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Yamaha XJR 1300, l’essenza di andare in moto

La nostalgia delle cose belle di un tempo è la vera molla che fa scattare investimenti anche importanti volti a proporre modelli di motociclette dall’animo “vintage“. A volte però, quando si ha a disposizione un modello di partenza dal successo duraturo come nel caso della Yamaha XJR 1300, sulle strade da oltre 20 anni, è sufficiente dedicarsi con passione a rifarle il trucco per proporre una moto dalla bellezza semplice e pura, bella così com’è!

I rifacimenti sia estetici che tecnici di questo nuovo progetto hanno coinvolto quasi ogni aspetto, dal codone fino alle forcelle anteriori, con belle finiture grafiche e tanti ritocchi ed accorgimenti attraverso i migliori materiali.
E c’è poi il motore, un 4 cilindri 1.3 che nonostante la potenza si rivela assai docile e fluido, adatto ad essere guidato senza particolari tensioni o “strappate” ma in maniera dolce, accompagnato da un impianto di sospensioni ed ammortizzatori Ohlins belli da vedere e da “sentire” nella loro morbidezza.

Se proprio vogliamo trovare qualche punto debole alla XJR 1300, si tratta del raffreddamento ad aria e soprattutto dell’assenza dell’ABS, fattori determinati per forza di cose dall’età anagrafica del suo progetto base.
Una moto davvero semplice, non scarna ma che si fa comunque portavoce di uno stile vecchio stampo e di una guida agile.

Yamaha Majesty S si rinnova con classe

Estrema qualità costruttiva e dettagli di gran classe: sono le caratteristiche del commuter Majesty di Yamaha, lo scooterone da città che la casa giapponese ha appena ridisegnato per garantirgli ancora tanto successo. È il modello di punta di Yamaha, e conferma la qualità del progetto originario diventando adesso ancora più maneggevole grazie alle ruote da 13 pollici, e molto confortevole con la sella ridisegnata, una fanaleria estremamente potente ed un parabrezza che sembra quasi un oggetto di design.

Yamaha Majesty S 125 è il classico scooter tuttofare, con una buona capacità di carico anche grazie ad optional quali portapacchi e bauletto ed un sottosella abbastanza capiente da contenere un casco jet.
Un bel motore brillante, lo stesso che spinge il Tricity, completa il quadro generale di Majesty S 125: alla guida, pensando al comfort, si fa particolarmente apprezzare la scelta della sospensione posteriore, ad ammortizzatore singolo disposto in orizzontale; e se proprio vogliamo trovargli un difetto, sta nell’assenza dell’ABS.

Questi interventi in ogni caso sembrano aver garantito a questo modello una carriera ancora molto lunga!

Yamaha Tricity sorprende e sfida Piaggio

La strada del triciclo, ovvero dello scooter a 3 ruote, è stata inaugurata con successo da Piaggio alcuni anni fa, con la gamma MP3; altre case hanno in seguito cercato di farne delle imitazioni sfruttando il rivoluzionario concetto delle due ruote anteriori, l’ideale per chi compie il salto dall’auto allo scooter senza particolare esperienza di equilibrio su due ruote.

Il modello Yamaha di cui ci occupiamo oggi ci sembra quello che meglio ha interpretato il concetto di 3 ruote dopo il marchio italiano, per la qualità del suo progetto e perché si rivela essere un mezzo dall’uso semplicissimo, per leggerezza e maneggevolezza.
Yamaha Tricity fa realmente il suo dovere anche in virtù di una sorprendente compattezza, sia se paragonato ad altri 3 ruote che a scooter “convenzionali”.

Il motore 4 tempi raffreddato a liquido è un 125 cc che offre agilità ed un buono scatto, mentre entusiasma la qualità delle sospensioni che in combinazione con le ruote da 14″ assicurano stabilità; molto buone anche frenata (pur in assenza di ABS) e consumi.

Yamaha Tricity 125 viene proposto in 4 diverse tinte, tutte dai nomi affascinanti e suggestivi: Midnight Black, Mistral Grey, Competition White e Anodized Red.
Sembra che per la prima volta Piaggio sia costretta a fronteggiare un rivale competitivo in questo settore!

Con MT-09 Yamaha sfida i colossi USA

Nelle scorse settimane vi abbiamo accennato al progetto Yamaha che prende il nome di “Masters of Torque“: essere dominatori della coppia motrice su due ruote è uno degli obiettivi della casa giapponese, al punto da utilizzare la sigla MT per alcuni suoi modelli.
Dopo la MT-07, oggi ci occupiamo della ancor più potente Yamaha MT-09, che di certo non è una entry level visto che punta fortissimo sul mercato americano dove vuole sfidare mostri sacri come Triumph ed Harley.

La concorrenza, assodato che non più più basarsi solo su prestazioni superlative, ma deve anche puntare sul fascino e su una forte personalità. L’idea di partenza è lo sviluppo di una Ténéré, trasformata in una naked moderna con un potente motore 850 a 3 cilindri da 115 cavalli.

Il peso è sensibilmente contenuto e non raggiunge i 190 kg, a garantire la maneggevolezza di una moto che vuole far divertire ed affascinare chi le monta in sella. In Yamaha sono convinti di aver giocato le carte giuste per sfidare la Harley!

Yamaha MT-07 può emozionare tutti!

Linea e soluzioni tecniche originalissime per questa naked presentata da Yamaha, la MT-07, rivolta espressamente ad un pubblico giovane ma esigente.
Non si inserisce affatto nel solco delle convenzioni, eppure lo fa proponendosi come moto da entry level, il che vuol dire anche a cifre accessibili, ed è rivolta anche a chi è meno esperto sulle due ruote.

Tutte le geometrie sono protese verso l’avantreno, con forme davvero inedite che formano poi lo slancio della figura complessiva con una coda essenziale e ridottissima.
A bordo la posizione si rivela molto confortevole, e la MT-07 si distingue per equilibrio e maneggevolezza, oltre a rispondere alle frenate in maniera molto docile: si fa così apprezzare anche nel traffico cittadino, grazie alla ciclistica favorita dalle dimensioni compatte. Fuori porta, però, la MT-07 non lesina le emozioni, anzi, e non può essere altrimenti considerando che i 75 cavalli del suo due cilindri 700 la rendono abbastanza “pepata”…del resto, già nella sigla MT, che sta per Masters of Torque (maestri di coppia motrice), questa Yamaha rivela doti di accelerazione molto interessanti anche a regimi medio/bassi.

Il suo prezzo si rivela anch’esso in linea con il target giovanile e lo status di entry level, perchè si assesta sotto i 6000 euro. Noi però suggeriamo di aggiungerne 500 per avere anche l’ABS, la cui assenza non pesa come su altri modelli, ma che preferiamo sempre avere a bordo.

Yamaha X-MAX 400 stupisce con e senza accessori

Ci è molto difficile inquadrare questo modello come un semplice scooter da città o tra i cosiddetti “scooteroni” fatti per chi ama la comodità, perché Yamaha X-MAX 400 ha tutto per essere considerato una maxi-moto a partire dal motore 400cc molto possente che però offre maneggevolezza ed agilità e una potenza aumentata del 50% rispetto allo stesso modello da 250cc.
Questa nostra collocazione in una ideale scala di valori dipende dagli speciali allestimenti e dalle finiture particolarmente brillanti, senza trascurare un design elaborato e quasi estremo che lo avvicina ad un prototipo.

Tanta qualità, nelle prestazioni come negli equipaggiamenti, ha ovviamente un suo prezzo, anch’esso da maxi-moto: noi partiamo nel nostro computo dai 6.500 euro che sono necessari per montare anche l’antibloccaggio ABS, accessorio che riteniamo del tutto imprescindibile su un modello del genere.
Con le innumerevoli personalizzazioni a disposizione, però, il prezzo può crescere ancora, e del resto scegliere un due ruote esclusivo come Yamaha X-MAX 400 comporta anche la spinta ad aggiungere supplementi che lo rendano più ricco, da quelli più “funzionali” come le protezioni laterali aerodinamiche, lo schienale per il passeggero o il terminale sportivo, fino a virtuosismi estetici come le pedane in alluminio ed il supporto per device quali smartphone o navigatore.

È facile farsi prendere la mano e lanciarsi in una sorta di corsa all’accessorio, ma la spesa, per chi può permettersela, è più che giustificata.