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Le concept car più belle della storia

Di concept cars nella storia ne sono state realizzate tante. Modelli unici utilizzati essenzialmente come prototipi di autovettura, basati su uno o più temi specifici. Al fine di creare nuovi concetti di utilizzo, attraverso funzioni o design che possono essere assolutamente innovativi o anacronistici rispetto alla propria epoca, le concept cars rimangono – tutt’ora – dei grandi modelli che solo osservare è grande cosa. Modelli che hanno anticipato le moderne auto, proiezioni fantasiose al futuro o molto altro sono i principi fondamentali di alcune tra le concept car più belle della storia proposte da Conceptcars.it. Vediamone qualcuna.

 

Cadillac Cyclone

Partiamo con la Cadillac Cyclone, l’ultimo grande capolavoro di Harley Earl. L’auto fu pensata rispettando i canoni relativi al design del tempo: grande l’attenzione a design spaziali e missilistici, ma allo stesso il senso di avanguardia non poteva essere meglio reso.

A partire dal tettuccio, che offre una visione a 360°, che – insieme alle porte – si apriva secondo un sistema non convenzionale, regolato da meccanismi di apertura a scorrimento. E poi i sensori radar, posti nei coni anteriori dell’auto, in grado di rilevare tutti i pericoli possibili e segnalarli al conducente attraverso spie luminose o suoni di allarme. Senza dimenticarsi, poi, del rivestimento dell’automobile in grado di proteggere dai raggi UV, e del motore V8 da 390 pollici cubici valutato a 325 cavalli (con trasmissione Hydra-Matic a tre velocità). E pensare che si era soltanto negli anni ’50.

 

BMW GINA

La Geometry and function In “N” Adaptations. («geometria e funzioni in “n” adattamenti»), comunemente indicata come GINA, fu un auto presentata per la prima volta dalla casa automobilistica tedesca nel 2008. Si trattò dell’auto del futuro, così come indicò l’ispirazione alla BMW Z4, che nella sua stessa Z di ”futuro” (Zukunft) stava ad indicare tutte le potenzialità dell’auto. La N della GINA indicava proprio le grandi potenzialità dell’auto: sigla che in matematica indica un numero naturale, stava ad indicare la molteplicità di adattamenti dell’auto, pensata per assecondare in ogni modo le richieste da parte dei conducenti.

Ed è proprio la grande interazione tra auto e guidatore a essere alla base dell’auto: ogni elemento era infatti perfettamente connesso all’altro, per un senso di unicità totale che poneva il conducente nelle migliori condizioni di guida possibili.

 

Fiat Phylla

Nonostante l’interruzione dei progetti che avrebbero portato, entro il 2010, alla produzione in serie della Fiat Phylla, la concept car fu realizzata con il tanto ambizioso progetto dell’autosufficienza. I pannelli solari fotovoltaici da 3,4 kW e una cella combustibile a idrogeno da 1 kW sono i due principi fondamentali della Phylla; in questo modo, era così garantita all’automobile un’autonomia di 18 chilometri al giorno. Inserendo, poi, la spina all’interno della corrente quella stessa autonomia aumentava fino a 220 chilometri quotidiani (con il modico costo di un euro ogni 100 chilometri).

La Phylla – termine greco che, tradotto, è “foglia” - non aveva soltanto nelle sue grandi funzionalità il motivo di tanto successo. Il suo design accattivante si basava su un’assenza di quelle caratteristiche che, di solito, definiscono una vettura fotovoltaica: auto non bassa e schiacciata, dalla misura di 2995 mm di lunghezza, 1610 mm di larghezza e 1500 mm di altezza.

 

Ferrari Pinin

L’auto che riuscì a impressionare Luca Cordero di Montezemolo, non sfigurando affatto nel Salone dell’Automobile di Torino del 1980. Insieme alla Ferrari Pinin c’erano, infatti, una Lancia Astura del 1937, una Cisitalia 202 del 1947, una Lancia Aurelia B20 del 1951, un’Alfa Romeo Giulietta del 1954 e una Ferrari 250 GT del 1961. L’auto fu dedicata a Battista Farina, detto Pinin. Da qui il nome della Ferrari Pinin, che fu dedicata a suo padre da Sergio Pininfarina.

“L’abbiamo battezzata Pinin in ricordo e in omaggio al fondatore della nostra società. Ci auguriamo che questa Ferrari Pinin piaccia al grande Enzo Ferrari e che sappia portare nel mondo un altro messaggio della perfezione meccanica e del design italiano”, scrisse Sergio Pininfarina. Ne derivò un auto dal design futuristico, con linee sinuose e allo stesso tempo nette, sedili in pelle Connolly (che rivestì l’intero abitacolo), la regolazione dei sedili e, infine, il doppio impianto stereofonico.

Concept Peugeot Rifter 4×4, tagliato per l’avventura!


Chiunque sia affascinato dall’idea di coniugare un veicolo versatile e polivalente con il proprio desiderio di avventura e la propensione ad esplorare terreni e strade sconosciuti, sgranerà gli occhi di fronte al Peugeot Rifter 4×4!
Una concept car come questa, nata dalla collaborazione tra il marchio francese e Dangel, riesce addirittura a farsi definire “show-car“, tante e tali sono le trovate stilistiche e tecniche che la impreziosiscono.

Sappiamo bene quanto i marchi anche generalisti puntino ad alzare l’asticella delle aspettative e delle ambizioni proponendo varianti esclusive, spesso in edizione limitata o a volte nemmeno destinate alle concessionarie. Non si tratta di banali esercizi di stile ma di dimostrazioni di forza e di creatività che servono anche a valorizzare il marchio in sé, accrescendo il generale senso di qualità che il mercato e gli addetti ai lavori percepiscono.

Nel caso del Concept Peugeot Rifter 4×4 le attenzioni si sono tutte concentrate sulla messa a punto di un gioiello munito di ogni comfort per chi intende l’automobile come strumento polivalente da sfruttare per escursioni sotto le stelle, viaggi avventurosi, scoperta di luoghi inesplorati.
Rispetto al modello base che presto entrerà in gamma e che Peugeot presenterà al Salone di Ginevra come una vera novità della sua offerta, questo concept si presenta con la trazione integrale, assetto rialzato e pneumatici specifici per terreni più accidentati.
Lo stile della carrozzeria risponde in pieno ai criteri che deve possedere una concept car, perché sono stati previsti dettagli per personalizzarla e renderla inconfondibile ed incisiva giocando con un vistoso contrasto di colori. La base grigia e nero opaco e impreziosita da decori e materiali, fiancate e frontale hanno subito ritocchi che comunicano carattere e dinamismo, ed ovunque spicca il nome Rifter ben impresso, a ribadire l’identità di un veicolo che poco ha di ordinario.

Numerosi anche gli accessori, dalle barre al tetto ai cerchioni specifici, ma deve senza dubbio essere presa in considerazione la tenda Overland montata sul tetto, l’elemento che meglio riesce a svelare l’indole di un veicolo pensato per l’avventura!

Agli interni è stata dedicata una cura molto speciale: il centro stile Peugeot ha lavorato per ottenere sedili specifici ed inconfondibili, con inserti in rilievo e largo uso dell’Alcantara su cui spiccano le impunture in giallo accesissimo, riproposte anche sul cambio e sul cruscotto.
Non poteva di certo fare a meno, per essere fedele e in linea con il family feeling complessivo, del Peugeot i-Cockpit, la cui plancia è stata finemente arricchita con inserti in acciaio e giochi di colori che esaltano il nome Peugeot, ovunque bene in vista.

A proposito di mobilità alternativa ed esplorativa, non possiamo di certo tralasciare che il Concept Rifter 4×4 prevede anche di potersi allontanare dall’area di stazionamento dove si sono messe le tende a bordo di uno strumento che farà gola a tanti, la mountain bike elettrica Peugeot eM02 FS Powertube equipaggiata di batteria integrata direttamente nel telaio.
Lo stile unico del Concept Peugeot Rifter 4×4 è un concentrato di adrenalina per chi su 4 ruote voglia uscire dai soliti schemi e concedersi esperienze straordinarie!

 

Fiat 500L Tiberio by Castagna, il più originale dei taxi!

L’amore per l’oggetto auto è la caratteristica basilare nel lavoro della Carrozzeria Castagna, un’officina milanese definita Dream Factory e la cui storia affonda le radici addirittura nel 1800.
A noi però interessa il suo rilancio dopo un periodo di appannamento ed il lavoro portato avanti oggi, quello di officina di tuning ed elaborazione che, in collaborazione con i più prestigiosi marchi ne modifica modelli selezionati con l’inconfondibile tocco Castagna, sintetizzando nuove soluzioni per esterni ed interni e creando delle autentiche concept car.

L’esempio più recente è la customizzazione di una Fiat 500L nata con il preciso intento di omaggiare l’isola di Capri ed i suoi originalissimi taxi, anzi le “spiaggine-taxi” che spopolavano tra i ’50 ed i ’60 con i loro colori e le forme così strane.
Su di esse si spostavano vip e divi del cinema nei loro trasferimenti dalla spiaggia ai lussuosi hotel, in un’atmosfera ispirata alla “Dolce Vita”.

Capri però è anche stata l’isola preferita dall’imperatore romano Tiberio, che a lungo ha vissuto nella sua sfarzosa Volla Jovis.
Così, Castagna ha trasformato un allestimento Living della 500 oversize nella Fiat 500L Tiberio, un taxi il cui tettuccio è dotato di vetro panoramico.
L’intervento di carrozzeria più consistente riguarda coda e fiancate, che sono state allungate per ospitare la spiaggetta posteriore i cui interni, hanno pianale antigraffio e sono interamente rivestiti in teak e mogano, con la capacità di ospitare fino a 4 grandi valige.

Tanti dettagli sono stati rivisti in stile retrò, come i gruppi ottici, le nervature che abbracciano la coda fino ai fanali proprio come nei veicoli anni ’50, o l’abitacolo, che può essere personalizzato a piacimento nelle modanature e dove tutto, come da scuola Castagna, è realizzato in materiali di gran pregio che richiamano lo stile nautico ed assicurano a bordo un’esperienza fatta di massimo comfort e di raffinata eleganza.
Il tetto ad esempio, non quello di una comune decappottabile (il che avrebbe compromesso la capacità di carico) ma una cornice con diversi livelli di protezione e chiusura a seconda delle stagioni; i sedili, in morbida Alcantara; il cruscotto, i poggiabraccia ed i pannelli alle portiere, con inserti in pelle pregiatissima.
Tra gli accessori poi scopriamo un’originale e curiosa “doccetta”, ideale per rimuovere i residui di sabbia e mantenere il taxi sempre perfettamente accogliente.

Un viaggio a bordo di Fiat 500L Tiberio by Castagna è un’esperienza che farà gola a qualsiasi turista VIP appena attraccato al porto di Marina Grande!

Il lusso della BMW del futuro

Per una volta vogliamo evadere dall’ordinario e non parlarvi delle “solite” berline, city car, crossover… stavolta vogliamo sognare con un’auto di lusso che ancora non esiste, almeno non nelle concessionarie.

Di certo le più grandi ammiraglie dei marchi cosiddetti Premium sono già oggi delle luxury car provviste di ogni tipo di tecnologia o comodità, quasi dei salotti viaggianti. BMW ha voluto immaginare e realizzare qualcosa di ancora più avanzato con il concept Vision Future Luxury, che va oltre tutto il lusso che si sia mai visto a bordo di un’autovettura.
Se ricordate la BMW Gran Lusso Coupé, quella con design Pininfarina, non avrete difficoltà ad associare le due linee: si tratta però di una vistosa evoluzione di quel progetto, non solo dal punto di vista stilistico ma anche degli interni, dove è evidente l’enfatizzazione del lusso coniugato ed applicato a tutti i passeggeri.

I sedili singoli sono delle vere poltrone accessoriate anche con tavolino a scomparsa, mentre gli schienali dei sedili integrano monitor ed illuminazione personale per ciascun passeggero, dando l’impressione di viaggiare su una primissima classe business a bordo di un aeromobile.
Il tutto con rifiniture e materiali di assoluto pregio che arricchiscono lo spazio, come il legno di tiglio, seta, pellami di prima scelta.

Tecnica aerodinamica e tecnologia non sono da meno: il ricorso alla fibra di carbonio in cui è modellato il suo Cx è stato massiccio, i gruppi ottici presentano tecnologia al laser ed Oled, mentre il guidatore beneficia dell’evoluzione dell’head up display al quale si aggiunge la caratteristica “vision” e che si trasforma così in strumento capace di generare immagini di realtà aumentata.

Si spaccia per una coupé a 4 posti ma questa BMW Vision Future Luxury è in realtà una superberlina che apre nuovi sbocchi ed una nuova frontiera per i temi futuri che BMW porterà avanti, un concept particolarmente ispirato che dimostra come designer ed ingegneri non abbiano ancora esaurito la fantasia.

Citroën C4 Cactus esce dai canoni!

Il suo nome aiuta a comprendere la filosofia minimalista che anima l’intero progetto: Citroën C4 Cactus infatti eredita dalla pianta desertica tutta l’essenzialità del saper fare a meno del superfluo, e ad esempio perde circa 200 kg rispetto alla C4 classica, il che le permette di essere particolarmente morigerata nei consumi, arrivando a 3,4 litri/100km.

È vero, si è pensato a “togliere” per ottenere un veicolo spartano, ma che non per questo passa inosservato, anzi. Gli Airbump in poliuretano termoplastico che rivestono le fiancate sono un interessante shock estetico e garantiscono protezione dagli urti, contribuendo ad una linea senz’altro originale. Dimensioni contenute per questo Minisuv, lungo appena 4,16 metri, ma spazio e comfort al suo interno in primo luogo grazie alla luce che proviene dal tetto in vetro, e poi grazie ad un ripensamento dell’abitacolo nel quale troviamo una prima mondiale, l’Airbag in roof che invece di occupare spazio davanti al passeggero è integrato nel padiglione.

A bordo poi non manca tecnologia, con un cambio automatico altamente performante e gestito da pulsanti, con la possibilità di cambiare marcia manualmente tramite le palette al volante; tecnologie avanzate m mai ridondanti, come lo schermo touch da 7″ di serie su tutti i modelli.
I livelli di allestimento sono 3, a partire da un prezzo di listino di € 14.950, mentre le motorizzazioni includono oltre a 2 diesel (92 o 100 cavalli) e 2 benzina (75 ed 82) anche un brillante turbo da 110 cavalli.

È presto per conoscere l’apprezzamento da parte del pubblico italiano nei confronti di questa novità Citroen, perché la sua commercializzazione è scattata solo nel mese di settembre, tuttavia noi di NonSoloAutomobili avevamo già intuito che le potenzialità della concept car svelata al Salone di Francoforte nel 2013 erano notevoli!

Lusso e sorprese sulla S-Max Vignale Concept

Ford Europa punta sull’evoluzione della sua gamma, per affiancarle una selezione parallela di veicoli con caratteristiche più lussuose. Dopo la Mondeo, è toccato alla Ford S-Max rifarsi il trucco, passando sotto le sapienti mani della prestigiosa carrozzeria italiana Vignale che ha donato alla vettura un “abito da sera” ricco di charme.

Ford S-Max Vignale Concept è una vettura la cui filosofia si basa su stile e design, per offrire un’esperienza di livello superiore a partire dalle finiture e dagli accessori, tra i più lussuosi disponibili sul mercato: basti pensare al pellame dei rivestimenti, o alle dotazioni tecnologiche come la docking station per tablet.

L’esclusività di questa S-Max però va anche oltre ed abbraccia anche i servizi ad essa dedicati, che contribuiscono ad accrescere il livello delle sensazioni.
Ford S-Max Vignale Concept sarà commercializzata in Europa a partire dal 2015, parallelamente ad una vasta gamma di accessori da viaggio e non solo: articoli di pelletteria firmati proprio da Vignale, che affiancheranno chi sceglierà quest’auto di classe superiore disponibile nel solo colore “Milano Grigio” appositamente creato.

La lotta sul mercato passa anche per la ricerca dello stile!

Infiniti Q50 Eau Rouge, concept sportivo da brividi

Infiniti non è un nome familiare a tutti, anche perché la sua stessa natura di brand di lusso lo pone in posizione elitaria. Sul finire degli anni ’80 Nissan ha voluto rispondere in maniera decisa alle connazionali Toyota ed Honda, che con i marchi Lexus ed Acura dominavano il settore della “gamma alta”: nacque così Infiniti, un marchio che oggi leggiamo in bella evidenza ad ogni Gran Premio di Formula 1, in quanto sponsor della Red Bull campione del mondo.

In ordine di tempo, l’ultimo modello distribuito è la Infiniti Q50, credibilissima alternativa alle cosiddette “premium” tedesche, un’ammiraglia dalle linee fluide eppure molto muscolose che si fa subito riconoscere, catturando l’attenzione.
L’ottimo apprezzamento del pubblico ha spinto Nissan a progettarne una versione molto, molto speciale, nata proprio dal sodalizio sportivo con Red Bull: Infiniti Q50 Eau Rouge presenta infatti dettagli e particolari direttamente derivati dalle competizioni, come la fibra di carbonio. Restano i tratti della Q50 di serie, anche se in questa concept car sono stati estremizzati.
Il motore è all’altezza dell’aggressivo aspetto, perché è un biturbo 3.8 V6 con ben 560 cavalli e naturalmente con trazione integrale, ed al complessivo sviluppo di questo bolide ad alte prestazioni ha contribuito anche il campione del mondo Sebastian Vettel, in quanto testimonial e Director of Performance di Infiniti.

Possiamo solo immaginare quanto sia emozionante guidare un veicolo del genere, basandoci solo sulla seduzione dei suoi scatti: ad un vero appassionato di Formula 1, inoltre, di certo non è sfuggito l’omaggio che il nome stesso porge ad una delle più suggestive curve del circus della Formula 1, quella Eau Rouge della splendida pista di Spa-Francorchamps!

Red Bull X2014, monoposto estrema

Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato di un concept molto speciale, che oltre ad essere stata realizzata materialmente da Citroën ebbe anche una sua renderizzazione grafica per il popolare simulatore di guida Gran Turismo: qualcosa di simile si è verificato con la Mercedes Vision ideata per il sesto sequel della serie, anche se la versione “concreta” è solo un modellino statico.

Un progetto esclusivamente virtuale è invece quello dell’incredibile Red Bull X2014, concept car partorita dal genio di Adrian Newey che entra anch’essa a far parte del nutritissimo parco macchine – ben 1200 modelli! – di Gran Turismo 6, pubblicato lo scorso 6 dicembre.
Questo veicolo speciale, che ricorda nelle fattezze un bolide di Formula 1, nasce proprio con lo scopo di beneficiare dell’assenza di restrizioni regolamentare per ottenere un aspetto progettuale incredibile e non consentito nella Formula 1 “reale“, con una linea che va molto oltre quella di un semplice prototipo.

La turbina ben visibile nel posteriore ottiene, sulle piste di Gran Turismo 6, dei risultati mostruosi in termini di deportanza, con dei valori assolutamente irraggiungibili per le auto vere.
All’interno del gioco la X2014 è disponibile in tre versioni differenti, la Fan Car (quella che vi mostriamo in foto), la Standard e la Junior.
Questa monoposto estrema, erede di un simile progetto sempre di Adrian Newey, ovvero la X1 realizzata per la precedente versione del videogioco, promette incredibili prestazioni virtuali!

Kia Niro, provocazione ben accolta

La tecnologia con tutte le sue meraviglie si sta impossessando sempre di più del mondo dell’automobile, ed i Saloni Internazionali sono vetrine più che perfette per tutti i marchi che vogliono mettere in mostra i propri progressi e gli ultimi ritrovati che vengono montati a bordo.
Molto spesso simili saloni sono anche sfruttati per svelare avveniristiche concept car che sfoggiano marchingegni e diavolerie sorprendenti ancora non diventati di serie, ma che sono prossimi a farlo: si tratta di anticipazioni che contribuiscono ad accrescere prestigio ed autorevolezza e fungono anche da sfida verso le concorrenti.

L’ultimo Salone di Francoforte è stato per il marchio Kia un cristallino esempio di simili procedure di anticipazione, perché un esclusivo palchetto allestito nel suo stand ha ospitato la concept car Kia Niro, veicolo molto provocatorio nelle linee che presto andrà ad arricchire la gamma ufficiale, con nome ufficiale non ancora confermato.
È un crossover, un tipico SUV compatto di quelli che si stanno moltiplicando tra tutti i principali listini, ma questo ha qualcosa di speciale nelle linee così grintose ed in alcune scelte stilistiche che hanno suscitato l’ammirazione persino di un “mostro sacro” del design auto come Giugiaro.

Si parte dalle portiere, che offrono un’apertura ad ali di gabbiano quanto mai insolita ed indubbiamente scenografica eppure ben armonizzata con i 4,18 metri di lunghezza della vettura. La sua forte caratterizzazione prosegue nella coda “imponente” con doppio terminale di scarico, ma al di là di particolarità stilistiche come queste o i gruppi ottici cubici del frontale, la Kia Niro stupisce per la propulsione ibrida, che fa spingere le ruote anteriori da un diesel mentre il retrotreno è mosso da un ibrido-elettrico che restituisce ben 45 cavalli quando si desidera un “boost” aggiuntivo, dopo aver recuperato ed immagazzinato l’energia dissipata nelle frenate, il che ovviamente garantisce anche la trazione integrale.
Particolare il cambio, un 7 marce dual-clutch che come il motore termico 1.6 T-GDi è collegato alle sole ruote anteriori.

Per finire, gli interni: strumenti digitali “supervision” permettono di configurare le opzioni principali che si desidera vedere, mentre tutte le altre informazioni sono a disposizione sul grande touch screen posizionato al centro della plancia il quale inoltre permette di visualizzare le immagini registrate dalle telecamere di bordo, posizionate ovunque riusciate ad immaginare.
Il pubblico europeo sembra proprio aver dato, con il suo gradimento, la spallata definitiva alla trasformazione di questo audace prototipo in veicolo di serie: non resta che attendere le prossime mosse del marchio coreano!

Cactus rievoca lo spirito della Due Cavalli

Un modello storico al quale molti italiani sono nostalgicamente affezionati è la mitica Due Cavalli Citroën, per la quale si è spesso sentito parlare di un ritorno in chiave moderna come accaduto ad altre autovetture iconiche, su tutte la Fiat 500.
Sotto un certo aspetto questo atteso revival è giunto, se non per quanto riguarda le forme almeno nello spirito, quello che ha guidato il marchio del gruppo PSA all’esercizio di stile – ovvero alla concept car – cui è stato dato il nome Cactus.

Presentata durante l’ultimo Salone di Francoforte, è un prototipo che con le sue linee firmate da Bertone vuole rivisitare il mito 2Cv ricalcandone la sostanza di vettura che usciva dagli schemi facendosi portabandiera dell’essenzialità: a bordo di Cactus si ritrova il gusto dello stare insieme in auto, perché tutto l’abitacolo è stato trasformato in un ambiente conviviale, fatto apposta per offrire il massimo comfort con trovate radicali come l’assenza di vetri laterali e posteriori e l’incremento di spazio “vivibile” conseguente alla riduzione del cruscotto ai minimi termini, convogliando tutti i tasti e le funzioni in un display touch screen da 8 pollici.

A completare il tutto anche un ampio tettuccio panoramico che aumenta la luminosità a bordo ma che, con lo speciale trattamento termico cui è stato sottoposto, non fa passare il caldo.
L’ultimo dettaglio che accresce la singolarità di questa concept car è all’esterno e si chiama Airbump, struttura morbida che protegge i fianchi, l’anteriore ed il posteriore dell’auto dagli urti con una superficie che include delle capsule d’aria.

Citroen Cactus
è spinta da un motore ibrido che abbina il 3 cilindri a benzina con un motore elettrico ad aria compressa, innovazione che tra qualche anno vedremo montata anche sui veicoli di serie e che garantisce, a detta del costruttore, un litro di carburante per 30 km.