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Il passaggio da Nedc a Wltp: cosa cambia nel 2021?

Il 2021 è un anno chiave per la stretta che è stata imposta da un po’ di tempo alle emissioni auto, e fino ad ora limitata al “vecchio” ciclo Nedc. A partire da gennaio viene infatti applicato a tutte le auto il più severo ciclo Wltp, che non è stringente solo nelle determinazioni dei livelli di emissioni accettabili, ma anche nelle modalità di rilevazione delle stesse, e sarà applicato a tutte le auto.

Vediamo insieme che cosa cambia e quale impatto il nuovo ciclo avrà sugli automobilisti.

protocollo WLTP 2021

Cosa sono i protocolli Nedc e Wltp?

Entrambi costituiscono processi utilizzati in fase di omologazione di un nuovo veicolo, ma differiscono tra di loro per procedure di verifica e metodologia.

In maniera più o meno graduale il Wltp a partire dal 2018 ha messo da parte il vecchio Nedc, ed il tema è senza alcun dubbio centrale non solo per i produttori ma anche per gli automobilisti. Non si tratta di semplici sigle senza importanza, perché sono utilizzati questi protocolli anche per calcoli fiscali relativi alla vettura e sono parte integrante delle modalità di accesso agli incentivi auto.

Il vecchio ciclo Nedc

il vecchio ciclo Nedc prossimo alla totale dismissione (New European Drivery Cycle) era datato 1997, e prevedeva un ciclo di omologazione basato su parametri e condizioni non troppo realistici, e che poco di avvicinavano alla effettiva modalità di uso quotidiano di un’automobile dal momento che si basava su simulazioni e su test molto poco impegnativi che non spingevano al limite motore e prestazioni ed anche su alcuni “trucchi” in grado di aggirare l’interpretazione dei dati, quali ad esempio l’uso di un olio più fluido o un gonfiaggio a maggiore pressione delle gomme.

Il nuovo Ciclo Wltp

Con il nuovo ciclo Wltp tutti i parametri, oltre ad essere abbassati, sono molto più vicini alla realtà ed alle effettive prestazioni di un’auto su strada.
Attraverso la normativa Worldwide Harmonized Light Duty Vehicles test Procedure, sintetizzata per l’appunto nell’acronimo Wltp, l’auto testata oltre a dover rispettare la normativa Euro 6 deve percorrere molti più chilometri e con velocità medie e di punta più elevate, il tutto a climatizzatore spento.
La maggiore complessità e rigorosità di questi testi deriva dal fatto che vengono analizzati anche accessori opzionali che aumentano resistenza all’aria e peso della vettura quali pneumatici ed altro.

La principale e fondamentale differenza sta però nel fatto che questo protocollo include anche dei test Rde (Real Emission Drive) ossia delle prove che vengono effettuate su strada e in condizioni di guida reali, tenendo conto di fattori quali altitudine, temperatura, carico del veicolo e tipo di percorso.
Sono numerose variabili che, una volta incrociate tra di loro, offrono responsi molto più accurati e soprattutto vicini alla realtà.

Che scopo ha il Wltp?

Il principale scopo dell’introduzione del Wltp è misurare le emissioni inquinanti dei veicoli, i consumi effettivi ed i valori di CO2, e nel caso dei veicoli elettrici anche la loro autonomia.

Le condizioni di prova sono quindi più omogenee per quanto riguarda i laboratori, dove i trucchi non sono più ammessi, ma soprattutto all’esterno prendono in esame degli elementi che prima non erano considerati.
Applicato a tutte le auto nuove messe in commercio a partire da gennaio 2021, questo protocollo costituirà un banco di prova e di sfida per un settore molto provato dall’emergenza sanitaria come quello automotive e che vede le aziende concorrenti lottare a colpi di Bonus ecologici e facilità di accesso agli incentivi statali ottenibili soltanto attraverso la corrispondenza la protocollo Wltp.

Tutta la grinta di Nuova Abarth 595 Pista

La gamma delle Abarth 595 è estremamente composita, studiata per offrire un diverso ventaglio di opzioni a chi proprio non sa fare a meno del caratteristico rombo emesso dalle sue elaborazioni, forse le più famose al mondo.

Oggi ci soffermiamo sulla Nuova Abarth 595 Pista, che va ad aggiungersi alle altre varianti quali la 595 Competizione proponendosi in una veste molto sbarazzina, con performance di alto livello, e rivolgendosi in special modo ai più giovani appassionati delle auto dello Scorpione.
Questa Nuova Abarth 595 Pista si distingue per la nuova tinta Grigio Opaco per un look moderno e impreziosito dai dettagli in verde fluo che rifiniscono specchietti, paraurti e coprimozzo. Il suo look ha l’obiettivo di risultare se possibile ancora più sportivo delle sue “sorelle”, offrendo divertimento e soddisfazione già al primo sguardo, ma come ovvio anche gli interni sono stati elaborati per emozionare.
La plancia color grigio opaco vuole richiamare esattamente il colore dell’asfalto, mentre per le sellerie sono state studiate nuove finiture ancora più seducenti.

Un motore entusiasmante

Ciò che maggiormente colpisce della Abarth 595 Pista è però ciò che accade quando si gira la chiavetta dell’accensione e si inizia a pigiare sull’acceleratore.
Parte all’istante quel graffiante rumore, unico e inconfondibile, che al salire dei giri si fa sempre più aggressivo e stimolante: dietro a tanta potenza (165 cavalli) ci sono una nuova turbina Garrett ma anche lo scarico Record Monza Attivo, per un turbo maggiorato che innalza la velocità di punta fino a 218 km/h e che assicura divertimento e soddisfazioni, il tutto da gestire in un abitacolo votato alla sportività con volante tagliato e possibilità di intervenire sulla coppia massima.

Come ovvio, per essere al passo coi tempi e non deludere i più giovani, la 595 Pista è equipaggiata con il meglio oggi disponibile in fatto di connettività. Sul display da 7” si gestisce il sistema Uconnect HD di serie, con navigatore, radio digitale DAB e l’immancabile interfaccia con Android Auto e Apple CarPlay.
In più, con Abarth Telemetry, una app dedicata e integrata, si possono misurare e tenere d’occhio le proprie prestazioni.

Super connessa per il massimo del divertimento, la Abarth 595 Pista permette di gestire tutte queste funzioni in maniera intelligente e sicura senza mai staccare le mani dal volante o distogliere gli occhi dalla strada.
Le emozioni sono assicurate con questa compatta sportivissima!

Ford Mustang HPP: com’è fatta

Ford Mustang: è sufficiente il nome per scatenare nella nostra redazione un misto di emozioni che vanno dall’esaltazione alla bramosia di possederne o quantomeno guidarne una.
Il suo fascino non accenna a calare, anzi, e da quando è disponibile in Europa nella versione riveduta ed adeguata ai nostri standard ed alle nostre normative, qualche speranza in più ce l’abbiamo.

Tra l’altro i riscontri in termini di vendite stanno pienamente dando ragione a Ford, premiando l’investimento compiuto, perché se si paragonano i primi trimestri dell’anno in corso e di quello precedente balza subito all’occhio un +29% in termini di immatricolazioni, con un miglioramento continuo e costante.

Ford Mustang High Performance Package

Il momento per celebrare la sportiva più venduta al mondo – numeri alla mano, con oltre 100.000 unità acquistate – non poteva che essere questo, per cui il marchio dell’ovale blu ha realizzato una versione High Performance Package presentandola al Salone di New York.
Il suo progetto è stato portato a termine in nemmeno 10 mesi, sfruttando il motore 2.3 EcoBoost più potente e derivato dalla Focus RS, da ben 330 cavalli, che naturalmente è stato sottoposto ad opportune modifiche e adeguamenti.

Le prestazioni della Ford Mustang HPP sono superlative, con velocità di punta pari a 248 km/h ma soprattutto con un equipaggiamento che garantisce la migliore gestione possibile di tutta questa potenza.
Il pacchetto completo va infatti ad includere uno specifico impianto di scarico a 4 uscite, ma anche trucchi che accrescono la tenuta di strada, con sospensioni rinforzate, impianto frenante maggiorato, cerchi da 19″.

La sua connotazione estetico-dinamica è volta ad esaltare al massimo il suo carattere aggressivo, per un modello a 4 cilindri che nasce esattamente a 55 anni di distanza dal debutto della prima Ford Mustang, pronto per essere distribuito sul mercato a partire dall’autunno sia in versione coupé che cabrio.

Nuova Renault Clio semplifica la guida

Al Salone di Ginevra 2019, tra le numerose novità, c’è una debuttante di rilievo assoluto sulla quale molti si concentreranno in maniera quasi esclusiva, perché la Renault Clio costituisce una delle regine del segmento più importante in termini di numeri.

La quinta generazione della Clio è sì stata interamente riprogettata, mantenendo però un look che fosse riconducibile al modello precedente per non perdere né il family feeling né una evidente riconoscibilità che ne fa icona del marchio francese.
C’è qualche tocco in più di grinta ed aggressività sulla carrozzeria, mentre il maggiore lavoro è stato speso per rivoluzionare gli interni e l’abitacolo, adesso ancora più innovativi per l’introduzione dello Smart Cockpit, uno strumento con doppio display ed ispirato a segmenti superiori.

L’infotainment con i sistemi di connessione e le modalità di guida sono gestiti tramite lo schermo verticale posizionato sulla consolle centrale, mentre il guidatore ha davanti a sé (in varianti da 7 o 10 pollici) lo schermo che mostra le informazioni di viaggio e di crociera e tutto ciò che è connesso alla navigazione, con integrazione totale sia con Android Auto che con Apple CarPlay, e con connessione 4G per accedere in tempo reale a notizie sul traffico e sulla viabilità.
Su questa console di nuova concezione ci sono anche alcuni comandi manuali e la leva del cambio, ma tutto è stato interamente ridisegnato e ripensato anche nei materiali per offrire sensazioni di qualità più elevate, prendendo spunto dai gioielli più in alto nella gamma del marchio francese.

È cruciale restare sul tema della riprogettazione perché ciò ha anche permesso di introdurre una lunga lista di dispositivi ADAS per l’aiuto e l’assistenza alla guida, come recita l’acronimo che sta per Advanced Driver Assistance Systems: tali dispositivi sono oggetto di un concreto processo di democratizzazione da parte dei principali marchi generalisti, al fine di renderli disponibili (stante la loro importanza in termini di sicurezza) anche su veicoli appartenenti a segmenti di diffusione più popolare.
Renault ha raggruppato questi dispositivi sotto la dicitura Easy drive, che include quelli principali per categoria sotto le voci Guida, Parcheggio, Sicurezza e che offrono al guidatore serenità, comfort e continua assistenza.

Tutte le innovazioni di Nuova Clio

Tornando all’aspetto, la Nuova Renault Clio ha subito ritocchi nelle dimensioni che ora la vedono più ribassata ed allargata, e ciò aiuta anche per lo spazio disponibile a bordo: dicevamo però che è il fattore che è stato meno ritoccato in questa nuova serie, e lo dimostra anche una gamma di motori totalmente aggiornata.

Sono ben 9 le combinazioni possibili se si considerano benzina e diesel e le diverse trasmissioni, potendo contare sui 3 cilindri benzina 1.0 SCe da 65 o 75 cavalli, sul 3 cilindri 1.0 TCe da 100 cv e sul 4 cilindri 1.3 TCe da 130 cv. I diesel invece saranno due, il Blue dCi 1.5 in varianti da 85 o 115 cv.

Va detto però che è stato annunciato entro il 2020 il debutto di un sistema Full Hybrid denominato E-TECH, che abbinerà un motore benzina 1.6 di nuova concezione a ben 2 propulsori elettrici e che potrà lavorare per l’80% del tempo in modalità zero emissioni in guida urbana grazie al recupero di energia in frenata.
Rappresenta un ulteriore passo compiuto anche da Renault verso una mobilità più consapevole e sensibile alle tematiche ambientali, ma anche un vero vantaggio per i portafogli grazie ai risparmi di carburante che saranno garantiti, oltre alle possibilità di accedere agli Ecobonus governativi.

Ecotassa in vigore da oggi: chi paga, e quanto?

Scatta oggi in tutta Italia ed in tutta la sua detestabilità la tanto annunciata ecotassa di circolazione o ecotassa auto, un’imposta volta a colpire le auto più inquinanti ed i loro proprietari, anche se per fortuna solo al momento dell’acquisto, essendo da versare una tantum.

La manovra economica, su esplicita richiesta dell’Unione Europea, ha dovuto subire una profonda revisione rispetto a come era inizialmente stata concepita soprattutto per il meccanismo bonus-malus che in essa era incluso.
La versione definitiva ed approvata ha così coinvolto solo le super-car, le auto di lusso ed i SUV, lasciando in pace vetture di piccola cilindrata (ad esempio Panda, Ka ed altre) che in un primo momento sembravano interessate dalla manovra: fortunatamente ha prevalso il buon senso, e le city-car oltre ai segmenti più “modesti” non sono stati inclusi.

In più, la manovra ha anche confermato in via definitiva il bonus per chi acquista auto a più bassi livelli di emissioni, una cifra che nel caso di veicoli ibridi ed elettrici arriva fino a 6.000 €.

Chi deve pagare l’ecotassa

Il gettito aggiuntivo che entrerà nelle casse statali, stimato intorno ai 300 milioni di € per l’anno in corso ma destinato a crescere in seguito servirà proprio a finanziare il meccanismo degli ecoincentivi sui quali tutti i principali marchi stanno basando le campagne pubblicitarie per attrarre i clienti con corposi sconti.
Come abbiamo detto, ad essere colpiti sono soprattutto gli acquirenti dei SUV, non tanto in base al valore di acquisto della loro automobile quanto nella misura relativa all’impatto che essa ha sull’ambiente. A tale proposito è stata stilata un’apposita tabella impostata su 4 scaglioni specifici, con la sovrattassa che scatta a partire da un livello di emissioni pari a 160 g/km di CO2.

La tabella scaglioni dell’ecotassa

 

  • Da 160 e fino a 174 g/km di CO2 l’importo fissato è di 1.100 €;
  • Sopra i 175 e fino a 199, la tassa ammonterà a 1.600 €;
  • A partire da 200 e fino a 249 g/km di CO2, si sale fino ad una tassa di 2.000 €;
  • Infine, i veicoli che superano i 250 g/km di CO2 sono i più penalizzati, con una tassa pari a 2.500 €.

I valori che faranno testo ai fini della determinazione dello scaglione di appartenenza possono essere reperiti sulla carta di circolazione del veicolo alla voce V7, e sono stati rilevati secondo il ciclo NEDC (anche se a tal proposito non si comprende bene perché non sia stato preso in considerazione il nuovo protocollo WLTP).

Il restringimento della platea ai soli SUV ed auto di lusso comporterà ovviamente anche un contenimento di coloro che potranno accedere al cosiddetto ecosconto o ecobonus.

Chi può usufruire dell’ecobonus?

Anche nel caso dell’emendamento alla manovra sul fronte bonus è stata stilata una tabella di riferimento per conoscere gli importi.
Vetture con emissioni comprese tra 70 e 90 g/km di CO2 avranno accesso ad un bonus di 1.500 €, che sale a 3.000 € nel caso di emissioni di CO2 comprese tra i 20 e i 70 g/km (ad esempio, la Toyota Yaris 1.5 Hybrid, per darvi un’idea più chiara); l’incentivo più elevato e pari come detto a 6.000 € riguarderà veicoli particolarmente virtuosi con emissioni comprese tra 0 e 20 g/km di CO2, ovvero tutte le auto elettriche e poche altre.

Le reazioni restano contrarie

Il settore automotive, nonostante queste sostanziali modifiche apportate alla manovra rispetto alla sua versione iniziale, ha mantenuto comunque una valutazione negativa sulla manovra nel suo complesso.
Associazioni di categoria quali la Federauto, l’Anfia e l’Unrae si sono mantenute scettiche su una tassa che hanno paragonato al Superbollo, aggiungendo la critica sulla inefficacia dal punto di vista dell’inquinamento.
Viene semplicemente considerato un nuovo, ulteriore gravame fiscale che in più metterà in difficoltà sia il bilancio statale che il settore dell’occupazione.
Viene portato come esempio la minaccia da parte del Gruppo FCA di una revisione del piano industriale riservato agli stabilimenti italiani per i prossimi 5 anni nel caso di approvazione dell’ecotassa nella sua prima versione, anche se nessun commento è giunto dallo stesso Gruppo, almeno per ora, sulla versione entrata in vigore.

Allestimento speciale S-Design per Fiat 500L e Fiat 500X

Se con i modelli 500L e soprattutto 500X Fiat ha saputo spiazzare il mercato uscendo dai propri consueti binari e conquistando favori da parte degli utenti (sottraendo quindi piccole quote di mercato ai concorrenti) non deve certo stupire l’attenzione dedicata dal Gruppo FCA a proporre delle versioni più accattivanti ed arricchite negli allestimenti.

Arriva per queste ragioni, e rivolgendosi soprattutto ai più giovani, l’allestimento S-Design che avevamo già potuto ammirare su Fiat Tipo e Fiat 124 Spider: un gruppo di accessori e personalizzazioni che rendono la vettura più sportiva nel look, con un equipaggiamento che ne esalta le prestazioni.

Fiat 500L S-Design

La 500L S-Design è venduta in combinazione con la variante Cross, con una dotazione che prevede finiture esterne Myron, interni di tipo sportivo ed un immancabile sistema di infotainment Uconnect HD Live compatibile con Apple Car Play e Android Auto.
In opzione è possibile selezionare la speciale tinta esterna color bronzo opaco abbinata al tetto nero lucido, per aggiungere vivacità ad un look già molto aggressivo.
Per i motori ci si potrà orientare sul benzina aspirato da 1.4 oppure per chi preferisce il diesel su una delle versioni da 1.3 o 1.6.

Fiat 500X S-Design

Anche per la 500X l’abbinamento esclusivo è con la versione Cross, con una personalizzazione composta da barre al tetto, vetri oscurati, modanature esterne in tinta Bronzo con finiture Myron e la possibilità di scegliere tra una palette di colori composta da Nero Cinema, Bianco Gelato, Grigio Moda oppure la tinta dedicata e opacizzata Verde Alpi.
Nel caso della 500X i motori disponibili sono tutti quelli della gamma, dai benzina 1.6 e-Torq 1.0 T3 e 1.4 T4 fino ai diesel MultiJet da 1.3, 1.6 o 2.0, anche con la possibilità di avere la trasmissione automatica.
La dotazione si arricchisce in questo caso di finiture interne di pregio, come la plancia nero opaco e i sedili Black Castiglio, oltre all’infotainment identico a quello della 500L e ad un pacchetto di sistemi ADAS davvero completo, per sicurezza ed assistenza alla guida.

La gamma S-Design parte da un prezzo di listino di 22.000 €, ma Fiat ha previsto delle speciali formule di acquisto decisamente vantaggiose.

 

Kia ProCeed, una gran bella shooting brake

La gamma Ceed di Kia si arricchisce e si evolve, assecondando il successo che stanno riscuotendo la berlina e la station wagon.
Sappiamo che nella nomenclatura Kia ha preferito abbandonare l’apostrofo, ma adesso va fatta ancora più attenzione a non confondere la nuova Kia ProCeed con la sua vecchia generazione, la grintosa 3 porte dal nome quasi identico (Pro_Ceed) ma con nulla altro in comune.

Quella che debutta adesso è un’auto particolare, con doti da familiare (per esempio la pratica capacità di carico) ma linee dinamiche e sportive ereditate dal mondo coupé. A questo punto la sua perfetta definizione è shooting brake, e va a comporre uno dei tasselli per una gamma completa alla quale, sul finire del 2019, verrà aggiunta anche la variante crossover.

L’estrema sportività del frontale della nuova Kia ProCeed viene esaltata dal profilo filante e da una coda molto più inclinata rispetto alla wagon, il che la rende slanciatissima. Anche il particolare disegno dei fanali LED contribuisce ad accentuare la larghezza percepita di questo modello, che appare così ancor più schiacciato al suolo.
L’abitacolo della ProCeed si mostra assemblato con cura ed allestito con i materiali giusti per trasmettere sensazioni di qualità, ma non mancano moderni comandi e una plancia multimediale che la rendono anche molto hi-tech.

Numerosi i dispositivi di serie per la sicurezza alla guida, partendo da frenata anti-tamponamento, sensore di attenzione alla guida, sensori per l’angolo cieco e fino al centraggio nella corsia con guida semiautomatica e Cruise Control adattivo, a patto di tenere sempre almeno una mano sul volante per avere tutto sotto controllo.
Gli allestimenti disponibili sono 2, GT Line e GT, a seconda del grado di sportività che si desidera, con diverse motorizzazioni sia diesel che benzina. Molto curato è stato lo sviluppo del motore 1.6 turbo benzina da 204 cavalli che spinge la GT, la più grintosa, che beneficia anche di uno sterzo più reattivo. È possibile in tutti i casi scegliere tra cambio manuale a 6 rapporti oppure quello a doppia frizione e a sette rapporti.

Kia ProCeed è giunta nelle concessionarie ad inizio febbraio con dei listini che partono da 29.000 €, ma sono numerose le agevolazioni sia in caso di rottamazione che di leasing con partita IVA, oltre alla curiosa iniziativa Bold Society Kia che permette di tenere la vettura gratis per 6 mesi, pagando solo l’imposta di trascrizione ed eventuali danni, in una sorta di noleggio a lungo termine ibrido e senza impegno.

 

La Scala verso il successo per Skoda

Il suo nome è una riuscitissima metafora: la nuova Skoda si chiama Scala, proprio come lo strumento che gradino dopo gradino si utilizza per ascendere, in questo caso di qualità.

Skoda Scala rappresenta un perno della nuova strategia di attacco ancora più globale dell’azienda ceca, una 5 porte berlina realizzata a partire dalla piattaforma MQB A0 messa a disposizione dal Gruppo Volwswagen, e posta in comune ad altri modelli come Ibiza e Polo, due “cugine” non di poco conto.
Su essa però è stato costruito un modello del tutto nuovo a partire dallo stile, che si presenta molto più aggressivo di quanto Skoda con il suo fare rassicurante ci aveva sempre proposto, con frontale pronunciato e fiancate scolpite da profonde nervature che vogliono renderla muscolosa oltre che slanciata grazie alla sua lunghezza di 4,36 metri, che in realtà sembrano essere addirittura di più.


L’ampio abitacolo si presenta con sedili comodi ed una eccellente luminosità naturale che accresce le sensazioni si spazio a bordo, e con un impianto generale sobrio ma funzionale come il marchio ci ha abituati. A tanto spazio si assomma un bagagliaio da record per la categoria, con stazza di 467 litri.
Sulla plancia dal design molto leggero e che può essere personalizzata con un fascione in diversi materiali a scelta tra cui il legno spicca il grande schermo da 9,2″, posizionato perfettamente per la sua lettura.

Per i motori invece le scelte possono ricadere sui benzina 1.0 a 3 cilindri, da 95 o 116 cavalli, oppure sul tradizionale 4 cilindri 1.5 da 150 cavalli. Arriverà anche una versione eco a metano per il motore 1.0, ed infine a listino c’è anche il TDI diesel 1.6. Molto interessante la possibilità di dotarla di cambio robotizzato a doppia frizione, disponibile per tutti i propulsori tranne che per il mille meno potente.

Dotazioni ed allestimenti per questo veicolo che debutterà nelle concessionarie in primavera sono già stati annunciati ricchi, con strumentazioni di sicurezza ormai immancabili quali il mantenimento della carreggiata, la frenata automatica d’emergenza e il cruise control adattivo.

 

La Nuova Mazda CX-3 prosegue sulla strada del termico

Chi credeva che il cosiddetto “dieselgate” mettesse la parola fine o quantomeno ridimensionasse in maniera sostanziale la produzione di motori a gasolio è stato costretto a rivedere le proprie previsioni dall’impulso che numerosi marchi anche generalisti hanno impresso a questo tipo di propulsori nella loro gamma.
Input decisivo è stato senza alcun dubbio il varo del nuovo e più rigoroso Protocollo WLTP che ha costretto i veicoli a controlli più severi ed attendibili, in condizioni più aderenti a quelle che realmente si affrontano su strada, e non rese quindi “asettiche” dalle misurazioni effettuate in laboratorio.


Mazda conferma la sua indole di marchio che ama viaggiare in “controtendenza”, e gioca quindi d’anticipo con la sua nuova CX-3 che rispetta già tutti i parametri che andranno in vigore in questo 2019, per un SUV compatto destinato a competere in un segmento che nella sola Europa rappresenta il 15% delle vendite, e lo fa senza tener conto dell’impegno di altri marchi verso l’ambita definizione zero emissioni perché il suo nuovo motore diesel 1.8 da 115 cavalli (che sostituisce in toto quello 1.5 da 105 cavalli) sa dimostrarsi un propulsore pulito, brillante e conveniente, sviluppato secondo un know-how che tiene perfettamente conto delle normative Euro 6.2 d-Temp per assicurare basse emissioni e consumi contenuti. Le stesse virtù sono possedute dalle due motorizzazioni benzina, denominate Skyactiv G 2.0 in versioni da 121 o 150 cavalli.

Secondo Mazda il parco di autovetture circolanti è destinato a restare, almeno per altri 15 anni, composto in prevalenza da veicoli spinti da un motore tradizionale di tipo termico. Gli automobilisti infatti sembrano ancora scettici, nonostante i progressi compiuti dal processo di elettrificazione, riguardo l’impegno degli enti e dei comuni nel mettere a disposizione adeguate infrastrutture e postazioni di ricarica, e proprio a loro la Mazda CX-3 offre il motore con il più basso rapporto di compressione al mondo.
Non ci sentiamo di dare del tutto torto alla casa giapponese perché, dati alla mano, le emissioni di CO2 totali che vanno ad impattare sull’ambiente provengono per appena il 10% o poco più dal settore automotive, che troppo spesso viene demonizzato in maniera superiore rispetto alle sue reali colpe.
Si è quindi preferito lavorare, e sodo, sullo sviluppo di tecnologie di propulsione tradizionali, ma capaci di ottimizzare gli effetti della combustione, piuttosto che investire troppe risorse in una tecnologia come quella elettrica che al momento presenta ancora dei grossi interrogativi.

Mazda CX-3 non è comunque stata rivoluzionata soltanto sotto il cofano, perché si presenta con un incisivo restyling che pur mantenendole dimensioni compatte (4,28 metri di lunghezza, 1,72 metri di larghezza ed un’altezza di 1,53 metri da terra) è comoda, confortevole e perfetta anche per lunghi viaggi.
Sono state sviluppate tecnologie di bordo che migliorano la trazione e la resa, per una vettura che si rivela coinvolgente e dall’aspetto velatamente sportivo ma con un abitacolo che è stato sottoposto a sensibili ritocchi sul fronte dell’insonorizzazione, anche a regimi sostenuti.


I prezzi di listino arrivano a 23mila euro per la versione diesel, ma includono un valore garantito dell’auto fino a 3 anni come ulteriore invito a fidarsi: ci sarà davvero da divertirsi nell’assistere a questa sfida senza quartiere lanciata alle concorrenti!

 

Protocollo WLTP per le nuove auto ed ecotassa 2019

Se hai già sentito pronunciare la sigla WLTP oppure ne hai letto sui giornali ma soprattutto sui cartelloni pubblicitari, sei di certo stato incuriosito dal suo significato e da ciò che può rappresentare per il futuro prossimo venturo per chiunque abbia intenzione di acquistare una nuova automobile.


Noi vogliamo spiegarti non solo che cosa significa, ma anche come e perché si è arrivati a questo autentico giro di vite nell’ambito dell’Unione Europea e delle normative legate alle caratteristiche che i veicoli devono possedere per essere messi in commercio, perché il protocollo di omologazione WLTP va a sostituire la vecchia procedura di certificazione NEDC datata addirittura 1992.
È già da settembre del 2017 in vigore il controllo per i veicoli messi in commercio per la prima volta, mentre dal mese di settembre 2018 tutti i veicoli commercializzati devono obbligatoriamente essere omologati secondo il Worldwide Harmonized Vehicle Test Procedure, un protocollo di test di laboratorio accompagnato dalla valutazione RDE (Real Driving Emission) per misurare le emissioni inquinanti.

La principale caratteristica di questa vera rivoluzione risiede nella concreta comunicazione ai consumatori di una visione molto più precisa ed attendibile dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2.

Caratteristiche del protocollo WLTP

Il protocollo prevede sostanzialmente 5 passaggi chiave:

  • Una misurazione delle emissioni per informazioni più precise ed attendibili
  • Cicli di test effettuati su distanza ben più lunghe
  • Velocità più elevate durante i test
  • Comportamento di guida “a scatti”, più nervoso e vicino alla realtà
  • Cicli protratti anche nel tempo.

Da tali presupposti scaturisce una rappresentazione più realistica ed attendibile di quelle che sono le effettive condizioni di utilizzo di un veicolo, tenendo quindi conto anche delle variabili e delle diverse tecnologie di bordo di cui è munito.
Il profilo di guida portato avanti durante i test è più dinamico e severo, e prevede di mettere “alla frusta” la vettura oggetto d’esame, ottenendo dati che non sono affatto teorici come accadeva con il NEDC ma corrispondenti al reale impatto del motore sull’ambiente, con un ciclo di prova di riferimento molto più rigoroso, in situazioni dinamiche ed eterogenee e non standardizzate o rese “asettiche” dal loro rilevamento in laboratorio, che così meglio riflettono la situazione effettiva.

Conseguenze del WLTP sull’ecotassa 2019

In presenza di modifiche normative e fiscali quali la cosiddetta ecotassa, che andrà in vigore nel corso del 2019, possiamo però tranquillizzare parte dei nostri lettori con due considerazioni ben distinte.
L’ecotassa riguarderà solo i SUV e le cosiddette auto di lusso, e non coinvolgerà altri segmenti riservati ad automobilisti dalle pretese più morigerate.
La seconda considerazione concerne i valori ottenuti dal protocollo, che in alcuni casi possono risultare più elevati rispetto a quelli misurati in precedenza con il NEDC, ma questa è diretta conseguenza della maggior severità e maggior durata dei test WLTP e RDE.
A ciò stanno ovviando praticamente tutti i marchi generalisti e non, che non possono rischiare di farsi tagliar fuori dal mercato e stanno quindi mettendo in atto tutte le procedure di adeguamento tecnologiche, tecniche e meccaniche necessarie per essere in regola, in molti casi anche con un discreto anticipo.

Siamo invasi proprio da spot che puntano su questo aspetto, il che costituisce anche un impegno concreto del quale non possiamo che essere soddisfatti.