km, con tempi di ricarica completa dichiarati di circa 4 ore anche su presa domestica da 220 v.
Molto indovinata inoltre, come spunto di design, la scelta di far sbucare dallo spazio prima occupato dal bocchettone per la benzina il cavo lungo 2 metri per la ricarica.

Chi può guidare Vespa Elettrica… e chi no

 

Vespa Elettrica ha la stessa omologazione di un cinquantino, e può essere guidata a partire dai 14 anni di età, anche se… accennavamo ad un “ma”.
Il suo prezzo non è quel che si direbbe popolare, visto che da listino Vespa Elettrica costa 6.390 €.

L’innovazione stavolta è un po’ meno abbordabile, non proprio alla portata di tutti, anche se ci sentiamo convinti che una mirata strategia di marketing riuscirà ad abbattere anche questa diffidenza. Del resto, la mobilità elettrica rappresenta a tutti gli effetti il futuro, ed ignorarne prospettive e potenzialità non è più concesso!

 

Nuova Renault Clio semplifica la guida

Al Salone di Ginevra 2019, tra le numerose novità, c’è una debuttante di rilievo assoluto sulla quale molti si concentreranno in maniera quasi esclusiva, perché la Renault Clio costituisce una delle regine del segmento più importante in termini di numeri.

La quinta generazione della Clio è sì stata interamente riprogettata, mantenendo però un look che fosse riconducibile al modello precedente per non perdere né il family feeling né una evidente riconoscibilità che ne fa icona del marchio francese.
C’è qualche tocco in più di grinta ed aggressività sulla carrozzeria, mentre il maggiore lavoro è stato speso per rivoluzionare gli interni e l’abitacolo, adesso ancora più innovativi per l’introduzione dello Smart Cockpit, uno strumento con doppio display ed ispirato a segmenti superiori.

L’infotainment con i sistemi di connessione e le modalità di guida sono gestiti tramite lo schermo verticale posizionato sulla consolle centrale, mentre il guidatore ha davanti a sé (in varianti da 7 o 10 pollici) lo schermo che mostra le informazioni di viaggio e di crociera e tutto ciò che è connesso alla navigazione, con integrazione totale sia con Android Auto che con Apple CarPlay, e con connessione 4G per accedere in tempo reale a notizie sul traffico e sulla viabilità.
Su questa console di nuova concezione ci sono anche alcuni comandi manuali e la leva del cambio, ma tutto è stato interamente ridisegnato e ripensato anche nei materiali per offrire sensazioni di qualità più elevate, prendendo spunto dai gioielli più in alto nella gamma del marchio francese.

È cruciale restare sul tema della riprogettazione perché ciò ha anche permesso di introdurre una lunga lista di dispositivi ADAS per l’aiuto e l’assistenza alla guida, come recita l’acronimo che sta per Advanced Driver Assistance Systems: tali dispositivi sono oggetto di un concreto processo di democratizzazione da parte dei principali marchi generalisti, al fine di renderli disponibili (stante la loro importanza in termini di sicurezza) anche su veicoli appartenenti a segmenti di diffusione più popolare.
Renault ha raggruppato questi dispositivi sotto la dicitura Easy drive, che include quelli principali per categoria sotto le voci Guida, Parcheggio, Sicurezza e che offrono al guidatore serenità, comfort e continua assistenza.

Tutte le innovazioni di Nuova Clio

Tornando all’aspetto, la Nuova Renault Clio ha subito ritocchi nelle dimensioni che ora la vedono più ribassata ed allargata, e ciò aiuta anche per lo spazio disponibile a bordo: dicevamo però che è il fattore che è stato meno ritoccato in questa nuova serie, e lo dimostra anche una gamma di motori totalmente aggiornata.

Sono ben 9 le combinazioni possibili se si considerano benzina e diesel e le diverse trasmissioni, potendo contare sui 3 cilindri benzina 1.0 SCe da 65 o 75 cavalli, sul 3 cilindri 1.0 TCe da 100 cv e sul 4 cilindri 1.3 TCe da 130 cv. I diesel invece saranno due, il Blue dCi 1.5 in varianti da 85 o 115 cv.

Va detto però che è stato annunciato entro il 2020 il debutto di un sistema Full Hybrid denominato E-TECH, che abbinerà un motore benzina 1.6 di nuova concezione a ben 2 propulsori elettrici e che potrà lavorare per l’80% del tempo in modalità zero emissioni in guida urbana grazie al recupero di energia in frenata.
Rappresenta un ulteriore passo compiuto anche da Renault verso una mobilità più consapevole e sensibile alle tematiche ambientali, ma anche un vero vantaggio per i portafogli grazie ai risparmi di carburante che saranno garantiti, oltre alle possibilità di accedere agli Ecobonus governativi.

Ecotassa in vigore da oggi: chi paga, e quanto?

Scatta oggi in tutta Italia ed in tutta la sua detestabilità la tanto annunciata ecotassa di circolazione o ecotassa auto, un’imposta volta a colpire le auto più inquinanti ed i loro proprietari, anche se per fortuna solo al momento dell’acquisto, essendo da versare una tantum.

La manovra economica, su esplicita richiesta dell’Unione Europea, ha dovuto subire una profonda revisione rispetto a come era inizialmente stata concepita soprattutto per il meccanismo bonus-malus che in essa era incluso.
La versione definitiva ed approvata ha così coinvolto solo le super-car, le auto di lusso ed i SUV, lasciando in pace vetture di piccola cilindrata (ad esempio Panda, Ka ed altre) che in un primo momento sembravano interessate dalla manovra: fortunatamente ha prevalso il buon senso, e le city-car oltre ai segmenti più “modesti” non sono stati inclusi.

In più, la manovra ha anche confermato in via definitiva il bonus per chi acquista auto a più bassi livelli di emissioni, una cifra che nel caso di veicoli ibridi ed elettrici arriva fino a 6.000 €.

Chi deve pagare l’ecotassa

Il gettito aggiuntivo che entrerà nelle casse statali, stimato intorno ai 300 milioni di € per l’anno in corso ma destinato a crescere in seguito servirà proprio a finanziare il meccanismo degli ecoincentivi sui quali tutti i principali marchi stanno basando le campagne pubblicitarie per attrarre i clienti con corposi sconti.
Come abbiamo detto, ad essere colpiti sono soprattutto gli acquirenti dei SUV, non tanto in base al valore di acquisto della loro automobile quanto nella misura relativa all’impatto che essa ha sull’ambiente. A tale proposito è stata stilata un’apposita tabella impostata su 4 scaglioni specifici, con la sovrattassa che scatta a partire da un livello di emissioni pari a 160 g/km di CO2.

La tabella scaglioni dell’ecotassa

 

  • Da 160 e fino a 174 g/km di CO2 l’importo fissato è di 1.100 €;
  • Sopra i 175 e fino a 199, la tassa ammonterà a 1.600 €;
  • A partire da 200 e fino a 249 g/km di CO2, si sale fino ad una tassa di 2.000 €;
  • Infine, i veicoli che superano i 250 g/km di CO2 sono i più penalizzati, con una tassa pari a 2.500 €.

I valori che faranno testo ai fini della determinazione dello scaglione di appartenenza possono essere reperiti sulla carta di circolazione del veicolo alla voce V7, e sono stati rilevati secondo il ciclo NEDC (anche se a tal proposito non si comprende bene perché non sia stato preso in considerazione il nuovo protocollo WLTP).

Il restringimento della platea ai soli SUV ed auto di lusso comporterà ovviamente anche un contenimento di coloro che potranno accedere al cosiddetto ecosconto o ecobonus.

Chi può usufruire dell’ecobonus?

Anche nel caso dell’emendamento alla manovra sul fronte bonus è stata stilata una tabella di riferimento per conoscere gli importi.
Vetture con emissioni comprese tra 70 e 90 g/km di CO2 avranno accesso ad un bonus di 1.500 €, che sale a 3.000 € nel caso di emissioni di CO2 comprese tra i 20 e i 70 g/km (ad esempio, la Toyota Yaris 1.5 Hybrid, per darvi un’idea più chiara); l’incentivo più elevato e pari come detto a 6.000 € riguarderà veicoli particolarmente virtuosi con emissioni comprese tra 0 e 20 g/km di CO2, ovvero tutte le auto elettriche e poche altre.

Le reazioni restano contrarie

Il settore automotive, nonostante queste sostanziali modifiche apportate alla manovra rispetto alla sua versione iniziale, ha mantenuto comunque una valutazione negativa sulla manovra nel suo complesso.
Associazioni di categoria quali la Federauto, l’Anfia e l’Unrae si sono mantenute scettiche su una tassa che hanno paragonato al Superbollo, aggiungendo la critica sulla inefficacia dal punto di vista dell’inquinamento.
Viene semplicemente considerato un nuovo, ulteriore gravame fiscale che in più metterà in difficoltà sia il bilancio statale che il settore dell’occupazione.
Viene portato come esempio la minaccia da parte del Gruppo FCA di una revisione del piano industriale riservato agli stabilimenti italiani per i prossimi 5 anni nel caso di approvazione dell’ecotassa nella sua prima versione, anche se nessun commento è giunto dallo stesso Gruppo, almeno per ora, sulla versione entrata in vigore.