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Ducati Cafè Racer, una Scrambler solo nel nome

L’hanno chiamata Scrambler, ma in realtà non lo è affatto: Ducati Cafè Racer non è per nulla una moto venuta fuori dal gioco tra parti e pezzi di ricambio originali, ma è un modello tutto nuovo ed a sé stante impreziosito dal un fantastico look total black.

Con il suo nome hanno solo voluto creare un feeling di familiarità con il gruppo di moto da cui proviene, ma i parametri della posizione di guida sono stati rivisti per renderla comoda e più naturale anche per chi abbia delle lunghe leve.
Tanti dettagli la rendono molto “cattiva”: parliamo dello scarico dorato a doppio terminale, lo stesso colore che ritroviamo sui cerchi in lega; e poi parafanghi accorciati, ed un manubrio alla giusta altezza per assalire la strada. Tocco di classe è la verniciatura in nero del blocco motore, che rende la Cafè Racer misteriosa quanto basta!

Le sue prestazioni su strada sono molto intuitive anche per chi è alle prime armi: una volta fattaci la mano, inizia il divertimento, soprattutto in curva! Il motore Desmo bicilindrico e raffreddato ad aria da 800 cc risponde molto bene anche a bassi regimi, perché la sua resa è stata ottimizzata.
Cafè Racer si rivela precisissima nell’inserimento in curva, è una moto che mantiene tutto ciò che promette anche grazie all’ottima armonia tra il due cilindri e la calibratura delle marce, eccellente in scalata e nei raccordi tra curve e rettilinei.

Se proprio dobbiamo muoverle qualche appunto, riconosciamo che il vano sottosella è risicatissimo ed offre pochissimo spazio, anche se per sua natura questa Ducati Cafè Racer nasce per lo svago e non certo per lunghi viaggi: tutto è quindi compensato alla grande dal piacevole e gratificante sound del motore.
Solo gli specchietti, per la posizione alle estremità del manubrio, si rivelano un po’ scomodi e persino ingombranti, ed obbligano a girare troppo lo sguardo rispetto alla direzione di marcia.

È però in definitiva una moto unica e dall’inconfondibile brio!

 

Ducati Monster 821 fa divertire tutti

Con la Monster 821, Ducati ha voluto “ridimensionare” le caratteristiche di questo suo modello di spicco già noto nella versione 1.200, anche se non la si può assolutamente considerare una moto per sprovveduti o biker alle prime armi, perché ha anch’essa bisogno di un bel po’ di esperienza per essere guidata in scioltezza.

È quindi una sorella minore ma di certo non una “entry level“, una naked per nulla da sottovalutare anche per il numero di cavalli che la spingono, ben 112.
In casa Ducati hanno pensato realmente a tutto per renderla “docile” o comunque sicura anche spingendola di brutto: all’immancabile ABS si aggiungono il controllo di trazione Dtc e la possibilità di mappare il motore grazie al sistema elettronico Riding Mode, col quale il suo carattere può essere adeguato volta per volta alle circostanze.

L’essere stata “contenuta” rispetto al modello di riferimento con cilindrata 1.2 la rende paradossalmente più divertente, perché le possibilità di sfruttarla sono maggiori, e permettono di godersela anche in escursioni più tranquille.
Del resto, sia sul finire del 2014 che in questo primo scorcio di 2015 il responso del pubblico italiano è stato più che lusinghiero: in tutta franchezza, noi impazziamo letteralmente per la sua versione Dark, quella interamente nera!

Su Ducati l’airbag è wireless (e di serie!)

Chi sfreccia in moto conosce molto bene i principali rischi connessi, e subito dopo una consistente protezione della testa con caschi adeguati, pensa a proteggere la schiena nel malaugurato caso di incidenti.

Esistono già dei giubbotti tecnici specifici, studiati per integrare un meccanismo che imiti l’airbag delle auto, ma Ducati, con la sua Multistrada D-Air, è stato il primo marchio a prevedere un simile strumento nella dotazione di serie.

Un sofisticatissimo insieme di sensori di bordo comunica wireless con il giubbotto e trasmette in tempo reale dati sul comportamento e la percorrenza della moto. È quindi del tutto esclusa la possibilità di attivazione senza un reale e fondato motivo, mentre solo in caso di incidente avviene l’apertura dell’airbag in soli 45 millisecondi, un tempo da record assoluto che può valere anche una vita, anzi due, perché ad essere tutelato è anche un eventuale passeggero.

Un plauso unanime – con un pizzico di orgoglio italiano – alla Ducati, che dimostra la sua sensibilità per il fattore sicurezza.

Ducati 1199 Superleggera, belva da esposizione

Sono semplicemente le moto più esclusive del mondo, sono ammirate e venerate ovunque, e sono italiane: parliamo naturalmente di Ducati, un marchio che è sinonimo di sogni su due ruote, e non solo in ambito sportivo.

Oggi scopriamo la Ducati 1199 Superleggera, una moto che fin dal suo nome rivela il concept progettuale mirato a ridurre il peso all’inverosimile.
Il tutto è stato ottenuto sfruttando materiali quali carbonio, titanio e magnesio. per un peso record di 155 kg senza carburante!
I 200 cavalli del suo motore contribuiscono al miglior rapporto peso/potenza mai visto su una moto di serie, anche se va detto che si tratta di un modello prevalentemente da collezione e destinato soprattutto alle vetrine, e non certo alla vita di tutti i giorni.

Per gestire una simile belva sono infatti necessarie doti poco comuni da pilota collaudato, e non è quindi solo il prezzo (oltre 60mila euro!) a renderla una maxi destinata a pochi eletti.
Noi ci accontentiamo di ammirarla, di sognarla e di studiarne le caratteristiche tecniche!

Rinasce Scrambler, ma è artigianato firmato Borile

Negli anni ’70 c’era una Ducati che andava per la maggiore, una moto entrata nell’immaginario collettivo: parliamo della Scrambler, che con il suo motore monocilindrico ha fatto sognare e divertire un’intera generazione.

Tra tanti revival del passato, per il momento sembra che l’ora di Scrambler non sia ancora giunta, per cui ci ha pensato Umberto Borile, noto ed affermato artigiano della motocicletta che ama disegnare modelli al tecnigrafo e produrle in proprio, lavorandole a mano nella sua officina.
Ducati ha parzialmente collaborato, fornendo teste e cilindri provenienti dalla Monster, ma tutto il resto è opera di Borile, il quale ha lavorato su una moto prodotta in serie limitatissima, con un prezzo da collezionisti ed intenditori perché si aggira sui 13.000 euro.

La Borile Scrambler è, come l’originale, rigorosamente monocilindrica, con un motore 450 raffreddato ad aria, e ricalca ovviamente la sua antenata, per la gioia dei più nostalgici.

Ducati Diavel, indefinibile multiforme

Diavel è sempre stata il modello probabilmente più indefinibile di Ducati, perchè tutte le diverse versioni elaborate l’hanno via via resa una Custom, una sportiva, una Naked.
Per rendere ancora meno semplice una sua catalogazione, oggi la casa di Borgo Panigale ne ha lanciato anche una versione da strada, dedicata a chi ama i lunghi spostamenti a bordo della due ruote.

Questa grossa Gran Turismo si presenta con una importante dotazione di serie, indispensabile per controllare i suoi 162 cavalli del suo motore da 1.2 litri specie se a bordo ci sono anche passeggero e bagagli; tra questi, citiamo l’ABS ed il controllo della trazione.
Altri accorgimenti sono volti a rendere la moto più accogliente e confortevole come si conviene ad una Gran Turismo, e riguardano la sella e la posizione di guida stessa, con il manubrio più in alto e addirittura provvisto di manopole riscaldate.
A sottolineare la sua vocazione touring ci si mettono anche le capienti borse laterali da ben 41 litri, previste di serie.

La due cilindri più potente di sempre è una Ducati

Per il nostro articolo di oggi ci vestiamo di orgoglio tricolore a due ruote, parlando di un mostro di efficienza e bellezza uscito qualche tempo fa dalle officine Ducati.
La 1199 Panigale S è, senza troppi giri di parole, una moto speciale ed emozionante.
È la prima Ducati che al posto del telaio presenta una struttura piramidale in alluminio su cui si innesta la forcella e che contiene Superquadro, il motore 2 cilindri di grande compattezza e potenza strabiliante.

La sua velocità in rettilineo è impressionante, il che ne fa una moto certo non dedicata ai “novellini”; tuttavia il contorno, che prevede ABS e DTC ed una maneggevolezza raramente provata prima, fa sì che questo bolide sorprenda per il comfort di guida con inserimento in curva “chirurgico”, freni efficaci e l’elettronica, come quella delle sospensioni, che consente di sentirsela “cucita addosso”, senza alcuna fatica o indolenzimento.
Aspetto aggressivo per scocca e strumentazione, cin luci a LED brillanti e display con quantità di informazioni regolabile.