Archive for ottobre 2015

BMW X6: grande, grossa e… bella!

Una macchinona dalla linea estremamente spregiudicata: con questi commenti venne accolta al momento del lancio, circa 7 anni fa, la BMW X6, che ha in pratica inaugurato il segmento delle SUV-Coupé estremizzando il criterio crossover.
Al pubblico però è piaciuta, e tanto, se nel mondo l’hanno scelta in oltre 250.000 acquirenti: ed è per questo che in Baviera hanno deciso di rispolverarla con una seconda generazione che ha mantenuto vive tutte le caratteristiche, con una derivazione dall’antenata più che evidente a partire dal tetto arcuato.

È tutt’altro che uno scricciolo, pesa circa due tonnellate, e tanta imponenza fa il paio con un abitacolo ampio e confortevole, ma allo stesso tempo con una generale impostazione sportiveggiante: la nuova generazione di BMW X6 sa infatti essere molto spigliata, grazie anche ad un’elettronica che aiuta a gestire al meglio le motorizzazioni, che in alcuni casi sono davvero “esagerate”.
La soluzione che andrà per la maggiore è di certo il 3.0 turbodiesel, declinato in 3 diverse potenze fino ad un massimo di 381 cavalli, ma qualcuno potrebbe anche scegliere il motore 8 cilindri i cui 575 cavalli sono tenuti a bada in scioltezza dal cambio automatico ad 8 rapporti.

Bisogna comunque riconoscere che la parentela con la BMW X5, ossia la berlina da cui deriva questo SUV, è assai evidente, non solo nel muso ma in un generale “family feeling“, e si potrebbe dire che la scelta tra le due vetture sarà dettata principalmente dallo stile personale e dalla “stazza” degli occupanti, perché il particolare tetto spiovente della X6 rende il divanetto posteriore poco adatto agli spilungoni.

La nuova BMW X6 è un’auto che viaggia su cifre di tutto rispetto, quanto a listini: la più economica si posiziona sopra i 70.000 €, ma del resto stiamo parlando di un modello che si rivolge ad un pubblico ben preciso e selezionato, e certo non a chi punta al risparmio con un’utilitaria!

Skoda Superb è una ammiraglia da conoscere

Alcuni giorni fa vi abbiamo parlato del profondo rilancio stilistico in corso in casa Skoda, il marchio della Repubblica Ceca che, con la spinta del Gruppo Volkswagen di cui fa parte, si sta proponendo come validissima alternativa alle più blasonate Premium tedesche.

Dopo la totale rinascita della Fabia, le attenzioni si sono spostate verso l’ammiraglia di casa, la Skoda Superb, una vettura che solo per una manciata di centimetri non raggiunge i 5 metri di lunghezza e che ha ricevuto una corposa iniezione di stile. Il suo sviluppo parte dalla stessa piattaforma della Passat, e la linea garantisce a bordo spazio in quantità per tutti i passeggeri, con un comfort eccellente frutto anche di un’insonorizzazione impeccabile, ed un bagagliaio realmente oversize, oltre 6 litri di capienza come minimo.

La guida, con il suo passo lungo, è estremamente stabile, ed è coadiuvata da numerosi ritrovati tecnici e tecnologici, che equipaggiano anche la versione base, tra cui il sistema Stop&Start, il volante a tre razze in pelle, il monitoraggio della pressione gomme.
Il Cruise Control si fa particolarmente apprezzare su un veicolo proposto con due motori 2.0 Turbodiesel (da 150 o 190 cavalli) ed un altro 2.0, in questo caso a benzina, che con ben 280 cavalli assicura prestazioni davvero brillanti, anche perché combinato con il cambio automatico DSG e la trazione integrale.
Completa il lotto di motori un più contenuto benzina 1.4, il più “economo” in fatto di consumi ma in grado di riservare sorprese, mentre qualche mese dopo il lancio ufficiale della Superb, previsto in autunno, verrà proposto anche il Turbodiesel 1.6.

Con simili caratteristiche, la Nuova Skoda Superb può sfidare senza timori le grandi Premium tedesche, forte di un listino di certo più contenuto (il massimo cui si può arrivare, per una top di gamma full optional, è poco sopra i 40.000 €).
Sappiamo già, inoltre, che in Italia, per le caratteristiche proprie del nostro mercato, alla berlina sarà affiancata anche la versione familiare Station Wagon.
Si farà apprezzare per la ricchezza delle sue opzioni, e con le sue cifre di listino contenute (se si considera la categoria di appartenenza) sarà un avversario ostico per i marchi più blasonati.

Renault Kadjar, seducente crossover

Il 2015 di Renault è stato per certi versi l’anno del crossover, rigirato in varie salse tutte accattivanti. Il successo ottenuto con Renault Captur, urban crossover compatto con cui il marchio della losanga ha debuttato nel settore, ha infatti convinto tutti che era il momento di spingere forte sull’acceleratore in quel senso, andando a declinare questo concept al quale ormai nessun marchio generalista può sottrarsi, in tutte le taglie.

Così in piena estate è spuntata dal cilindro Renault la Kadjar, brillante ed accattivante crossover di taglia maggiorata rispetto alla Captur dalle quale riprende le linee, e con un nome esotico ed un look che la pone in diretta concorrenza con il Nissan Qashqai, che primeggia in Italia nel settore. Le forme come detto sono riprese proprio dalla sorellina minore, ma le dimensioni accresciute rendono Kadjar ancora più versatile, ed adattissima alla famiglia piuttosto che a coppie o single.

Le 4 versioni previste, con allestimenti a salire, rispecchiano proprio il desiderio di esclusività: già sulla versione base Life troviamo strumenti di tutto rispetto come il Cruise Control o l’Hill Assist; gradualmente si aggiungono i cerchi da 17″ o addirittura da 19″, i sensori luce e pioggia, la retrocamera, fino ad arrivare al top di gamma, il Bose, con impianto hi-fi Bose Sound System.

Kadjar è spaziosa ed assicura tento comfort a bordo, eppure riesce a mantenere dimensioni compatte con 5 comodi posti. La sua lunghezza, 4,45 metri, è in realtà “mascherata” dalla particolare linea del cofano motore, mentre l’aerodinamica generale mantiene questo crossover molto stabile e ben piantato sull’asfalto anche in curve impegnative.
La sua ottima qualità costruttiva la rende un’avversaria temibile per tutte le concorrenti alle quali cercherà di sottrarre clienti, in una sfida apertissima che Renault ha lanciato a modelli quali Ford Kuga e Volkswagen Tiguan.

Renault ha così completato l’offerta per i crossover, da piccolo a medio, dopo aver trasformato in grande crossover la storica Renault Espace, anch’essa già protagonista sulle nostre pagine!

Lo spirito british di Range Rover Evoque

Quando venne lanciata nel corso del 2011, la Range Rover Evoque già tradiva uno sfarzo molto “trendy”, per un veicolo che nasceva al fine di soddisfare palati sofisticati e modaioli, ma in pochi si aspettavano un apprezzamento così diffuso anche in un pubblico più trasversale: dal lancio, i clienti che l’hanno scelta sono stati quasi 450mila!

È questa la molla che ha fatto scattare in casa Land Rover l’idea di proporla in allestimenti sempre più cool, spesso in edizione limitata, come nel caso dell’Union Jack Pure Tech.
Molto spesso, come in questo caso, questi diversi equipaggiamenti contengono un richiamo sfacciato all’Union Jack, la bandiera del Regno Unito, che viene proposta ovunque sia possibile sulla carrozzeria ma anche negli interni.

È di certo la sua linea del tutto particolare ad aver fatto le fortune di Evoque: difficilmente si vedrà in giro un altro SUV compatto con un portellone posteriore così riconoscibile!
La versione Union Jack è spinta da un bel turbodiesel 2.2 dalle possenti prestazioni, che coadiuvato dall’elettronica e dal cambio hi-tech, un automatico a 9 marce, assicura di viaggiare in tutta tranquillità su qualsiasi terreno e con qualsiasi pendenza.

Per averla, servono poco meno di 50.000 €: una cifretta non da poco, ma sappiamo bene che chi ama far sfoggio del proprio status anche quando è al volante è anche chi può permettersi cifre di questo genere!

Il mito Ducati Scrambler è di nuovo in giro!

L’appagamento di un piacere di guida unico e della sensazione di essere in sella ad un autentico mito a due ruote è il vero jolly calato da Ducati, che dopo cinquant’anni torna a riproporre la leggendaria Scrambler mantenendo fede, in questa riedizione datata 2015, ai criteri di essenzialità che hanno reso immortale la sua antenata.

Serbatoio a goccia, parafanghi al minimo, un faro che fa molto vintage e tutto per essere considerata icona: del resto, la versione base di Ducati Scrambler è stata chiamata proprio Icon!

Un sellone bello ampio e manubrio alto alla vecchia maniera aiutano a gustarsi ancora di più le prestazioni del suo motore da 800 cc, un bicilindrico nato per essere corposo e generoso nelle sue progressioni e che in fase di scalata è aiutato dalla frizione anti saltellamento, l’unico trucchetto su una moto che, per tenere fede al suo spirito, fa a meno di tantissimo giochetti elettronici ad eccezione dell’ABS, previsto di serie.,

Siete pronti per balzare in sella al mito Scrambler?

Seat Ibiza I-Tech, quanto lusso per il compleanno!

Qualcuno forse ricorderà che nel corso del 2014 un’automobile importante per la sua diffusione anche sul mercato italiano come la Seat Ibiza ha festeggiato i 30 anni dal suo primo lancio. Una carriera così longeva si è meritata una celebrazione di tutto rispetto, con la commercializzazione, avvenuta proprio nella prima metà di quest’anno, di una sua versione I-Tech, super accessoriata e con dotazioni ipertecnologiche da lasciare realmente senza fiato.

L’aspetto esteriore non è stato ritoccato ed ha mantenuto l’equilibrata armonia tra spigoli e curve che abbiamo imparato ad ammirare sull’ultima generazione di Seat Ibiza. Questa versione “da anniversario” ha però aggiunto al suo outfit degli affascinanti cerchi in lega bruniti da 16 pollici, mentre gli interni sono stati costellati un po’ ovunque, persino sui tappetini, dal badge identificativo I-TECH.
Quasi una limited edition, verrebbe da pensare, i cui punti di forza più genuini stanno in dotazioni che, una volta al volante, non fanno rimpiangere nulla né dal punto di vista della sicurezza né del divertimento.

Immancabile il navigatore satellitare incorporato nel sistema Navi&Drive; un volante polifunzionale dal quale è possibile gestire quasi tutto; e poi la possibilità dello streaming audio ed un computer di bordo che ovviamente prevede la connettività BlueTooth.

Seat ha voluto declinare questa sua versione della festa su tutte le carrozzerie di Ibiza che conosciamo, per cui è stata resa disponibile sia a 3 che a 5 porte oltre che nella brillante familiare.

Bisogna proprio riconoscere che, da quando Giorgetto Giugiaro disegnò Ibiza, più di 30 anni fa, questa spagnola di successo di strada ne ha fatta davvero tanta!

Tivoli, una coreana dal look accattivante

Nel novero dei marchi dell’Estremo Oriente, le coreane come la Kia hanno avuto bisogno di un po’ di tempo – e di progetti adeguati anche stilisticamente – per diventare credibili anche in Europa, e soprattutto appetibili. Kia ci è riuscita dopo grandi sforzi, a partire dalla Sorento, un SUV che è stato capace di invertire la tendenza ed attirare attenzioni diventando vero trampolino di lancio per tutta la gamma.

Gli stessi sforzi o quasi li sta ora compiendo la SsangYong, che è fino ad ora stata penalizzata da look poco appetibili per giustificare i quali non erano sufficienti i prezzi assai al ribassi rispetto alle dirette concorrenti. Sembra quasi che questa Tivoli abbia sentito il parere di un consulente d’immagine prima di lanciarsi sul mercato, perché ha una linea finalmente moderna e quasi vezzosa; ciò testimonia tra l’altro l’intenzione del marchio di far salire a bordo della Tivoli soprattutto un pubblici europeo, notoriamente più snob ed attento alle linee della carrozzeria.

Le ambizioni della SsangYong Tivoli sono alte, lo si nota anche dagli equipaggiamenti che di certo non sono da “piccola”, perché prevedono ad esempio l’Hill Assist e lo sterzo regolabile elettricamente oltre alla possibilità del cambio automatico Aisin. Questa crossover compatta parte con un motore 4 cilindri benzina da 1.6, ma presto la gamma sarà arricchita anche da un diesel e dalla trazione integrale, il che farà ulteriormente lievitare il prezzo.

Il marchio coreano è stato acquisito dall’indiana Mahindra, che per innescare il salto di qualità ha compreso la necessità di puntare sull’immagine: strizza inoltre l’occhio proprio all’Italia, dove spera di ripetere le gesta di connazionali come la Soul o la Sorento, omaggiando con il suo nome la splendida cittadina laziale.

Honda Civic, intramontabile evoluzione

C’è un modello di quattro ruote Honda che sembra essere destinato ad una “carriera” ancora molto, molto lunga, se si prende in considerazione il successo che riscuote e che non accenna a diminuire, generazione dopo generazione. Si tratta come avrete intuito di Honda Civic, un modello che è attualmente alla sua nona serie e che di recente è stata sottoposta a ulteriori piccoli ritocchi per esaltarne al massimo il comfort di bordo, con spazi ampi per i passeggeri che sono accolti da materiali e tessuti di grande prestigio.

Anche il cruscotto è stato rivisto e rifinito in un elegante nero metallico, mentre il suo look generale è ora ancor più grintoso e filante del solito, in special modo nell’allestimento Sport.
Interessante anche il suo assetto, molto stabile e “schiacciato” al suolo nonostante il motore turbodiesel 1.6 sia davvero generoso e scattante.
In modalità Eco, e mantenendosi ad una velocità costante di 100 km/h, riesce davvero a consumare solo 1 litro di carburante per cento km: se poi ci si vuole divertire per davvero, basta disinserirla e smanettare il suo agile cambio da 6 rapporti!

Tanta cura nella sua realizzazione non poteva certamente mettere in secondo piano la sicurezza: a bordo infatti troviamo un’assistenza totale, se scegliamo il pacchetto Adas (che sta per Advanced Driving Assistance System): un dispositivo completo che riconosce i segnali stradali, controlla la carreggiata ed avverte in caso di ostacoli. In più, c’è la retrocamera che aiuta concretamente nel parcheggio.

Honda Civic è la più longeva autovettura presentata sin dal 1972 con lo stesso nome, se si esclude la Toyota Corolla. Il suo stile ha attraversato i decenni ed è oggi sempre più brillante!

Aston Martin DB10, nata per il cinema!

La grande attesa per tutti i fan dell’agente speciale James Bond, noto anche come 007, è quasi terminata: sarà nelle sale il prossimo mese l’ultimo film della serie, “Spectre“, diretto ancora una volta da Sam Mendes ed ancora una volta con il volto e tutto il carattere di Daniel Craig. E se qualcuno pensava che il sodalizio tutto britannico tra l’agente al servizio di Sua Maestà e le Aston Martin si fosse interrotto… sarà smentito da un modello assolutamente unico!

James Bond sarà infatti al volante di un prototipo di Aston Martin realizzato in soli 10 esemplari e con la supervisione dello stesso regista: DB10 il nome della vettura, una coupé a due porte dalle linee meravigliose e coinvolgenti, così centrale nel film da essere stata definita “il primo componente del cast”!

È una tradizione che continua e che si rinnova, dal momento che in ben 11 dei 24 film della serie è stata presente una Aston Martin, dalla DBS alla DB5 passando per V8 Vantage e V12 Vanquish.

L’ultimo modello, sviluppato come detto appositamente per “Spectre“, segna una svolta in casa Aston, è una supercar descritta come la più esclusiva mai progettata con linee forti e nitide: non è ancora dato sapere se Aston Martin DB10 entrerà in produzione per diventare ufficialmente di serie, o se resterà solo una meraviglia di tecnica ed estetica da ammirare esclusivamente sul grande schermo… con la speranza che l’agente speciale 007 non le faccia fare la stessa fine della DB5 andata distrutta nel precedente film “Skyfall”!

Mini John Cooper Works nasce per farsi notare

Per chi alla guida vuole soprattutto divertirsi, l’ultima versione della Mini, la John Cooper Works, è la scelta vincente. È nata per piazzarsi al vertice della gamma Mini sotto tutti gli aspetti: prestazioni, potenza, qualità degli interni, guida sportiva: nessuno può restare deluso da un veicolo che ha sì un assetto un po’ rigido, il che si fa apprezzare sui manti stradali uniformi e nelle curve impegnative, ma che ne sa contenere alla grande i disagi su strade più sconnesse ed irregolari.

Il merito va anche ad un motore che sa regalare progressioni costanti e rassicuranti: il suono del suo turbo benzina 2.0, oltre ad essere riconoscibile, è gradevole ed infonde quasi un senso di “appartenenza” a chi si vota ad una quattro ruote dalla caratterizzazione così marcata. Al divertimento contribuisce anche il cambio Steptronic, un automatico a 6 marce che si può anche gestire tramite le palette al volante, un’opzione che in realtà è un po’ cara.
Si possono selezionare 3 diverse modalità di guida, dalla sobria Green fino a quella più estrema ed aggressiva, la Sport, per un comportamento leggermente più “nervoso”. Il tutto su un veicolo che non raggiunge i 4 metri di lunghezza e può quasi dare la sensazione di un super kart stradale!

E poi ci sono gli interni: sedili come ovvio sportivi per un’auto che nasce privilegiando solo i due passeggeri anteriori, una plancia che rispetta in pieno il “family feeling” con il classico grande blocco circolare ed una marea di optional e comandi per la sicurezza e l’intrattenimento di bordo, e con un interessante head up display.

Tra gli altri optional spuntano poi anche tantissime personalizzazioni disponibili per la carrozzeria: Mini John Cooper Works è pensata già come auto dalla spiccata personalità, ma di certo chi ne sceglie l’impronta sportiva lo fa per non passare inosservato!