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L’avanguardia del mondo DS ha le sue radici in una “Dea”

Come abbiamo avuto modo di analizzare in un paio di articoli dei giorni scorsi, da alcuni anni Citroën ha riportato in auge un nome che ha fatto la storia non solo del marchio in sé, ma del design dell’auto nel suo complesso.

DS, dopo essere stato proposto a partire dal 2008 come speciale allestimento “di lusso” che arricchiva la camma Citroën con modelli dall’immagine prestigiosa, ha via via riscontrato sempre maggiore successo fino a diventare marchio indipendente, un’entità autonoma e ben definita senza più il logo del double chevron, caratterizzata da ricercatissime scelte stilistiche molto personali sia per la carrozzeria che per l’abitacolo.

La “genesi” del nome DS ha radici lontanissime e gloriose: correva il 1955 quando venica presentata la Citroën DS, una vettura che con la sua linea anticonformista ha segnato un’epoca per il suo impatto estetico inconfondibile ancor oggi.
Slanciatissima e con l’impressione di essere “rannicchiata” sul posteriore pronta a scattare, con le ruote semi-carenate, godeva di un coefficiente di penetrazione aerodinamica strabiliante per l’epoca.

Il tutto fu opera dell’italiano Flaminio Bertone al design e del progetto di André Lèfebvre, due figure geniali la cui collaborazione ha fatto la fortuna del marchio francese.
Anche la meccanica della DS era per l’epoca rivoluzionaria, per le sospensioni oleopneumatiche che offrivano un’ottima azione ammortizzante e rendevano il veicolo autolivellante, ed inoltre la stessa frizione era idraulica per una trasmissione semiautomatica.
Simili innovazioni e le innegabili doti stradali hanno garantito alla Dea (la pronuncia della sua sigla in francese suona proprio come Déesse) un successo commerciale durato ben 20 anni, ed anche un’elevata competitività nel mondo dei Rally.
Ancor oggi questa vettura dalle linee inconfondibili ed iconiche è oggetto di collezionismo, in particolar modo nelle sue versioni più raffinate come la Pallas e nell’affascinante silhouette Cabrio.

È ancor oggi riconosciuta come uno dei modelli più influenti nella storia dell’auto, per la sua forza di innovazione tecnico-stilistica, basti pensare che il Premio Auto del Secolo l’ha vista piazzarsi al terzo posto, dietro solo alla Ford T ed alla Mini.

Nel 1955 la sua sigla stava per “Desiderata Speciale”: nel terzo millennio il nuovo corso che ha reso questa sigla un marchio di prestigio ha invece assunto il significato di Different Spirit, qualcosa di realmente diverso per chi ama distinguersi e guidare un veicolo che combini nobiltà e tecnologia, stile raffinato ed eccezionale dinamismo.

 

Con DS 4 due straordinarie declinazioni dell’eleganza

Dopo aver dedicato tanto spazio alla DS 3, non potevamo farci mancare altrettanta attenzione ad una sorella maggiore nella famiglia ormai del tutto autonoma rispetto alla casa madre Citroën, quella di DS Automobiles.

Le berline compatte Premium hanno una stupenda nuova invitata al gran ballo delle vetture di lusso e di personalità, con l’affascinante eleganza di DS 4. Tutti i paradigmi di questo segmento d’elite sono stati rivoluzionati fin dal suo primo lancio, nel 2011, quando DS ancora era una sorta di sottomarchio senza autonomia, quasi una semplice gamma trasversale di allestimenti più prestigiosi (un po’ come fa tutt’oggi la “cugina” Peugeot con le varie versioni GT e GT Line).

DS4 berlina, personalità e stile

Molte cose sono cambiate da allora, e DS Automobiles – se ricordate, come abbiamo visto parlando della DS 3, l’acronimo sta per Different Spirit – ha assunto definitivamente nel 2014 una identità ancora più definita, che oggi è favorevolmente riconosciuta a livello mondiale grazie agli innovativi stilemi estetici di DS 4, una vettura dalla personalità forte che nella sua più recente versione ha abbandonato anche nel frontale qualsiasi riferimento al “double chevron“, per rispettare il nuovo corso stilistico e presentarsi come entità a sé stante.

Imponente, larga e rialzata pur essendo di 5 cm più corta della C4 da cui deriva, si esprime con una silhouette raffinata che la avvicina ad una coupè, ed è offerta anche con 38 possibili combinazioni se si sceglie la carrozzeria bicolore.
Di gran pregio gli interni, con plancia e sedili rivestiti in pelle e contenuti tecnologici elevatissimi, che la equipaggiano con retrocamera, connessione permanente con lo smartphone gestita tramite l’ampio touschscreen da 7″, per una generale sensazione di comfort ed esclusività.
Tutte turbo le motorizzazioni, 3 a benzina e 3 con il pulitissimo BlueHDi, per una esperienza di guida brillante e molto incisiva.

DS 4 Crossback

DS 4 è affiancata dalla sua versione più grintosa nelle linee, con lo stile dinamico del crossover Crossback, con profili passaruota ben marcati, assetto rialzato ed un generale istinto per la guida più “avventurosa” esaltato anche dalle barre portatutto al tettuccio e da una gamma di tinte ancor più di forte personalità.
DS 4 Crossback mantiene gli stessi contenuti tecnologici della berlina ma manifesta, attraverso le sue linee ancor più dinamiche, il carisma tipico di un crossover declinato però in salsa chic, nel quale alle prestazioni agili e versatili si accompagna un’ineguagliabile eleganza.

L’avanguardia dello spirito innovativo DS Automobiles rende i suoi veicoli la sublimazione del concetto di lusso, e se ci lasciate passare il paragone azzardato, l’equivalente dell’haute couture francese a 4 ruote!

 

DS Automobiles viaggia su binari esclusivi: scopriamo la DS 3!

Da tempo stavamo valutando l’opportunità di proporvi un ricco e completo approfondimento su un marchio del tutto esclusivo ed elitario come DS, una sigla che in casa Citroën rievoca fasti antichi e gloriosi e che a partire dal 2014 è stata riportata in auge come marchio a sé stante, che gravita ovviamente in orbita Gruppo PSA per firmare modelli la cui immagine fosse più prestigiosa e quasi “d’élite”.

DS
è dunque una derivata della casa madre Citroën che propone veicoli con caratteristiche Premium, decisamente più lussuosi e posizionati quindi più in alto nel mercato, come gamma del tutto indipendente.

L’acronimo DS sta infatti per “Different Spirit“, e la seducente tecnologia in salsa chic della DS 3 lo incarna al meglio con uno stile inimitabile in cui il design è protagonista assoluto con nuovi codici, scritti tra gli altri con una linea di cintura a “pinna di squalo” ed un tetto che rende inconfondibile la sua carrozzeria. Una silhouette ancora più dinamica e compatta caratterizza la nuova generazione 2016 D S3, dopo quella di lancio del 2010.
Oggi il suo pianale è quello della Citroën C3, ma l’esperienza di viaggio una volta saliti a bordo è assolutamente unica perché le sue soluzioni tecnologiche all’avanguardia ne fanno un concentrato di hi-tech lungo meno di 4 metri.
Assistenza alla guida ed al parcheggio, cambio automatico, dotazioni estetiche e tecniche di gran lusso per un piacere di guida mai assaporato perché sa mescolare raffinatezza dei materiali a prestazioni sublimi, quelle della gamma PureTech o THP a benzina e dei diesel BlueHDi.

Chi proprio volesse esagerare e premiare il proprio ego potrebbe poi orientarsi sulla DS 3 Performance, la coniugazione sportiva di un modello che è già icona di stile e che offre prestazioni e comfort sublimi per la potenza dei suoi motori e tutto il corredo tecnico e meccanico che la rendono un must per la guida sportiva, con la sua unica motorizzazione benzina THP da 208 avalli e gli interni in Alcantara.

Per finire, gli esteti duri e puri possono trovare soddisfazione nella DS 3 Cabrio, la classica “bella scoperta” che si presenta come l’unica cabriolet del suo segmento con 5 posti effettivi e che garantisce un comfort dinamico difficilmente equagliabile.
Nel suo caso, la gamma di motori prevede 6 opzioni e la personalizzazione della carrozzeria come detto premia gli esteti, che possono giocare a comporla tra 10 tinte più quattro per il tetto.

In qualsiasi versione la si scelga, DS 3 è un regalo gratificante che si fa al proprio desiderio di apparire ed essere ammirati, perché comfort ed immagine di sé sono al massimo della sublimazione.
Non abbiamo di certo terminato, perché presto ci addentreremo nelle caratteristiche dell’intera gamma DS Automobiles anche con una chicca storica!

Citroën C4 Cactus esce dai canoni!

Il suo nome aiuta a comprendere la filosofia minimalista che anima l’intero progetto: Citroën C4 Cactus infatti eredita dalla pianta desertica tutta l’essenzialità del saper fare a meno del superfluo, e ad esempio perde circa 200 kg rispetto alla C4 classica, il che le permette di essere particolarmente morigerata nei consumi, arrivando a 3,4 litri/100km.

È vero, si è pensato a “togliere” per ottenere un veicolo spartano, ma che non per questo passa inosservato, anzi. Gli Airbump in poliuretano termoplastico che rivestono le fiancate sono un interessante shock estetico e garantiscono protezione dagli urti, contribuendo ad una linea senz’altro originale. Dimensioni contenute per questo Minisuv, lungo appena 4,16 metri, ma spazio e comfort al suo interno in primo luogo grazie alla luce che proviene dal tetto in vetro, e poi grazie ad un ripensamento dell’abitacolo nel quale troviamo una prima mondiale, l’Airbag in roof che invece di occupare spazio davanti al passeggero è integrato nel padiglione.

A bordo poi non manca tecnologia, con un cambio automatico altamente performante e gestito da pulsanti, con la possibilità di cambiare marcia manualmente tramite le palette al volante; tecnologie avanzate m mai ridondanti, come lo schermo touch da 7″ di serie su tutti i modelli.
I livelli di allestimento sono 3, a partire da un prezzo di listino di € 14.950, mentre le motorizzazioni includono oltre a 2 diesel (92 o 100 cavalli) e 2 benzina (75 ed 82) anche un brillante turbo da 110 cavalli.

È presto per conoscere l’apprezzamento da parte del pubblico italiano nei confronti di questa novità Citroen, perché la sua commercializzazione è scattata solo nel mese di settembre, tuttavia noi di NonSoloAutomobili avevamo già intuito che le potenzialità della concept car svelata al Salone di Francoforte nel 2013 erano notevoli!

Citroën C4 Picasso sa sedurre con garbo

Il Gruppo PSA Peugeot-Citroën ha potuto risolvere tantissimi problemi di estetica con la nuova piattaforma modulare denominata EMP2: ne abbiamo potuto ammirare le qualità grazie a Nuova Peugeot 308, ma qualche tempo prima aveva già debuttato in un altro segmento – quello delle monovolume – come base per la Citroën C4 Picasso, rivisitazione della vettura che tanto ha contribuito al successo della gamma.
Si tratta anche della dimostrazione di come questa piattaforma sia versatile, perché si può adattare a segmenti che in apparenza sembrano non conciliabili, e permette grandi libertà ai designer delle carrozzerie.

Le monovolume devono per definizione essere alte e spaziose, è la loro ragion d’essere, ed in tanta imponenza sembra essere più difficile ottenere qualcosa di aggraziato e piacevole dal punto di vista estetico.
La nuova C4 Picasso ci è riuscita, e non risulta affatto goffa, anzi: ciò grazie al passo allungato (ecco uno dei benefici della piattaforma) e ad un muso che riesce a puntare verso il basso risultando poi quasi aggressivo con la fanaleria di nuova concezione fatta di gruppi ottici orizzontali e più stretti del consueto.
All’interno, sedendosi al posto di guida si ha la sensazione di essere a bordo di una berlina, che viene confermata anche in viaggio, dove si mantiene un confort adeguato.

Tra le varie opzioni proposte per la propulsione, ci siamo resi conto che la scelta ideale ricade sul motore 115 cavalli turbodiesel 1.6, che con le 6 marce aiuta anche nel traffico urbano ma garantisce lunghe traversate rilassanti.
Non è goffa, non è ingombrante, ma è pur sempre una vettura dalle dimensioni importanti:riteniamo quindi fondamentale dotarsi del sistema Vision 360°, un gadget tecnologico che permette una visione chiara di tutti gli ostacoli che possono circondarla, proiettati sull’ampio touchscreen della consolle in marcia come in fase di parcheggio.

Il suo allestimento Seduction è secondo noi la scelta migliore per la completezza degli accessori: lo recita la parola stessa, C4 Picasso è in grado di sedurre con glamour!

Cactus rievoca lo spirito della Due Cavalli

Un modello storico al quale molti italiani sono nostalgicamente affezionati è la mitica Due Cavalli Citroën, per la quale si è spesso sentito parlare di un ritorno in chiave moderna come accaduto ad altre autovetture iconiche, su tutte la Fiat 500.
Sotto un certo aspetto questo atteso revival è giunto, se non per quanto riguarda le forme almeno nello spirito, quello che ha guidato il marchio del gruppo PSA all’esercizio di stile – ovvero alla concept car – cui è stato dato il nome Cactus.

Presentata durante l’ultimo Salone di Francoforte, è un prototipo che con le sue linee firmate da Bertone vuole rivisitare il mito 2Cv ricalcandone la sostanza di vettura che usciva dagli schemi facendosi portabandiera dell’essenzialità: a bordo di Cactus si ritrova il gusto dello stare insieme in auto, perché tutto l’abitacolo è stato trasformato in un ambiente conviviale, fatto apposta per offrire il massimo comfort con trovate radicali come l’assenza di vetri laterali e posteriori e l’incremento di spazio “vivibile” conseguente alla riduzione del cruscotto ai minimi termini, convogliando tutti i tasti e le funzioni in un display touch screen da 8 pollici.

A completare il tutto anche un ampio tettuccio panoramico che aumenta la luminosità a bordo ma che, con lo speciale trattamento termico cui è stato sottoposto, non fa passare il caldo.
L’ultimo dettaglio che accresce la singolarità di questa concept car è all’esterno e si chiama Airbump, struttura morbida che protegge i fianchi, l’anteriore ed il posteriore dell’auto dagli urti con una superficie che include delle capsule d’aria.

Citroen Cactus
è spinta da un motore ibrido che abbina il 3 cilindri a benzina con un motore elettrico ad aria compressa, innovazione che tra qualche anno vedremo montata anche sui veicoli di serie e che garantisce, a detta del costruttore, un litro di carburante per 30 km.

Dalla consolle alla concept da Salone

Oggi vogliamo fare un balzo all’indietro di qualche anno per raccontarvi una originale collaborazione che coinvolse nel 2008 la Citroën ed il marchio PolyPhony Digital, ben noto a tutti gli amanti della serie di videogiochi Gran Turismo.

Il progetto della GT by Citroën, una concept car dalle linee estreme, venne venduto sia alla casa francese che al marchio videoludico: così, mentre Citroën l’ha sviluppata e prodotta presentandola durante il Salone di Parigi del 2008, PolyPhony ne ha curato la fedelissima riproduzione grafica inserendola nel parco macchine del simulatore di guida Gran Turismo 5 come veicolo di punta dalle linee aerodinamiche fluide e dalla elevatissima portanza, esasperata dalle prese d’aria e dagli speciali spoiler, oltre che dal baricentro bassissimo.

Va detto che in entrambe le versioni, la concept car e la sua renderizzazione grafica, GT by Citroën riceveva spinta da 4 motori elettrici per complessivi 780 cavalli che andavano ad alimentare due celle al combustibile di idrogeno, una soluzione di certo facile da realizzare e rendere credibile all’interno del gioco, ma molto meno verosimile nella realtà; in effetti Citroën, prima di abbandonare definitivamente il progetto di costruire un numero limitato di questi bolidi, aveva già dichiarato che questi sarebbero stati alimentati da un potentissimo ma più tradizionale 8 cilindri.

Davvero speciale e futuristico l’abitacolo pensato appositamente per il mondo delle corse, con le sue forme avvolgenti per pilota e copilota ed i richiami agli sport automobilistici ottenuti con materiali pregiati e lavorati,.
Abbiamo scelto di dedicarci a questa concept car perché ci ha affascinato non poco il percorso inverso dalla consolle alla sua effettiva materializzazione, seppure in versione prototipo!

Il 3 cilindri debutta anche su Citroën C3

Una sensazione di grande luminosità all’interno dell’abitacolo per i due occupanti dei sediolini anteriori: è quanto ha ottenuto Citroën con il profondo parabrezza disegnato per la sua C3, che arriva fin quasi a metà tettuccio.
È una delle novità estetiche che spiccano tra i ritocchi stilistici della seconda serie di questa berlina che rappresenta ormai il 40% delle vendite del marchio; l’altro piccolo ritocco riguarda le losanghe sul frontale che ora sono allungate ai lati fino a raggiungere la fanaleria, come su tutti gli ultimi modelli.

In realtà, queste revisioni passano in secondo piano di fronte alla rivoluzione posta sotto il cofano: il gruppo PSA Peugeot-Citroën ha infatti deciso che dopo la 208 e la 2008 anche la C3 meritava di montare il nuovo motore 3 cilindri, figlio delle politiche di downsizing che tanti marchi stanno portando avanti.
Declinato in 2 versioni, la 1.0 da 68 cavalli e la 1.2 da 82, fa sentire le differenze di prestazioni con questa doppia offerta. Il primo si presta meglio all’uso cittadino, mentre il secondo fa la sua bella figura anche su tragitti lunghi, con in più emissioni di CO2 che sforano di poco i 100 g/km.

Citroën svela un suo lato selvaggio

La gamma DS di Citroën, di cui abbiamo già analizzato uno splendido esemplare come la DS 3 Cabrio, ha delle sue caratteristiche stilistiche inconfondibili, dettate dalla storia di un marchio sempre molto votato a design curati.
Spingendosi leggermente in controtendenza rispetto ad un mercato che sembra apprezzare soprattutto i veicoli compatti o comunque che si portino dietro la definizione di crossover, Citroën ha invece sfornato un SUV a tutti gli effetti, che punta sul prestigio degli allestimenti e sulle linee dai dettagli accentuatamente scolpiti, senza badare alle dimensioni.

Citroën DS Wild Rubis è infatti lunga 4,70 metri e larga quasi 2, un veicolo senza dubbio imponente dalla identità molto forte anche nelle firme visive luminose sia anteriori che posteriori, e nei dettagli cromati che la arricchiscono sia sui fianchi che sul tetto.
Il nome deriva proprio dalla sua colorazione, un intenso rosso rubino, unito ad una certa forza selvaggia che un SUV da 295 cavalli deve per forza avere.
Ciò che gli fa acquistare maggiore nobiltà è sapere che 70 di questi cavalli provengono da un motore elettrico, perchè DS Wild Rubis si configura come una ibrida in grado di percorrere ben 50 km a zero emissioni, salvo alternare o mescolare la propulsione elettrica con quella del motore turbo 1.6 per ottenere maggiore trazione, anche integrale.

Non vi abbiamo ancora detto che al momento Wild Rubis è “solo” un concept, questo perchè da quanto trapelato da casa Citroen, il suo arrivo sul mercato – con sigla definitiva ancora top secret – è previsto per fine 2014.

Citroën DS3 Cabrio emoziona all’aria aperta

C’è una francesina che è stata presentata giusto in tempo per la bella stagione: parliamo della Citroën DS3 Cabrio, la versione dedicata a chi ama viaggiare sentendo il vento nei capelli.
In realtà il nome potrebbe ingannare, in quanto è solo il tettuccio a ritrarsi, certo in pochi secondi ed anche a velocità di crociera in autostrada; tuttavia i montanti e le portiere restano fissi, essendo gli stessi della versione berlina, dalla quale si differenzia – e non poteva essere altrimenti – anche per l’assenza del portellone posteriore, ma la capacità di carico quanto a volume è rimasta quasi invariata, penalizzando solo l’ampiezza della finestra di carico.

Molto ampia la scelta delle personalizzazioni anche per il colore della capote, mentre l’abitacolo resta lo stesso anche per finiture e materiali che mantengono il buon livello già sperimentato sulla versione coperta.
Una certa attenzione la merita la motorizzazione 1.2 da 3 cilindri proposta, che grazie agli 82 cavalli trasmette un’ottima vivacità di guida, riuscendo anche nel contenimento di consumi ed emissioni, una delle principali mission del gruppo PSA Peugeot-Citroën.

Una nota molto favorevole è poi la silenziosità anche ad alti regimi, per una vettura che nonostante sia una “semi-cabrio” si propone come degna sfidante sia per la 500 C che per la Mini.