Archive for dicembre 2018

DS 3 Crossback, lusso da ammirare e guidare

Stile ed estrema cura per i dettagli sono da sempre i tratti distintivi di DS Automobiles, virtù che hanno permesso a questo marchio di conquistarsi autonomia ed indipendenza all’interno della grande famiglia PSA sin dal 2014. È finita l’epoca in cui questi modelli rappresentavano solo una declinazione “chic” degli equivalenti veicoli Citroën, come testimonia anche il varo di un progetto totalmente inedito e non derivato come la DS 7 Crossback.

Lo spirito DS si fa molto più marcato nella rielaborazione in chiave crossover della DS 3, al fine di tenere il passo di concorrenti di pari grado come la Audi Q2 o la Mini Countryman con ricchezza di personalità e di dotazioni ed una linea da crossover compatto molto elaborata che si sviluppa su una lunghezza di 412 cm.
Un frontale con gigantesca mascherina anteriore, e poi linee eleganti e raffinate che sono state disegnate per renderla sinuosa e quasi scultorea con la sua carrozzeria all’avanguardia, nella quale sono integrate le maniglie a scomparsa – che fuoriescono avvicinandosi all’auto – e che eredita dalla DS 3 la pinna caratteristica sulla fiancata, inconfondibile tratto di stile che è in realtà anche un trucchetto nel quale sono alloggiati i tweeter posteriori dell’impianto stereo.

La sua silhouette imponente ma così raffinata trova come prevedibile negli interni una conferma della vocazione di questo progetto, rivolto a un pubblico esigente e dai gusti molto raffinati. L’abitacolo è curatissimo e con dotazioni rare per un modello di questa categoria, con una plancia che include cruscotto digitale, ampio schermo da 10,3 ” e head-up display, ma anche personalizzazioni derivate dalla ancora più lussuosa DS 7 Crossback come gli ambienti interni e gli interruttori a forma di diamante.
Molto composita anche la scelta degli esterni, con dieci tinte disponibili per la carrozzeria e 3 colori per il tetto che sembra quasi “sospeso” per via dei montanti neri.

Va detto però che la cura non è stata riservata al solo aspetto esteriore, perché a livello tecnico e meccanico la DS 3 Crossback si fa notare ad esempio per la nuova piattaforma CMP, che il Gruppo PSA sfrutterà anche per tutte le future crossover.
C’è poi un completissimo pacchetto di sistemi di sicurezza ed assistenza alla guida, uno dei suoi punti di forza: parcheggio semiautomatico DS Park Pilot, frenata automatica di emergenza, Cruise Control fino a 180 km/h e molto altro ancora, ed il tutto con un listino che parte da una cifra più che accettabile se si considerano queste premesse, ossia 24mila €.

I motori che saranno disponibili al debutto, previsto per il maggio del 2019, sono il turbo 1.2 benzina in 3 diverse versioni da 100, 130 e 1505 cavalli, e un diesel 1.5 da 100 o 150 cavalli.
Arriverà poi nella seconda metà del 2019 la DS 3 Crossback con motore elettrico, denominata E-Tense, con un motore da 136 cavalli alimentato dalle batterie alloggiate sotto il pavimento e che in base ai test del protocollo WLTP offrirà autonomia pari a 300 km ed una ricarica all’80% in soli 30 minuti.

Segnaliamo infine un’edizione limitata, la DS 3 Crossback La Premiére, ancora più curata se possibile nei dettagli, con interni dedicati e in materiali nobili ed uno spirito ancora più audace ed estroverso.

 

Breve storia del Maggiolino che va in pensione

È una storia molto lunga quella del Maggiolino Volkswagen, che prende le mosse addirittura dall’epoca della Germania nazista. Fu lo stesso Hitler a desiderare di rendere l’automobile in generale più accessibile e non un privilegio riservato a pochi, trasformandola per l’appunto in auto del popolo ovvero Volkswagen, anche se all’inizio il suo nome fu KDF-Wagen.
Obiettivo era quello di raggiungere la “forza attraverso la gioia” come sintetizzava la sigla del dopolavoro tedesco di quei tempi, con un progetto che – nato sotto l’egida della svastica – non ha inizialmente attecchito proprio a causa della guerra. Nei decenni successivi i mutati scenari gli hanno però permesso di crescere ed evolversi diventando una vera world car, una delle auto più amate del mondo, con una diffusione strepitosa e una altrettanto concreta influenza sui costumi della società.

Il secondo passaggio di questa storia fuori dal comune è rappresentato dal suo vero rilancio e dalla vera esplosione del suo fenomeno: la fabbrica della cittadina di KDF-Stadt, diventata dal 1945 Wolfsburg, inizia a produrre in serie un veicolo che si fa forte di 3 caratteristiche essenziali e fuori dal comune che messe insieme ne favoriscono le potenzialità infinite:

  • un motore boxer a 4 cilindri raffreddato ad aria
  • un robusto telaio a piattaforma che supporta una carrozzeria di eccezionale aerodinamicità
  • affidabilità ai vertici, assicurata dalla sperimentazione in ambito bellico

La produzione raggiunge così in breve tempo le 10.000 unità e la sua esportazione non sembra più un miraggio, anzi, diventa lo strumento che ne moltiplica il successo, prima nei Paesi Bassi e successivamente addirittura negli Stati Uniti, dove la sua originalità attecchisce smentendo ogni previsione se si pensa agli standard delle auto statunitensi.

L’espansione di quello che in Germania viene chiamato Kafer, ossia scarabeo, è vertiginosa, e raggiunge ben 29 paesi nel 1951 (questa cifrà arriverà addirittura a 140) mentre nel 1955 si celebra addirittura il milionesimo esemplare prodotto.

Anche l’Italia rientra nel programma di espansione, e sin dal 1954 sul nostro mercato si impone con il suo look così sbarazzino un modello come il Maggiolino, che pur costando di più rispetto alle utilitarie nostrane dell’epoca ed essendo persino inferiore ad esse in termini di prestazioni pure, viene amata non solo per l’aspetto insolito ed accattivante ma anche per la sua comprovata longevità, per la qualità costruttiva e da molti anche per la disinvoltura con cui sa muoversi anche su terreni più accidentati e sconnessi.

I suoi pregi la trasformano in un’auto apprezzata a qualsiasi latitudine, rendendola nei decenni a seguire un modello a diffusione planetaria in qualsiasi continente. Dieci milioni di esemplari nel 1967, addirittura 15 milioni nel 1972 testimoniano come Maggiolino, da piccola intuizione, sia diventato una mania con pochissimi rivali, e naturalmente il progresso della tecnica e delle tecnologie di produzione hanno permesso di aggiornare i vari modelli rendendoli ancora più confortevoli e riccamente equipaggiati, spingendo verso l’alto anche potenze disponibili e cilindrate.
Continua ad essere una delle auto più amate al mondo anche quando viene introdotta una variante iconica come la sua versione cabrio (per intenderci, quella guidata dal personaggio di un fumetto storico come Dylan Dog, a testimonianza della sua influenza nella cultura occidentale) mentre il 1970 è l’anno in cui debutta una versione dal frontale allungato, al quale viene subito appioppato l’affettuoso nome di Maggiolone.

La prima Volkswagen messa in commercio continua ad essere presente nella gamma anche quando si affacciano nuovi modelli Volkswagen che faranno anch’essi la storia come Passat o Golf, e la sua epopea prosegue fino al 2003.

Non riscuote lo stesso successo la rivisitazione in chiave retrò  al debutto nel 1997 e chiamata New Beetle, che viene accolta tiepidamente in Europa e con un po’ di entusiasmo in più negli Stati Uniti. La sua seconda serie, introdotta nel 2011 ad immagine e somiglianza del fenomeno iniziale, uscirà definitivamente di scena e produzione l’anno prossimo con un pensionamento dettato dell’evolversi del gusto e della moda, che calerà il sipario sulla storia di una delle auto più iconiche mai prodotte e che continuerà però ad essere oggetto di attenzioni, ne siamo certi, da parte dei collezionisti.