Archive for novembre 2013

Nissan Note, sicurezza hi-tech ma low cost

Con la nuova Note, per la prima volta approdano su una vettura di segmento B alcuni dispositivi tecnologici che il marchio Nissan aveva fino ad ora riservato solo a veicoli in una posizione più alta nella sua gamma. Ma ciò che sorprende ancor più positivamente è che tali ritrovati vengono messi a disposizione a cifre altamente concorrenziali ed abbordabili, fatto ancora più encomiabile in quanto si tratta del Nissan Safety Shield, ovvero tutto un intero pacchetto che mira a prevenire incidenti, urti e collisioni.

Le principali funzioni sono racchiuse in una sorta di occhio magico posizionato sul portellone posteriore: dietro nomi rigorosamente in inglese (Blind Spot Warning, Moving Object Detection, Lane Departure Warning) si nascondono eccezionali funzioni che consentono di ricevere avvisi acustici e visivi in caso di pericoli nel punto cieco, movimento di altre auto o persone in fase di retromarcia, ed allontanamento dalla corretta corsia.

Va detto però che questa tecnologia non è la sola presente a bordo: ad essa si aggiunge infatti quella denominata Around View Monitor, il che va a configurare una vettura con una visibilità alla guida senza precedenti.
Ulteriori 3 telecamere aiutano in fase di parcheggio, anzi in realtà delegano questo compito interamente alla vettura stessa, con un sistema tanto sofisticato quanto semplice da utilizzare che garantisce una visuale a 360°.

Inizieranno proprio in questo autunno le prime consegne della nuova Nissan Note, una city car di segmento B che punta alla maggior diffusione possibile del concetto di sicurezza, distribuendolo anche su un veicolo dalla più ampia platea di potenziali utenti.

Su Seat Leon ventate di novità

Con il nuovo look della sua Leon, il marchio spagnolo Seat ha inteso allargare in maniera trasversale il proprio pubblico, che fino ad ora è stato composto soprattutto da giovani che vedevano in questa 2 volumi una valida alternativa alla Golf, anche per i suoi listini più accessibili.
Del resto, Seat fa parte proprio del gruppo Volkswagen, e con la Golf la Leon condivide il pianale così come altri dettagli sotto la carrozzeria.

In questa nuova veste la due volumi spagnola si presenta anche con delle dotazioni di serie più complete per essere più appetibile, basti citare la fanaleria interamente a LED sull’allestimento FR, quello più sportivo anche nella motorizzazione.
Il suo look sobrio e ricercato, qualche centimetro di lunghezza in meno ed anche le sue prestazioni la rendono adesso veicolo desiderabile non solo per la famiglia.

Se poi si approfondisce la gamma, si scopre che esiste anche una versione 3 porte, la SC, dalla linea più filante come se fosse, e lo indica la sigla stessa, una Sport Coupè, ideale per giovani single che vogliano darsi un po’ di arie.

Kymco Xciting 400i, discreto e silenzioso

Il marchio taiwanese Kymco nacque negli anni ’60 inizialmente solo come sussidiaria della Honda, per la quale produceva parti per i suoi veicoli. A partire dal 1992 però ha iniziato a commercializzare gli scooter a marchio Kymco, dopo aver gradualmente iniziato a produrre i veicoli completi.

Un modello che ha incontrato un certo gradimento in Italia è quello chiamato Xciting, che nei mesi scorsi è arrivato anche in versione con motore da 400cc: il primo scooter del marchio a montare questa cilindrata, il Kymco Xciting 400i, è disponibile con la sua linea briosa anche ad un prezzo abbordabile, se confrontato con altri pari categoria.
Ciò che ci ha colpito è la fanaleria, sia anteriore che posteriore: la prima presenta le luci a LED diurne, mentre la seconda è realmente originale perché disposta in orizzontale.

Per il resto, troviamo una gradevole strumentazione, anche con presa da 12 volt e freno di stazionamento, oltre ad una ciclistica molto stabile con una eccellente frenata, buone sospensioni ed una forcella altamente prestazionale.
Per finire, il comfort è di prim’ordine perché il motore monocilindrico oltre ad essere molto silenzioso non trasmette alcuna vibrazione alla comoda sella; sotto di essa, c’è spazio per un ampio vano in cui alloggiare persino un casco integrale ed altri oggetti.

Vespa 946 è la più chic di sempre

Il gruppo Piaggio, forte di una storia invidiabile che trova conferme nella qualità dei suoi veicoli, opera spesso delle operazioni “nostalgia” che rinforzano gli aspetti più strettamente vintage della sua della sua gamma.
È il caso ad esempio di segnalare la nascita del nuovo sito Vespa.com, che è un vero magazine online dove sono raccolte tante interviste dedicate a personalità dello spettacolo e del design in genere, strizzando l’occhio a tematiche retrò tanto amate dai fan di Vespa.

Proprio in contemporanea è stata lanciata la vespa più chic che si sia mai vista, la 946, che nel nome vuole rendere omaggio all’anno di nascita di questo scooter che ha trasportato e caratterizzato più di una generazione.
In Vespa 946 sono state coniugate insieme soluzioni stilistiche che rimandano al primo modello con tecnologie e ritrovati da terzo millennio. Naturalmente essendo un oggetto così chic, il prezzo non è per tutti, perché si aggira intorno ai 9.000 euro: con questa operazione Piaggio ha semplicemente voluto produrre qualcosa di oggettivamente bello e di molto glamour.

Non è certo il motore che la spinge il suo aspetto più importante, si tratta di un classicissimo monocilindrico da 125 a 4 tempi che tuttavia si segnala per la sua nuova concezione che lo rende eccellente sia nei consumi che nelle emissioni.
La sua struttura è un trionfo di stile e dettagli curatissimi, con abbondanza di alluminio ed una carrozzeria che appare come una scultura moderna dai segni decisi e distintivi in una estetica mozzafiato: non sfigurerebbe nemmeno se esposta in una galleria d’arte!

Non mancano poi tanti piccoli gadget ed accessori che ne arricchiscono l’allestimento, alcuni davvero molto glamour come le manopole o il sellino in vera pelle ma anche il portapacchi cromato, il tutto per impreziosire ancora di più uno splendido gioiello di tecnica il cui valore è destinato solo a crescere.

Lamborghini Aventador si scopre nella Roadster

Parlando di auto da sogno, uno dei nomi che non può mai mancare è Lamborghini, che aveva già contribuito ad incrementare la propria nomea di produttore di sculture in movimento con la Aventador LP700-4 di un paio di anni fa, e che ora ne ha pensato una nuova versione aperta, la Roadster, che è forse ancora più affascinante ed emozionante della coupé.

Rimuovere il tettuccio ha richiesto grandi sforzi ingegneristici, perché bisognava in qualche modo compensare le modifiche dell’aerodinamica, e lo si è ottenuto con l’uso mirato della fibra di carbonio che compone anche buona parte della struttura, la quale è anche stata irrigidita per gli stessi motivi così da mantenere anche un buon rapporto peso/potenza.
Il comfort che scaturisce dal suo V12 da 700 cavalli è sorprendente, e permette di tenere a bada la vettura senza grossa fatica: se proprio le si deve muovere un appunto, questo riguarda il cambio, un robotizzato che si presenta meno fluido di quanto ci si aspetti da una simile supercar, anche se in realtà è proprio del toro Lamborghini un certo “scalciare”, che viene compensato da un sound del motore che è una vera sinfonia.

All’interno dell’abitacolo si scopre la stessa sontuosità già riscontrata nella coupé, anche grazie ai cristalli liquidi del quadro strumenti: in definitiva, più che una vettura si tratta di un’opera d’arte ingegneristica, davanti alla quale si riesce anche a soprassedere su di un prezzo che sembra immorale, ma che è interesse solo dei pochi fortunati che possono permetterselo.

Mitsubishi Space Star, l’amica del portafogli

Una vettura da città che si mantiene tranquillamente al di sotto del limite di 10mila euro ed offre una interessante agilità nel traffico urbano con dei consumi che riescono a far sorridere.
Se pensate non esista un’automobile così, dovete ricredervi perché vi abbiamo appena descritto la Mitsubishi Space Star.

Questa piccola ecologica ha fatto suo un nome già appartenuto una ventina di anni fa ad una monovolume compatta che ha imperversato anche sulle strade italiane e che adesso si è rimpicciolita assumendo una forma, vista sia frontalmente che di lato, abbastanza originale, che ospita comodamente 4 passeggeri e soprattutto si presenta con 2 motori entrambi “verdi” e dai bassi consumi. Come ovvio, il più parco è l’1.0, che tra l’altro va dietro alla dilagante rincorsa al downsizing essendo un 3 cilindri. C’è anche quello più brillante, 1.2 con qualche cavallo in più.

Lo avrete capito, non sono due fulmini di guerra ma per chi si sposta prevalentemente in città sono l’agilità e la leggerezza ad essere più importanti, e queste sono assicurate da un servosterzo davvero molto morbido.
La grande sorpresa è arrivata però nel mese di settembre, perché Mitsubishi ha arricchito la gamma con una versione alimentata a GPL che tra l’altro è anche omologata per neopatentati.
Il suo serbatoio da 32 litri permette un’autonomia di 600 km (oltre a quelli garantiti dalla benzina) con un netto dimezzamento dei costi: un ulteriore incentivo per sceglierla, perché l’aumento del listino di circa 1.600 euro per questa versione è ampiamente giustificato ed ammortizzato dai risparmi che ne verranno.

Moto Morini coccola i suoi clienti

Moto Morini è un marchio che conosce forse meglio di ogni altro la ricetta per coccolare i propri clienti e farli sentire realmente dei privilegiati, senza finzioni di sorta e con una strategia di marketing molto informale.

I suoi modelli possono essere prenotati online, e la loro consegna non è mai asettica perché avviene in azienda, alla presenza sia dell’artigiano che li ha montati rispettando le preferenze del cliente anche in fase di finiture e dettagli, sia del collaudatore, colui che ha dato l’OK alla messa su strada dopo aver testato e stressato ogni moto.

Più che un’azienda, Moto Morini è una famiglia di appassionati fedelissimi a questo marchio con sede a Casalecchio di Reno che mantiene tutte le aspettative con l’ultimo modello di Scrambler 1200, una moto seducente nell’aspetto retrò in grado di catturare tutte le attenzioni dei più nostalgici.
A simili caratteristiche pensate intorno all’aspetto “umano” di una moto, e che includono quindi tanti accessori e dettagli che le donano un look finto vintage (pensiamo alla griglia che protegge il faro o alle gomme tassellate) fa però da contraltare l’aggiornata modernità della sua meccanica.
La spinta viene da un 2 cilindri a V, mentre spiccano per la loro raffinatezza componenti quali le forcelle, i cerchi o i freni.

Nell’allestimento Military Green che vi mostriamo in foto troviamo anche tanti accessori non solo per la moto stessa (si veda ad esempio la borsa in pelle) ma anche per il pilota, che insieme alla Scrambler riceve un kit che lo equipaggia di tutto punto.

Dalla consolle alla concept da Salone

Oggi vogliamo fare un balzo all’indietro di qualche anno per raccontarvi una originale collaborazione che coinvolse nel 2008 la Citroën ed il marchio PolyPhony Digital, ben noto a tutti gli amanti della serie di videogiochi Gran Turismo.

Il progetto della GT by Citroën, una concept car dalle linee estreme, venne venduto sia alla casa francese che al marchio videoludico: così, mentre Citroën l’ha sviluppata e prodotta presentandola durante il Salone di Parigi del 2008, PolyPhony ne ha curato la fedelissima riproduzione grafica inserendola nel parco macchine del simulatore di guida Gran Turismo 5 come veicolo di punta dalle linee aerodinamiche fluide e dalla elevatissima portanza, esasperata dalle prese d’aria e dagli speciali spoiler, oltre che dal baricentro bassissimo.

Va detto che in entrambe le versioni, la concept car e la sua renderizzazione grafica, GT by Citroën riceveva spinta da 4 motori elettrici per complessivi 780 cavalli che andavano ad alimentare due celle al combustibile di idrogeno, una soluzione di certo facile da realizzare e rendere credibile all’interno del gioco, ma molto meno verosimile nella realtà; in effetti Citroën, prima di abbandonare definitivamente il progetto di costruire un numero limitato di questi bolidi, aveva già dichiarato che questi sarebbero stati alimentati da un potentissimo ma più tradizionale 8 cilindri.

Davvero speciale e futuristico l’abitacolo pensato appositamente per il mondo delle corse, con le sue forme avvolgenti per pilota e copilota ed i richiami agli sport automobilistici ottenuti con materiali pregiati e lavorati,.
Abbiamo scelto di dedicarci a questa concept car perché ci ha affascinato non poco il percorso inverso dalla consolle alla sua effettiva materializzazione, seppure in versione prototipo!

Volvo V40 sicura a 360 gradi

Con la sua V40 dotata di Pedestrian Airbag il marchio svedese Volvo, ora in mano alla cinese Geely, punta forte e chiaro su di una sicurezza totale, per ridurre a zero il numero di incidenti in cui i pedoni riportano lesioni gravi, ed anche per abbassare il numero degli incidenti stessi.
Le statistiche dimostrano che le ferite più gravi, quelle al capo, sono causate da urti contro il cofano (che ha una struttura rigida al di sotto), il parabrezza ed i suoi montanti laterali.

Così Volvo ha pensato ad un sistema che in seguito all’urto fa scattare un airbag esterno proprio dall’intercapedine tra parabrezza e cofano, e quest’ultimo ne viene sollevato di circa 10 centimetri.
Oltre all’azione dell’airbag, quindi, viene anche a crearsi dello spazio vuoto al di sotto del cofano, che ne permette la deformazione evitando fatali urti contro le parti rigide del motore.
A tale meccanismo si accompagna la prevenzione degli incidenti stessi, con la geniale frenata automatica che sfrutta 7 sensori strategicamente collocati sul frontale che evitano collisioni fino ad una velocità di 35 km/h.

Si tratta di un’idea importante ed all’avanguardia per la sicurezza stradale, che ha ricevuto il giusto riconoscimento della Global Innovation Award, forse uno dei pochi premi davvero concreti nel mondo automotive.

Opel Mokka, ennesimo crossover urbano

Arginare il periodo di crisi per il mercato dell’auto è una sfida che i marchi stanno affrontando con tante strategie, dai tagli ai listini fino al downsizing, ma uno dei temi fondamentali sui quali si stanno focalizzando è l’intercettazione della moda. Se il pubblico è stufo delle macchine “anonime” e vuole il crossover, bisogna darglielo, e chi non lo ha ancora fatto lo ha in cantiere tra i prossimi lanci.
Così, dopo avervi parlato di Chevrolet Trax e di Peugeot 2008, è la volta della seriosa tedesca Opel, che se si eccettua la sbarazzina Adam era dai tempi della gloriosa Tigra che non proponeva una vettura dall’immagine fresca e dalla personalità giovanile.

Opel Mokka è la più classica delle piccole crossover: l’aspetto imponente inganna, perché non supera i 4,30 metri di lunghezza e la linea è filante con il parabrezza che prosegue l’accentuata inclinazione del muso.
Come le altre piccole crossover di pari categoria, anche la Opel Mokka sembra beneficiare di un certo livello di “carta bianca” lasciato ai designer che ne hanno scolpito le linee, proprio per raggiungere una elevata riconoscibilità fatta di un carattere tutto personale; sa poi adattarsi alla perfezione agli spostamenti urbani, ma grazie al comfort ed alla posizione di guida rialzata si rivela ideale anche per i lunghi viaggi.

L’affidabilità che contraddistingue Opel si veste così di un’aura di freschezza, e gli italiani che l’hanno già apprezzata si sono orientati per la maggior parte sul motore 1.7 diesel da 130 cavalli, uno dei 3 in gamma: quello che meglio si abbina alla complessiva brillantezza di stile.
Non è certo un’auto low-cost, perchè in versione di lusso full-optional il suo prezzo può anche sforare i 30mila euro, ma se non si hanno troppi “vizi” la si porta a casa con “appena” 23mila.