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I nuovi incentivi auto 2022 e gli Ecobonus

Contributi 2022 per auto ibride e elettriche

ecoincentivi auto 2022

Il recente Decreto Caro Energia emanato dal Governo Draghi ha varato un piano strutturale per sostenere e favorire la riconversione delle aziende del settore automotive all’elettrico, fornendo anche ai cittadini nuovi impulsi per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale o preferibilmente nullo.

Questo nuovo Ecobonus auto giunge dopo una lunga attesa, e sembra finalmente essere una manovra che guardi più in là di qualche mese, come sono invece apparse le misure estemporanee adottate negli ultimi 2 anni per venire in soccorso di un comparto fortemente penalizzato dalla pandemia.

Per i cittadini sembra infatti che si sia preso in considerazione un piano basato su una vera logica di settore più articolata e che vada a tutelare anche le aziende e di conseguenza l’occupazione, stimolando allo stesso tempo l’ormai sempre più urgente e inevitabile transizione energetica verso una mobilità più sostenibile.
Il Decreto è sì volto a contrastare il caro-bollette del quale tutti stiamo pagando le conseguenze, ma è orientato a premiare sia chi compra le vetture “verdi” sia chi contribuisce alla loro produzione e vendita. Il valore complessivo del provvedimento è di 8 miliardi di euro da destinarsi ad un contenimento degli insostenibili rincari di luce e gas ma anche orientati verso una formula pluriennale di sostegno per l’intero comparto automobilistico. Del resto, un parco circolante rimodernato avrebbe un impatto nettamente positivo sul saldo energetico ed economico, considerando che il settore in questione rappresenta circa il 16% del PIL italiano: numeri che non possono essere tralasciati né per il rilancio né per l’impatto ecologico, e che impongono attenzioni ben diverse rispetto a quelle dedicate sino ad ora al tema.

I nuovi incentivi auto 2022

Questo nuovo modello di ecoincentivi 2022 per l’acquisto di auto getta dunque le basi per un intervento meglio strutturato che convinca tutti gli operatori della filiera automobilistica ad orientarsi verso la transizione energetica, coinvolgendo i produttori diretti ma anche l’indotto e di conseguenza gli acquirenti: proprio quest’ultima categoria di attori infatti ha subito i maggiori disagi dai precedenti provvedimenti, in quanto si sono dipanati secondo uno schema “stop&go” poco favorevole e poco chiaro connesso con l’esaurimento quasi immediato dei fondi a ciascun passaggio, il che ha disorientato il mercato rallentandone anche le scelte.

Questo nuovo metodo si propone come più inclusivo e molto più armonico, non a singhiozzo. Quale diretta conseguenza di tale piano si prevede dunque un mirato sostegno alle vendite attraverso un apposito Decreto che stabilirà gli incentivi per l’acquisto di nuove autovetture per il 2022 e per i due anni successivi, facendo riferimento non solo a quelle catalogate a zero emissioni come le elettriche al 100% ma anche per le ibride. Si attende dunque con ansia la diffusione dei parametri di accesso e del totale di quanto sarà stanziato per ciascun anno di questo progetto a lungo termine.

Il passaggio da Nedc a Wltp: cosa cambia nel 2021?

Il 2021 è un anno chiave per la stretta che è stata imposta da un po’ di tempo alle emissioni auto, e fino ad ora limitata al “vecchio” ciclo Nedc. A partire da gennaio viene infatti applicato a tutte le auto il più severo ciclo Wltp, che non è stringente solo nelle determinazioni dei livelli di emissioni accettabili, ma anche nelle modalità di rilevazione delle stesse, e sarà applicato a tutte le auto.

Vediamo insieme che cosa cambia e quale impatto il nuovo ciclo avrà sugli automobilisti.

protocollo WLTP 2021

Cosa sono i protocolli Nedc e Wltp?

Entrambi costituiscono processi utilizzati in fase di omologazione di un nuovo veicolo, ma differiscono tra di loro per procedure di verifica e metodologia.

In maniera più o meno graduale il Wltp a partire dal 2018 ha messo da parte il vecchio Nedc, ed il tema è senza alcun dubbio centrale non solo per i produttori ma anche per gli automobilisti. Non si tratta di semplici sigle senza importanza, perché sono utilizzati questi protocolli anche per calcoli fiscali relativi alla vettura e sono parte integrante delle modalità di accesso agli incentivi auto.

Il vecchio ciclo Nedc

il vecchio ciclo Nedc prossimo alla totale dismissione (New European Drivery Cycle) era datato 1997, e prevedeva un ciclo di omologazione basato su parametri e condizioni non troppo realistici, e che poco di avvicinavano alla effettiva modalità di uso quotidiano di un’automobile dal momento che si basava su simulazioni e su test molto poco impegnativi che non spingevano al limite motore e prestazioni ed anche su alcuni “trucchi” in grado di aggirare l’interpretazione dei dati, quali ad esempio l’uso di un olio più fluido o un gonfiaggio a maggiore pressione delle gomme.

Il nuovo Ciclo Wltp

Con il nuovo ciclo Wltp tutti i parametri, oltre ad essere abbassati, sono molto più vicini alla realtà ed alle effettive prestazioni di un’auto su strada.
Attraverso la normativa Worldwide Harmonized Light Duty Vehicles test Procedure, sintetizzata per l’appunto nell’acronimo Wltp, l’auto testata oltre a dover rispettare la normativa Euro 6 deve percorrere molti più chilometri e con velocità medie e di punta più elevate, il tutto a climatizzatore spento.
La maggiore complessità e rigorosità di questi testi deriva dal fatto che vengono analizzati anche accessori opzionali che aumentano resistenza all’aria e peso della vettura quali pneumatici ed altro.

La principale e fondamentale differenza sta però nel fatto che questo protocollo include anche dei test Rde (Real Emission Drive) ossia delle prove che vengono effettuate su strada e in condizioni di guida reali, tenendo conto di fattori quali altitudine, temperatura, carico del veicolo e tipo di percorso.
Sono numerose variabili che, una volta incrociate tra di loro, offrono responsi molto più accurati e soprattutto vicini alla realtà.

Che scopo ha il Wltp?

Il principale scopo dell’introduzione del Wltp è misurare le emissioni inquinanti dei veicoli, i consumi effettivi ed i valori di CO2, e nel caso dei veicoli elettrici anche la loro autonomia.

Le condizioni di prova sono quindi più omogenee per quanto riguarda i laboratori, dove i trucchi non sono più ammessi, ma soprattutto all’esterno prendono in esame degli elementi che prima non erano considerati.
Applicato a tutte le auto nuove messe in commercio a partire da gennaio 2021, questo protocollo costituirà un banco di prova e di sfida per un settore molto provato dall’emergenza sanitaria come quello automotive e che vede le aziende concorrenti lottare a colpi di Bonus ecologici e facilità di accesso agli incentivi statali ottenibili soltanto attraverso la corrispondenza la protocollo Wltp.

Incentivi Auto 2021, una guida completa

Anche per il 2021 la Legge di Bilancio ha confermato gli incentivi per l’acquisto di auto nuove. Un mercato fortemente intaccato dalla pandemia da coronavirus, e che ha subito una consistente contrazione, riceve così un nuovo impulso e nuovi fondi per stimolare l’acquisto di veicoli.

In questo nostro articolo ti daremo una panoramica sugli Ecobonus auto 2021, con tutte le informazioni utili per accedere, gli importi e le modalità di erogazione.

Il via libera ha soddisfatto non solo gli automobilisti che attendevano lo sblocco di nuovi fondi, ma anche la filiera dell’auto così duramente colpita e che ha ottenuto una ridefinizione della logica del bonus.
Il nuovo testo della legge è funzionale allo svecchiamento del parco auto circolante ma va finalmente ad includere anche alcune categorie di veicoli fino ad ora non prese in considerazione. L’obiettivo dichiarato è, accanto alla rimessa in moto di un comparto cruciale dell’industria e dell’economia, anche l’abbassamento delle emissioni.

Di conseguenza la logica di questo bonus va a ricomprendere anche i veicoli a benzina e diesel, che siano anche mild o full hybrid, purché i livelli di emissioni di CO2 siano inferiori a 135 g/km, ed in quest’ultimo caso la condizione è però quella di rottamare una vecchia auto.

Quanti fondi ci sono per gli Ecobonus 2021?

Complessivamente saranno 490 milioni a disposizione degli italiani per questo rinnovo dell’Ecobonus 2021 sulle automobili, ripartiti in 250 milioni destinati al sostegno per l’acquisto di auto con motori diesel o benzina (anche termici al 100%, oppure mild e full hybrid) mentre per l’acquisto di auto elettriche sono stati stanziati 120 milioni di euro che si aggiungono agli altrettanti previsti come fondi per le ibride ricaricabili esclusivamente a batteria.

Chi può beneficiare dell’Ecobonus 2021?

Il requisito basilare è acquistare un veicolo che sia olologato come M1, ossia come autovettura, naturalmente nuovo di fabbrica.
Faranno fede, per la determinazione e la distribuzione delle 3 fasce, i dati relativi al protocollo WLTP (in questo articolo abbiamo spiegato di cosa si tratta).

Quali sono le fasce degli Ecobonus 2021?

I veicoli da acquistare beneficiando degli Ecobonus 2021 sono stati suddivisi in 3 fasce. Le prime due sono rimaste sostanzialmente invariate, e le riepiloghiamo qui:

  • veicoli con emissioni tra 0-20 g/km hanno accesso a 10.000 € complessivi, composti da 8.000 € di incentivo statale + 2.000 € di contributo fornito dai concessionari in caso di rottamazione, mentre senza questa procedura il bonus ammonta a 6.000 €;
  • veicoli con emissioni comprese tra 21 e 60 g/km, che beneficiano in tutto di 6.500 € di bonus con rottamazione oppure di 3.500 € se non si ha un veicolo da rottamare.

È la terza fascia a rappresentare la grande ed apprezzata novità, perché include negli incentivi quei veicoli che hanno emissioni tra 61 e 135 g/km, un consistente ampliamento che coinvolgerà molti più modelli di vetture anche se sono stati stabiliti dei requisiti molto precisi per ottenere questo bonus, pari in totale a 3.500 €.

Ecobonus 2021 per auto a benzina o diesel

È tassativo, per questa terza fascia, rottamare una vecchia auto che sia stata immatricolata prima del 1° gennaio 2021, e sono ricompresi solo i veicoli con un costo di listino massimo di 40mila euro+iva.

Inoltre, mentre per le prime due fasce la scadenza è stata fissata al 31 dicembre 2021, per questa terza fascia di auto tra 61 e 135 g/km di emissioni la scadenza è stata anticipata al 30 giugno 2021, il tutto ovviamente salvo esaurimento dei fondi disponibili.

Questa rimodulazione del sostegno spingerà di certo il mercato delle auto a basso impatto ambientale, allargando il bacino di utenza che potrà accedere agli inventivi statali.

Ecotassa in vigore da oggi: chi paga, e quanto?

Scatta oggi in tutta Italia ed in tutta la sua detestabilità la tanto annunciata ecotassa di circolazione o ecotassa auto, un’imposta volta a colpire le auto più inquinanti ed i loro proprietari, anche se per fortuna solo al momento dell’acquisto, essendo da versare una tantum.

La manovra economica, su esplicita richiesta dell’Unione Europea, ha dovuto subire una profonda revisione rispetto a come era inizialmente stata concepita soprattutto per il meccanismo bonus-malus che in essa era incluso.
La versione definitiva ed approvata ha così coinvolto solo le super-car, le auto di lusso ed i SUV, lasciando in pace vetture di piccola cilindrata (ad esempio Panda, Ka ed altre) che in un primo momento sembravano interessate dalla manovra: fortunatamente ha prevalso il buon senso, e le city-car oltre ai segmenti più “modesti” non sono stati inclusi.

In più, la manovra ha anche confermato in via definitiva il bonus per chi acquista auto a più bassi livelli di emissioni, una cifra che nel caso di veicoli ibridi ed elettrici arriva fino a 6.000 €.

Chi deve pagare l’ecotassa

Il gettito aggiuntivo che entrerà nelle casse statali, stimato intorno ai 300 milioni di € per l’anno in corso ma destinato a crescere in seguito servirà proprio a finanziare il meccanismo degli ecoincentivi sui quali tutti i principali marchi stanno basando le campagne pubblicitarie per attrarre i clienti con corposi sconti.
Come abbiamo detto, ad essere colpiti sono soprattutto gli acquirenti dei SUV, non tanto in base al valore di acquisto della loro automobile quanto nella misura relativa all’impatto che essa ha sull’ambiente. A tale proposito è stata stilata un’apposita tabella impostata su 4 scaglioni specifici, con la sovrattassa che scatta a partire da un livello di emissioni pari a 160 g/km di CO2.

La tabella scaglioni dell’ecotassa

 

  • Da 160 e fino a 174 g/km di CO2 l’importo fissato è di 1.100 €;
  • Sopra i 175 e fino a 199, la tassa ammonterà a 1.600 €;
  • A partire da 200 e fino a 249 g/km di CO2, si sale fino ad una tassa di 2.000 €;
  • Infine, i veicoli che superano i 250 g/km di CO2 sono i più penalizzati, con una tassa pari a 2.500 €.

I valori che faranno testo ai fini della determinazione dello scaglione di appartenenza possono essere reperiti sulla carta di circolazione del veicolo alla voce V7, e sono stati rilevati secondo il ciclo NEDC (anche se a tal proposito non si comprende bene perché non sia stato preso in considerazione il nuovo protocollo WLTP).

Il restringimento della platea ai soli SUV ed auto di lusso comporterà ovviamente anche un contenimento di coloro che potranno accedere al cosiddetto ecosconto o ecobonus.

Chi può usufruire dell’ecobonus?

Anche nel caso dell’emendamento alla manovra sul fronte bonus è stata stilata una tabella di riferimento per conoscere gli importi.
Vetture con emissioni comprese tra 70 e 90 g/km di CO2 avranno accesso ad un bonus di 1.500 €, che sale a 3.000 € nel caso di emissioni di CO2 comprese tra i 20 e i 70 g/km (ad esempio, la Toyota Yaris 1.5 Hybrid, per darvi un’idea più chiara); l’incentivo più elevato e pari come detto a 6.000 € riguarderà veicoli particolarmente virtuosi con emissioni comprese tra 0 e 20 g/km di CO2, ovvero tutte le auto elettriche e poche altre.

Le reazioni restano contrarie

Il settore automotive, nonostante queste sostanziali modifiche apportate alla manovra rispetto alla sua versione iniziale, ha mantenuto comunque una valutazione negativa sulla manovra nel suo complesso.
Associazioni di categoria quali la Federauto, l’Anfia e l’Unrae si sono mantenute scettiche su una tassa che hanno paragonato al Superbollo, aggiungendo la critica sulla inefficacia dal punto di vista dell’inquinamento.
Viene semplicemente considerato un nuovo, ulteriore gravame fiscale che in più metterà in difficoltà sia il bilancio statale che il settore dell’occupazione.
Viene portato come esempio la minaccia da parte del Gruppo FCA di una revisione del piano industriale riservato agli stabilimenti italiani per i prossimi 5 anni nel caso di approvazione dell’ecotassa nella sua prima versione, anche se nessun commento è giunto dallo stesso Gruppo, almeno per ora, sulla versione entrata in vigore.

Ecoincentivi auto 2013, al via il 14 marzo!

Il Decreto Sviluppo varato nel 2012 ha stabilito una serie di incentivi per il settore dell’auto distribuendoli nel triennio 2013-2015, vincolando però questi bonus ai soli veicoli a basso impatto ambientale.
La pubblicazione in gazzetta ufficiale è avvenuta il 12 febbraio, e ciò significa che trascorsi i 30 giorni, dal 14 marzo sarà possibile beneficiare di questi ecoincentivi, che sono ad esaurimento ed ammontano, per il 2013, a 40 milioni di euro.

Ricapitolando, tutti i veicoli ad alimentazione alternativa come quelli a GPL o a Metano, oppure le elettriche e naturalmente le ibride possono essere acquistate con un bonus del 20% con dei tetti massimi fissati in 2mila, 4mila o 5mila euro a seconda delle emissioni: meno inquina il veicolo che si va ad acquistare, più alto può essere il bonus statale.
Una corsia preferenziale è stata riservata per il 2013 alle aziende o comunque a vetture di uso pubblico come i taxi o le auto a noleggio; per tali categorie è però necessaria la rottamazione di un altro veicolo per accedere ai fondi, mentre per chi intende acquistare un veicolo per uso proprio la rottamazione non è necessaria e l’unico vincolo è legato all’acquisto di una vettura ad emissiioni inferiori ai 95 g CO2/km.

Il 2012 è stato l’anno della corsa al gas

Sarà stata la concomitanza di due fattori influenti come l’attuale periodo di recessione ed un incontrollato aumento dei prezzi del carburante, sta di fatto che il 2012 è stato un anno di incredibile boom per le riconversioni dei motori a carburanti alternativi come il GPL ed il metano, con quasi 200.000 unità a cui si aggiungono le immatricolazioni di vetture con seconda alimentazione di serie, che nello stesso anno sono state oltre 130.000.

Sono cifre importantissime, che confermano come l’italia sia il paese europeo che maggiormente sfrutta le vetture cosiddette “ibride” con un numero di veicoli 8 volte superiore rispetto alla Germania seconda in classifica.
Il tutto anche in spregio di una rete di distribuzione tutt’altro che capillare, e di sicuro molto deficitaria se paragonata a quella dei carburanti più tradizionali; ma soprattutto, questo balzo di oltre il 50% rispetto al 2011 va in controtendenza se si considerano i molti pregiudizi e le ritrosie che tanti automobilisti italiani ancora manifestano nonostante i grandi progressi tecnologici nel settore che ne certificano e ne attestano la sicurezza.

Non va infine dimenticato che questi sono numeri conquistati non in regime di ecoincentivi, i quali sono stati promossi solo sul finire del 2012 e si sono volatilizzati in poche ore, e che si è trattato quindi, nel caso delle riconversioni, di veri e propri investimenti fatti dalle famiglie in vista di un risparmio molto più che potenziale nel tempo.