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BMW i3 sfonda, ma non in Italia

Ne avevamo già parlato prima del suo lancio, perché era evidente che con BMW i3 qualcosa stava realmente cambiando nel settore delle auto 100% elettriche.
Ora torniamo con piacere sull’argomento, perché il suo successo di vendite con oltre 10mila ordini in tutta Europa è per certi versi entusiasmante in quanto dimostra una tendenza che si sta invertendo anche grazie agli sforzi di tutti; per contro, dobbiamo registrare che, nonostante la i3 si presenti come una vettura di tutto rispetto, l’Italia mantiene nei confronti dell’elettrico un certo scetticismo.

Sono infatti appena una quarantina le immatricolazioni nel nostro paese, il che dimostra come a parole e chiacchiere da bar siamo tutti bravissimi, elogiando le virtù dei veicoli a Zero Emissioni in TV, sul web, persino sulla stampa specializzata, ma a conti fatti tiriamo sempre fuori qualche alibi a volte anche poco attendibile.
La realtà è che nello Stivale manca una seria e concreta politica di pubblici incentivi all’acquisto di vetture ZEV, come accade invece nel Nord Europa.
BMW i3 ha tutto per essere apprezzata e considerata al pari delle più gettonate “piccole” dei marchi generalisti: la solidità costruttiva tedesca e prestazioni di tutto rispetto anche in termini di autonomia. Di base infatti percorre 160 km, ma con il Range Extender arriva fino a 300 km, il che la rende più che adeguata per un uso cittadino. La tecnologia di bordo è poi sorprendente, grazie ai servizi che la tengono costantemente connessa per conoscere, ad esempio, l’ubicazione delle colonnine pubbliche di ricarica.

È un veicolo che non finisce di stupire, anche per la sua linea stilistica avveniristica che nasconde una scocca in carbonio ed alluminio di concezione semplice ma ipertecnologica, uno dei segreti della sua leggerezza.
Ci domandiamo quando anche in Italia inizieremo ad apprezzare questo tipo di soluzioni!

Con V-Strom 1000 Suzuki sfida i mostri sacri

Suzuki ha deciso di sferrare l’attacco finale ad un leader del mercato delle maxi moto, la BMW GS. Lo ha fatto con il modello V-Strom 1000, una moto con caratteristiche da enduro che però con il suo essere sovradimensionata si presta alla perfezione alle lunghe traversate; suo grande pregio tuttavia risiede nella coesistente maneggevolezza, il che la rende perfetta anche per un uso quotidiano.

Si tratta di un progetto estremamente “furbo” di Suzuki, che strizza l’occhio un po’ a tutti i motard, sia ai patiti dei raid e delle gite domenicali sia a chi in città vuole sentire tra le mani il manubrio di un mezzo imponente e sicuro ma non per questo impacciato.
Questa Suzuki V-Strom fa colpo per il suo design, accattivante e studiato apposta per attirare l’attenzione su di sé, ma non è solo la forma ad essere stata così curata perché siamo di fronte ad una moto di incredibile sostanza, con una ciclistica di eccellenza accompagnata da soluzioni meccaniche e motoristiche d’avanguardia.

Una moto nuova sotto tutti i punti di vista in cui l’impegno della casa giapponese è enorme ed evidente, perché tante innovazioni tutte insieme forse non si erano mai viste.
Come andrà questo scontro tra titani delle due ruote?

KTM 1190 Adventure, controllo assoluto

Da qualche giorno siamo “in fissa” con le due ruote, per cui vi proponiamo un’altra analisi di una novità, stavolta cambiando genere: per un controllo integrale sulle modalità di guida, la KTM 1190 Adventure si posiziona in maniera netta come sfidante della BMW GS, ad esempio; è infatti una moto molto potente, una tipica endurona con un motore direttamente derivato da quello che il marchio austriaco schiera in Superbike, ma che è attrezzata con una dotazione elettronica di tutto punto a partire dal controllo di trazione con i suoi diversi livelli Sport, Street e Comfort.

Il carattere della moto può essere adeguato quindi alle diverse circostanze, e permette di divertirsi alla grande con il resto del corredo elettronico di serie, composto da frizione anti-saltellamento, sospensioni elettroniche anch’esse regolabili su 3 livelli, acceleratore ride by wire.
Il tutto per una tenuta di strada efficace, di certo indispensabile su una moto così potente, soprattutto perché attrezzata con lo speciale e rivoluzionario MSC (Motorcycle Stability Control) che ha la rilevante qualità di lavorare anche in curva.
È una grande novità elaborata da Bosch che approda per la prima volta al mondo su una moto, e lo fa su questa endurona su cui la potremo trovare, a partire dal 2014, anche sulla versione Adventure R, quella dedicata espressamente all’offroad con ruote dal battistrada ampliato, maggiore escursione delle sospensioni e manubrio allargato.
In definitiva uno strumento ideato con il pensiero fisso rivolto alla sicurezza, e che garantisce una aderenza ottimale.

La nuova BMW R1200Gs vuole divertire

Il 2013 è l’anno in cui BMW ha voluto rivedere completamente il suo migliore cavallo da battaglia tra le 2 ruote, quella R1200Gs che rappresenta il 25% delle sue vendite globali.
Le modifiche hanno riguardato soprattutto la ciclistica e la potenza del motore, un 800cc che arriva ora a 125 cavalli: si tratta di un boxer a 2 cilindri completamente nuovo, raffreddato a liquido e con accelerazione elettronica.

Questa grande Enduro da viaggio non nasconde minimamente le sue ambizioni, si presenta come moto che vuole divertire, con o senza il controllo di trazione.
Il tutto con la classe che l’ha sempre distinta e con soluzioni anche molto sofisticate, soprattutto con gli accessori tecnologici con cui è inevitabile arricchire la versione base anche facendone lievitare il prezzo: parliamo ad esempio del controllo di stabilità, delle sospensioni semi-attive, o del già citato controllo di trazione.

Di certo la BMW R1200Gs resterà la regina tra le grandi enduro, sbaragliando tutte le concorrenti.

Anche BMW avrà il suo crossover compatto

Un marchio che non finisce mai di creare e di trovare schemi di design di rottura per dimostrare di essere all’avanguardia è senza il minimo dubbio BMW, che resasi conto di un momento di “stasi” delle berline in senso classico, si è avventurata in alcune rivoluzioni stilistiche per incontrare i favori del pubblico, come sulla serie 5 e sulla serie 3 che sono state trasformate in vetture molto più sportive e che specie in America sono state molto apprezzate.

Il lavoro creativo nei laboratori di design della BMW non si interrompe, e si è concentrato adesso su un terreno fino ad ora inesplorato, quello dei crossover compatti. Si tratta per adesso solo di un prototipo, dal nome X4, presentato all’ultimo Salone di Shangai e che giungerà su strada nel 2014.

Il suo design è incredibilmente dinamico, risultato questo di tanti fattori come il cofano molto lungo, una linea che degrada verso la coda come se si trattasse di una coupè, e le fiancate scolpite e slanciate. Particolarmente interessante è il paraurti posteriore che sembra quasi riprodurre quello anteriore, integrando le stesse prese d’aria sui lati.
X4 sarà costruita nella sede di Spartanburg negli Stati Uniti, la stessa dove vengono allestite le altre della serie X.

Mini Paceman e poi il restyling 2013

C’è una febbrile attesa per il lancio del restyling della cosiddetta “nuova Mini“, che la BMW ed il marchio inglese Cooper hanno contribuito ad aumentare lanciando in rete delle “finte” foto spia, che danno l’idea di esser state rubate ma in realtà sono state diffuse ad hoc come messa in scena per stimolare la curiosità sulle tante novità annunciate e far capire che il momento del lancio è prossimo. Ciò significa che presto scopriremo le foto ufficiali, ma si sa già che una grande novità sarà rappresentata dalla motorizzazione biturbo benzina da 3 cilindri.

L’ultima versione della Mini che è entrata in gamma nei mesi scorsi è stata la Paceman, la settima della serie, dedicata espressamente ad una clientela maschile con un pizzico di aggressivo esibizionismo. Questa versione mantiene infatti le dimensioni della Countryman, quella rivolta alle famiglie, con spazi interni ampi: ne modifica però la carrozzeria essendo una 3 porte, ed accoglie 4 passeggeri, con una seconda fila comoda e dalle sedute separate ed avvolgenti.
Una clientela dai gusti ricercati non farà che apprezzare la silhouette filante con la posizione rialzata ma con il tettuccio molto spiovente verso la coda, sulla quale spiccano il debutto della prima fanaleria orizzontale e del nome Paceman ben evidente sul portellone, privilegio questo che non era toccato alle altre “sorelle”.

Il rilancio con annessa reinvenzione di Mini Cooper da parte di BMW si è a conti fatti rivelato operazione vincente, che ha reso la vettura britannica una gallina dalle uova d’oro per il grande e crescente successo, che vedrà molto probabilmente il 2013 come annata migliore di sempre trainata anche dall’attesissimo restyling.

BMW Serie 1 cambia nella sua unicità

La nuova versione di BMW serie 1, introdotta anche con la sigla 114d lo scorso mese di novembre, ha fatto breccia con questo nuvo modello diesel nel cuore degli irriducibili del marchio, perchè alla elegante e sobria classe propria delle vetture tedesche ha saputo aggiungere anche dei costi di gestione particolarmente contenuti, con un consumo medio dichiarato di 4,1l/100 km.

Di recente invece BMW ha deciso di arricchire la gamma con l’allestimento Business, riservato come da tradizione alle flotte aziendali, ed introducendo anche la versione 5 porte che inizialmente era stata accantonata.
Questo salto in avanti nella gamma va ad includere nelle dotazioni di serie accessori come il climatizzatore bi-zona, il navigatore professionale anche con USB e Bluetooth ed i sensori di parcheggio posteriori.

Ciò che però sbalordisce davvero è la possibilità della funzione Launch Control, da richiedere in dotazione, che prima era prevista solo sulle versioni M. Tale funzione permette dopo semplici operazioni da effettuare in sincrono tra leva del cambio e pedali freno-acceleratore, di sfruttare al meglio la potenza del motore eliminando del tutto lo slittamento delle ruote.
Un ulteriore valore aggiunto per un marchio che privilegia sempre la sicurezza e la stabilità, come dimostrano anche le versioni con trazione integrale BMW xDrive, funzione che ha rivoluzionato la guida in qualsiasi condizione atmosferica e stradale.

BMW Serie 3 ActiveHybrid: quando l’ibrido graffia


Se avete già sentito parlare delle autovetture ibride con doppia alimentazione che preveda anche un motore elettrico, probabilmente vi sarete fatti l’idea che si tratti di veicoli molto “tranquilli”, con unam otorizzazione non certo scattante. Con il modello che vi presentiamo oggi state pronti a rivedere tutte le vostre opinioni, perchè la BMW Serie 3 ActiveHybrid è molto molto “cattiva” nella sua cilindrata 3.0, con la bellezza di 340 cavalli dei quali 68 erogati dal propulsore elettrico.

Ed elettrizzanti sono proprio le sue prestazioni quando, in salita o in ripartenza, si vanno a sommare gli esercizi di potenza di entrambi i motori, con sensazioni di guida che ricordano quelle di un modello storico della casa tedesca, quella M3 del 2002 ricordata per la sua arrabbiatura.
Serie 3 ActiveHybrid non è solo questo, naturalmente, perchè il cambio automatico garantisce una guida morbida e silenziosa, e lo Start&Stop contribuisce non poco ai suoi consumi così ridotti per il suo segmento.
In definitiva siamo di fronte ad una splendida berlina, molto nobile nella linea specie nella carrozzeria celeste studiata appositamente per questa versione.
Definirla “verde” solo per la sua possibilità di zero emissioni con marcia spinta dal solo motore elettrico non è propriamente una bugia, ma per amor di onestà bisogna dirla tutta: l’autonomia in questo caso è di soli 4 km, per cui preferiamo considerare questo motore solo per la sua spinta aggiuntiva.

Il prezzo non è per tutte le tasche, perchè si sfiorano i 60mila euro, ma chi volesse concedersi un po’ di edonismo, potendoselo permettere, percorrendo decine di migliaia di chilometri all’anno si troverebbe ad ammortizzare in breve tempo la spesa grazie al consumo medio di appena 12,1 km/litro: valori incredibili se si considerano cilindrata e potenza!