Archive for ottobre 2014

Rivoluzione inedita sulla BMW Serie 2 Active Tourer

La BMW Serie 2 Active Tourer che ha debuttato nelle concessionarie italiane a fine settembre si può considerare storica sotto ben 2 punti di vista.

In prima battuta si deve registrare la scelta strategica del marchio tedesco, il quale si è voluto schierare in un segmento, quello delle compatte ma imponenti, dove fino ad oggi aveva lasciato imperversare altre case europee sue rivali. E quindi da oggi le varie Renault Captur, Peugeot 2008 e così via dovranno fare i conti anche con BMW, che presenta una novità molto interessante e del tutto in linea con gli stilemi di design che l’hanno resa famosa: carattere molto forte, immagine da bavarese di razza, interni curatissimi anche per i passeggeri che hanno tanto comfort.
La posizione di guida si presenta più rialzata rispetto a modelli quali la Serie 1 o la BMW X1, con un conseguente controllo della visibilità decisamente adeguato.

La novità più grande però, e forse in questo caso dovremmo parlare di svolta epocale, sta nella trazione, perché per la prima volta siamo di fronte ad una BMW a trazione anteriore.
La casa tedesca si è sempre distinta on orgoglio per la sua scelta di privilegiare una trazione posteriore, portando avanti nei quasi 100 anni di attività questa scelta con grande coerenza. Tuttavia ci si rende conto subito, sulla Serie 2 Active Tourer, di essere alla guida di un veicolo dalle reazioni più “gestibili”, con un comportamento stradale che non ha bisogno di tutte le accortezze richieste da una trazione posteriore; a questo si aggiunge uno sterzo sorprendentemente preciso.

In Italia la motorizzazione di punta, considerato l’andamento del nostro mercato, è senza dubbio quella turbodiesel da 150 cavalli, che per 100 km consuma 4,1 litri di carburante. Tra le altre poi scopriamo le nuove spinte turbo da 3 o 4 cilindri, entrambe molto efficienti, grazie anche ad un Cx di 0,26.

La nota per così dire “dolente” risiede nei listini, perché dai 28mila euro si sale molto facilmente quando si vanno ad aggiungere optional, fino al topo della gamma, il 225i Luxury che sfonda il tetto dei 40mila euro.

Stop alle finte auto storiche!

Sono in arrivo tempi duri per tutti i “furbetti” che spacciavano vetture magari un po’ in là con gli anni per auto storiche. Questa catalogazione permetteva ad auto con 20 anni di età di eludere il pagamento del bollo auto annuale, oltre a godere di una sensibile riduzione sul costo della assicurazione RCA in caso di effettiva circolazione.
Si tratta di una certificazione ai limiti dello scandaloso che sta per esaurire i suoi giorni in virtù della nuova legge di stabilità.

Saranno infatti abrogati i commi di una legge del 2000 che avevano ridotto da 30 a 20 gli anni di età necessari ad un autoveicolo per essere considerato “di interesse storico” e beneficiare delle particolari agevolazioni menzionate, anche in caso di reale utilizzo.
Sono finiti quindi i tempi in cui una vettura datata primi anni ’90, di certo non un particolare cimelio da collezione, poteva girare per strada a costi amministrativi irrisori…pensate che con questo stratagemma il parco macchine in Italia annovera all’incirca 4 milioni di auto considerate “storiche”, una cifra senza alcun riscontro nella realtà perché nella stragrande maggioranza dei casi di tratta solo di vecchi catorci magari anche con scarsa manutenzione!

Pensiamo proprio che, per fare degli esempi, solo una Fiat 500 tenuta come pezzo da museo o una Lancia Beta come quella in foto possano essere privilegiate in tal senso…ma non ci sembra affatto corretto, per dirne una, trovarci di fronte ad una semplice Peugeot 106 (la cui produzione è partita nel 1991) e considerarla pezzo di interesse storico!

Siete anche voi d’accordo? Diteci la vostra!

Citroën C4 Cactus esce dai canoni!

Il suo nome aiuta a comprendere la filosofia minimalista che anima l’intero progetto: Citroën C4 Cactus infatti eredita dalla pianta desertica tutta l’essenzialità del saper fare a meno del superfluo, e ad esempio perde circa 200 kg rispetto alla C4 classica, il che le permette di essere particolarmente morigerata nei consumi, arrivando a 3,4 litri/100km.

È vero, si è pensato a “togliere” per ottenere un veicolo spartano, ma che non per questo passa inosservato, anzi. Gli Airbump in poliuretano termoplastico che rivestono le fiancate sono un interessante shock estetico e garantiscono protezione dagli urti, contribuendo ad una linea senz’altro originale. Dimensioni contenute per questo Minisuv, lungo appena 4,16 metri, ma spazio e comfort al suo interno in primo luogo grazie alla luce che proviene dal tetto in vetro, e poi grazie ad un ripensamento dell’abitacolo nel quale troviamo una prima mondiale, l’Airbag in roof che invece di occupare spazio davanti al passeggero è integrato nel padiglione.

A bordo poi non manca tecnologia, con un cambio automatico altamente performante e gestito da pulsanti, con la possibilità di cambiare marcia manualmente tramite le palette al volante; tecnologie avanzate m mai ridondanti, come lo schermo touch da 7″ di serie su tutti i modelli.
I livelli di allestimento sono 3, a partire da un prezzo di listino di € 14.950, mentre le motorizzazioni includono oltre a 2 diesel (92 o 100 cavalli) e 2 benzina (75 ed 82) anche un brillante turbo da 110 cavalli.

È presto per conoscere l’apprezzamento da parte del pubblico italiano nei confronti di questa novità Citroen, perché la sua commercializzazione è scattata solo nel mese di settembre, tuttavia noi di NonSoloAutomobili avevamo già intuito che le potenzialità della concept car svelata al Salone di Francoforte nel 2013 erano notevoli!

Yamaha Tricity sorprende e sfida Piaggio

La strada del triciclo, ovvero dello scooter a 3 ruote, è stata inaugurata con successo da Piaggio alcuni anni fa, con la gamma MP3; altre case hanno in seguito cercato di farne delle imitazioni sfruttando il rivoluzionario concetto delle due ruote anteriori, l’ideale per chi compie il salto dall’auto allo scooter senza particolare esperienza di equilibrio su due ruote.

Il modello Yamaha di cui ci occupiamo oggi ci sembra quello che meglio ha interpretato il concetto di 3 ruote dopo il marchio italiano, per la qualità del suo progetto e perché si rivela essere un mezzo dall’uso semplicissimo, per leggerezza e maneggevolezza.
Yamaha Tricity fa realmente il suo dovere anche in virtù di una sorprendente compattezza, sia se paragonato ad altri 3 ruote che a scooter “convenzionali”.

Il motore 4 tempi raffreddato a liquido è un 125 cc che offre agilità ed un buono scatto, mentre entusiasma la qualità delle sospensioni che in combinazione con le ruote da 14″ assicurano stabilità; molto buone anche frenata (pur in assenza di ABS) e consumi.

Yamaha Tricity 125 viene proposto in 4 diverse tinte, tutte dai nomi affascinanti e suggestivi: Midnight Black, Mistral Grey, Competition White e Anodized Red.
Sembra che per la prima volta Piaggio sia costretta a fronteggiare un rivale competitivo in questo settore!