Archive for dicembre 2013

Il grande colpo della BMW i3

Non ci sono più tanti cavilli a cui appigliarsi, ormai il motore elettrico è diventato una realtà e tanti marchi se ne stanno accorgendo correndo ai ripari anche con modelli di rilievo.
Proprio a novembre ha debuttato la prima BMW di questo tipo, la i3, compattissima e pronta a dare battaglia in un settore che forse resta ancora di nicchia, ma che soprattutto nelle grandi metropoli è destinato per forza a crescere.

Zero emissioni per la BMW i3, una autovettura con linee ed equipaggiamenti di primo piano alla quale manca solo 1 centimetro per raggiungere la fatidica quota di 4 metri di lunghezza, e che vuole portare l’elettromobilità in tutto il mondo mantenendo forte l’immagine di marchio premium ma a prezzi accessibili.
I cavalli del suo motore alimentato dalle batterie agli ioni di litio sono 170, per cui le prestazioni non sono quelle di una city car: la velocità massima è 150 km/h e l’autonomia, guidando in modalità ECO PRO, può arrivare fino a 200 km.
Va detto che BMW, per non scontentare nessuno e potersi accaparrare una una fetta di mercato ancora più ampia, ha previsto di poter equipaggiare i3, a scelta, anche con un contenuto motore termico da due cilindri, un 650cc che aggiunge altri 34 cavalli, aumenta l’autonomia di altri 150 km ma fa lievitare il prezzo finale di circa 400 euro.

Leggerissima la scocca, per l’uso di alluminio e fibra di carbonio che compongono la struttura LifeDrive pensata per il miglior bilanciamento possibile e naturalmente per aumentare la sua maneggevolezza.
Non si deve pensare ad una vettura di secondo piano quanto a prestazioni, perché si tratta a tutti gli effetti di una BMW, con tutto ciò che il nome si porta dietro. La guida è semplificata, i rumori completamente assenti, ed a bordo ci si diverte anche con il ConnectedDrive, sistema multimediale che interagisce con lo smartphone attraverso l’apposita app BMW iRemote.

La casa tedesca aveva previsto 10.000 vendite entro il 2014: ebbene le prospettive saranno ampiamente superate, se si considera che le prenotazioni sono state già prima della messa in vendita ben 8000!
I bavaresi sembrano aver colto nel segno, indirizzandosi su una strada, quella delle autovetture EV, ormai irrinunciabile, perché le previsioni circa l’accentramento della popolazione mondiale nelle megalopoli spingono verso una mobilità a basso impatto.

Honda CTX700, straordinario mix cittadino

Il cambio Dual Clutch introdotto da Honda su alcuni suoi modelli di moto tra i quali Integra e Crosstourer ha strappato a tutti applausi e consensi a scena aperta per la straordinaria capacità di rendere maneggevole e facile da guidare qualsiasi due ruote che lo monti.

Si tratta infatti di una trasmissione sequenziale a doppia frizione che in questa fine 2013 ha debuttato anche sulla nuova Honda CTX700, una moto dal baricentro bassissimo spinta da un motore a due cilindri in parallelo da 670cc in una inedita posizione  che consente anche di tenere la sella a soli 72 cm dal suolo.

La moto non ha una sua univoca classificazione nella “tassonomia” della gamma Honda, in quanto fonde in sè elementi di una Granturismo, di una Naked e di una Custom, ma proprio per la sua estrema manovrabilità si presta ad un uso cittadino, quasi fosse uno scooter, ed inoltre con i suoi 48 cavalli è omologata per la patente A2.

Seat Leon cresce ed ora è anche wagon

Nei giorni scorsi vi abbiamo diffusamente parlato della nuova Golf Variant, versione station wagon di una delle più popolari vetture del marchio tedesco Volkswagen il quale include nel suo gruppo anche la Seat. Da qui proviene il pianale MQB condiviso con la prima Seat Leon progettata in versione familiare, che prende la sigla ST e sarà disponibile in Italia a partire dal mese di gennaio.

I punti di contatto con la “cugina” tedesca si limitano in realtà al succitato pianale, perché per il resto Seat Leon ST mantiene l’indole più sportiva della berlina hatchback da cui deriva ma apre grandi orizzonti commerciali al marchio dal momento che riesce nell’impresa di offrire tantissimo spazio e comfort in più pur superando nel peso la 5 porte di appena 45 kg.

Le motorizzazioni sono tutte di derivazione Volkswagen, includendo solo motori turbo sia benzina che diesel con un range che va da 1.2 fino a 2.0, ed anche la tecnologia ripropone dotazioni già viste e collaudate come la regolazione adattiva dell’assetto o lo sterzo progressivo.
Molto interessante la versione con motore ibrido bi-fuel a benzina e metano che sarà proposta in Italia a partire da febbraio.

Hyundai ix35, successo da premiare

Un altro importante SUV compatto non poteva mancare nella nostra rassegna, anche perché proviene da un marchio come Hyundai che vi abbiamo già dimostrato di apprezzare molto per la sua capacità di far ricredere l’Europa circa la qualità dei propri veicoli.

Si tratta della ix35, una vettura dalla storia giovane eppure già ben definita, che ha colto di sorpresa lo stesso marchio andato inizialmente in difficoltà per l’evasione degli ordini, andati realmente molto oltre le previsioni.

Il suo successo ha confermato un ruolo di primo piano per il marchio coreano anche in Europa, ruolo ormai consolidato da standard sia estetici che qualitativi ottimi, e si è per questo meritata un vestito nuovo che in realtà è andato soltanto a rifinire piccoli dettagli di design su una vettura già abbastanza “scolpita” e che ha riguardato principalmente il lato più squisitamente tecnico.
Così troviamo una rivisitazione della calandra e la raffinata antenna a “pinna”, mentre interventi più sostanziali hanno coinvolto la riprogettazione dei motori che adesso hanno anche ridotto i consumi

Hyundai ix35 si rivela così una eccellente stradista, certo non pensata per chi ama la guida sportiva ma adattissima per chi ama il comfort al volante specialmente sulle lunghe percorrenze: per chi volesse però aggiungere anche un pizzico di brillantezza, la versione a quattro ruote motrici disponibile sulla 2.0 diesel permette anche una maggiore disinvoltura.
A queste qualità fanno poi da contorno gadget tecnologici quali lo schermo touch da 7 pollici, la telecamera posteriore per il parcheggio ed il bluetooth, per citarne solo alcuni: un nuovo look che rende Hyundai ix35 un rivale ancora più competitivo per le “pari grado” Ford Kuga o Nissan Qashqai.

La gamma ix35 inoltre detiene già un record: è infatti la prima autovettura al mondo su cui è stato montato di serie un motore ad idrogeno. Attualmente la sua destinazione è solo rivolta ad enti pubblici o flotte aziendali, ma va segnalato che in Europa ne circolano già oltre 100, con prestazioni di tutto rispetto: velocità max 160 km/h, autonomia di 560 km ma soprattutto emissioni composte da solo vapore acqueo. Ci crediamo, e Hyundai ci conforta: il futuro è proprio nelle colonnine di idrogeno!

Benelli BN600 R, divertente ma tranquilla

Un antico e glorioso marchio tutto italiano come Benelli, che da oltre 1 secolo è sinonimo di due ruote, ha scelto di orientare un modello della sua gamma in controtendenza rispetto ai suoi concorrenti che privilegiano i motori a 2 e 3 cilindri. La stessa Benelli da anni vede i 3 cilindri dominare nella sua offerta, ma già dallo scorso anno la BN 600 ha rotto questa consuetudine presentandosi con un motore a 4 cilindri montato su una moto di classe media e che quindi si distingue per la sua originalità.

Di recente ha debuttato anche una versione più briosa della BN 600, denominata “R“, che vuole accattivarsi le simpatie di chi è in cerca di sensazioni più forti quando in sella. Le sue linee sono quindi più grintose e nel complesso BN 600 R è più brillante anche nello spunto, pur mantenendo una certa tranquillità proprio perché il suo target non è l’utente “supersport” in senso stretto ma quello che cerca equilibrio e stabilità perché magari non troppo esperto, e che al tempo stesso vuole divertirsi.
Ce ne rendiamo conto ad esempio per le caratteristiche del motore, che eroga “solo” 82 cavalli, il che ben si sposa con un’utenza dall’esperienza limitata.

Troviamo così in questa naked che sarà disponibile a partire da gennaio tanti apprezzabili elementi con punte pregevoli come l’impianto frenante firmato da Brembo ed una ciclistica di buona qualità costruttiva. A tutto ciò si accompagnano buone finiture per una naked che è il risultato della prima vera collaborazione tra la casa originaria di Pesaro ed il gruppo cinese Qjian Jiang che l’ha acquisita nel 2005.

Cactus rievoca lo spirito della Due Cavalli

Un modello storico al quale molti italiani sono nostalgicamente affezionati è la mitica Due Cavalli Citroën, per la quale si è spesso sentito parlare di un ritorno in chiave moderna come accaduto ad altre autovetture iconiche, su tutte la Fiat 500.
Sotto un certo aspetto questo atteso revival è giunto, se non per quanto riguarda le forme almeno nello spirito, quello che ha guidato il marchio del gruppo PSA all’esercizio di stile – ovvero alla concept car – cui è stato dato il nome Cactus.

Presentata durante l’ultimo Salone di Francoforte, è un prototipo che con le sue linee firmate da Bertone vuole rivisitare il mito 2Cv ricalcandone la sostanza di vettura che usciva dagli schemi facendosi portabandiera dell’essenzialità: a bordo di Cactus si ritrova il gusto dello stare insieme in auto, perché tutto l’abitacolo è stato trasformato in un ambiente conviviale, fatto apposta per offrire il massimo comfort con trovate radicali come l’assenza di vetri laterali e posteriori e l’incremento di spazio “vivibile” conseguente alla riduzione del cruscotto ai minimi termini, convogliando tutti i tasti e le funzioni in un display touch screen da 8 pollici.

A completare il tutto anche un ampio tettuccio panoramico che aumenta la luminosità a bordo ma che, con lo speciale trattamento termico cui è stato sottoposto, non fa passare il caldo.
L’ultimo dettaglio che accresce la singolarità di questa concept car è all’esterno e si chiama Airbump, struttura morbida che protegge i fianchi, l’anteriore ed il posteriore dell’auto dagli urti con una superficie che include delle capsule d’aria.

Citroen Cactus
è spinta da un motore ibrido che abbina il 3 cilindri a benzina con un motore elettrico ad aria compressa, innovazione che tra qualche anno vedremo montata anche sui veicoli di serie e che garantisce, a detta del costruttore, un litro di carburante per 30 km.

Alla scoperta del nuovo Honda SH Mode 125

Con SH, scooter di grande versatilità nato 30 anni fa, Honda ha saputo scrivere la storia di successo del suo marchio anche in Italia, dove ne circola attualmente oltre mezzo milione. Honda adesso lo ha rilanciato, ma si tratta in effetti di uno scooter tutto nuovo che non ha tuttavia rimpiazzato il modello SH Standard.
SH Mode 125 infatti si presenta come un due ruote piccolo ma non piccolissimo, che appartiene però alla categoria entry level perché facile da maneggiare e leggero e che entra in diretta concorrenza con il glorioso Piaggio Liberty.

Le modifiche al suo design sono state di rilievo, e tali da renderlo senza dubbio più compatto, ma con un comfort di sicuro accresciuto grazie alla maggiore larghezza della pedana e ad una strumentazione molto ben strutturata con tachimetro e tutte le necessarie spie di servizio ben evidenti, compresa quella dello Start&Stop, il dispositivo disinseribile che permette risparmi sul carburante fino al 7%.
La grande comodità di questo SH Mode è completata da un vano sottosella di capienza inusuale, in grado di ospitare anche un casco integrale: lo si deve proprio al suo nuovo assetto di guida, che rendendolo più largo ne ha allargato il bacino di potenziali utenti anche ai giovanissimi ed ai neofiti. Se proprio vogliamo trovargli un difetto, questo risiede nell’assenza di un sistema ABS di serie, in quanto proprio la sua destinazione verso un pubblico giovane e magari ancora inesperto che possa sfruttare la sua facilità di guida rende un simile dispositivo di sicurezza assolutamente indispensabile.

Il motore, facile da gestire, è un monocilindrico a quattro tempi con raffreddamento a liquido, che proprio in virtù della speciale attenzione riservata ai consumi inserendo lo Start&Stop riesce a percorrere oltre 50 chilometri con 1 litro.
Comodo, sicuro e rilassante nella guida, Honda SH Mode 125 farà senza dubbio molta strada anche per il prezzo di listino fissato a 2.650 euro. Abbiamo inoltre scoperto una delle tinte disponibili oltre ai grandi classici bianco e nero, la “Fabulous Pink“: un rosa rivolto naturalmente al gentil sesso, che ne apprezzerà le rifiniture marroni anche sulla sella a sarà ancora più entusiasta di sfrecciare su uno scooter così fashion!

Golf variant è brillante ed armoniosa

Il settore delle familiari, meglio note come station wagon, è probabilmente quello che sta maggiormente subendo gli attacchi da parte della pletora di SUV, crossover, SUV compatti che stanno invadendo il mercato.
Volkswagen è riuscita a tenere testa in questa battaglia pensando fin dalla fase di progettazione della settima serie di Golf alla sua declinazione SW, la Variant, ottenendo così un veicolo dalle forme gradevoli e persino sorprendenti e dalla guida lineare e pulita.

Tanta armonia è stata raggiunta proprio considerando da subito, e non come successivo adattamento di una berlina, questa evoluzione che riserva numerose sorprese anche in fatto di spazio, ben 1620 litri con lo schienale posteriore abbattuto la sua capienza, e 605 in assetto “standard”.
Per una vettura di circa 4,5 metri sono numeri senza dubbio importanti, che vengono poi ulteriormente esaltati da un comfort di bordo caratteristico di una vettura di alta fascia, con interni particolarmente curati già a partire dall’allestimento base Trendline sul quale si parte già anche con un’eccellente dotazione quanto a sicurezza.
Gli altri due allestimenti a salire sono il Comfortline e l’Highline, ma ciò che più ci interessa è offrirvi una panoramica sulle motorizzazioni, che propongono tutte brillantezza di guida e grande maneggevolezza.

Si tratta di sole propulsioni turbo, con i 4 diesel compresi tra i 90 ed i 150 cavalli (la punta di diamante è il 2.0 TDI) ed i 3 benzina con cilindrate 1.2 o 1.4, fino ad un massimo di 140 cavalli.
Dopo il debutto della Golf Variant nel mese di ottobre, arriverà presto una versione molto interessante, spinta da un motore 1.4 da 110 cavalli ed alimentato a metano, soluzione della quale sempre più italiani stanno scoprendo i benefici in fatto di costi.

Catene da neve, un breve vademecum

Ad ogni stagione invernale si ripropone per gli automobilisti il bisogno di tutelare la propria sicurezza al volante in caso di strade ghiacciate o improvvise nevicate, situazioni queste che rendono l’aderenza davvero precaria se non si montano dei pneumatici invernali.
Esiste ovviamente anche un’alternativa più economica e molto pratica, le catene da neve, che è possibile avere solo a bordo per sfruttarle in caso di effettiva necessità su dei pneumatici tradizionali.
Si tratta della soluzione più indicata per chi ha a che fare solo occasionalmente con delle strade innevate o di montagna, ad esempio in occasione di una settimana bianca, mentre il maggiore investimento in caso di pneumatici da neve (vanno tenuti in conto anche i costi di gestione e stoccaggio) è più giustificato per chi abiti in aree ghiacciate per lunghi periodi, senza dimenticare che al di sopra dei 7 gradi tali gomme non sono più sicure.

Per la scelta delle giuste catene da neve è naturalmente necessario effettuare delle verifiche preliminari, in primo luogo sulla catenabilità del mezzo in questione: molti dei veicoli di nuova generazione presentano infatti vani ruota dallo spazio ridotto, ed una catena non corretta rischierebbe di deteriorare componenti meccaniche del mezzo. Le opzioni sono, in questi casi, quelle di affidarsi a delle catene da neve di minore ingombro, 7 millimetri invece dei tradizionali 9, come ad esempio le Thule CK-7, oppure scegliere delle catene anch’esse perfettamente omologate, ad ancoraggio frontale.
Va inoltre tenuto presente che le catene a maglia più piccola offrono un innegabile vantaggio in termini di comfort di guida, perché ovviamente diminuiscono le vibrazioni; per contro, il loro costo tende a lievitare, per la maggiore loro lavorazione.

In definitiva le catene da neve si presentano come soluzione ideale per chi voglia ottemperare agli obblighi di legge, mettendo al tempo stesso in assoluta sicurezza il veicolo ed i suoi occupanti; le stesse garanzie non sono ad esempio offerte dalle cosiddette “calze da neve“, che restituiscono un grande comfort di guida ed alterano di poco le performances del veicolo, ma non mettono al riparo dagli obblighi di legge non essendo omologate.

KTM 1190 Adventure, controllo assoluto

Da qualche giorno siamo “in fissa” con le due ruote, per cui vi proponiamo un’altra analisi di una novità, stavolta cambiando genere: per un controllo integrale sulle modalità di guida, la KTM 1190 Adventure si posiziona in maniera netta come sfidante della BMW GS, ad esempio; è infatti una moto molto potente, una tipica endurona con un motore direttamente derivato da quello che il marchio austriaco schiera in Superbike, ma che è attrezzata con una dotazione elettronica di tutto punto a partire dal controllo di trazione con i suoi diversi livelli Sport, Street e Comfort.

Il carattere della moto può essere adeguato quindi alle diverse circostanze, e permette di divertirsi alla grande con il resto del corredo elettronico di serie, composto da frizione anti-saltellamento, sospensioni elettroniche anch’esse regolabili su 3 livelli, acceleratore ride by wire.
Il tutto per una tenuta di strada efficace, di certo indispensabile su una moto così potente, soprattutto perché attrezzata con lo speciale e rivoluzionario MSC (Motorcycle Stability Control) che ha la rilevante qualità di lavorare anche in curva.
È una grande novità elaborata da Bosch che approda per la prima volta al mondo su una moto, e lo fa su questa endurona su cui la potremo trovare, a partire dal 2014, anche sulla versione Adventure R, quella dedicata espressamente all’offroad con ruote dal battistrada ampliato, maggiore escursione delle sospensioni e manubrio allargato.
In definitiva uno strumento ideato con il pensiero fisso rivolto alla sicurezza, e che garantisce una aderenza ottimale.