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Kia Stinger, una GT ricca di fascino

È la prima volta che Kia si rivolge espressamente ad una fascia di mercato alta, una nicchia inedita per la gamma del marchio coreano.
Kia Stinger esprime tutta l’ambizione di rappresentare un punto di svolta per il brand, non tanto in termini numerici quanto di ritorno di immagine e di percezione generale dell’azienda nel suo complesso.

Il cospicuo investimento anche pubblicitario ha l’obiettivo di trainare tutte le altre vetture facendone ulteriormente crescere il prestigio, sfruttando questo progetto di GT a quattro porte che ha già ottenuto l’importantissimo e storico risultato di inserirsi tra le finaliste per l’Auto dell’Anno 2018: è la prima volta che un’auto Kia ci riesce!
Nel suo design non troviamo forzature ed è ciò che la farà piacere ai puristi ed amanti delle classiche coupè sportive molto più che a chi preferisce dimostrazioni estreme di stampo racing. La particolarità assoluta è rappresentata dal muso, incastonato in un frontale che richiama quasi il naso di una tigre per come è suddiviso, mentre tutte le sue linee sono equilibrate e fluide, molto gradevoli.

L’abitacolo è comodo e spazioso, ben disegnato e con una plancia perfetta in sintonia con l’impostazione generale, sulla quale spicca l’head-up display, anche questo un debutto in casa Kia: è tutto di serie, come ci si attende da un buon veicolo di fascia D.
Per i motori c’è poca scelta: o un 2.2 turbodiesel o un 3.3 benzina, rispettivamente con 200 o 330 cavalli ed entrambi con cambio automatico ad 8 rapporti.
Per l’Italia sarà di certo la variante diesel ad essere più accessibile e vendibile, perché sforare i 3 litri di cilindrata autoesclude un modello dal nostro mercato, ma come detto Kia non si attende numeri da primato dalla Stinger e prevede di venderne circa 500 nel nostro paese.

Conta soprattutto farsi vedere, dimostrare di saperci fare, e di aver creato una super car dall’assetto ottimale e studiata per la fascia alta. Sono confermati anche per la Stinger gli abituali 7 anni di garanzia del marchio, con un listino che si aggira sui 50mila euro.

 

Nuova Peugeot 508 è una fastback grintosa

La cara, vecchia berlina a 3 volumi, quel paradigma di automobile del quale sembrava impossibile qualcuno potesse fare a meno e che è invece imprevedibilmente stato soppiantato da un concetto rivoluzionario come quello di crossover, non è definitivamente stato messo in pensione.
Ci sono marchi che ancora considerano il suo concept vitale e ricco di tante potenzialità, si pensi a come Fiat lo ha rilanciato con la sua rielaborazione della Tipo; ci sono altri marchi, come il Leone francese Peugeot, che assegnano al segmento D un ruolo simil-sperimentale, di certo senza esporsi ad inutili ed inammissibili rischi, ma sempre dopo aver sondato il terreno ed il gradimento.

Le Concept car Peugeot

Nello specifico, Peugeot adotta da alcuni anni una strategia vincente che serve a prendere la temperatura al mercato.
La presentazione in grande stile, specie durante i principali Saloni dell’Automobile, di prototipi e concept car dalle forme rivoluzionarie non rappresenta solo un esercizio di stile, ma è il metodo per mettere in mostra lo stato dell’arte, per valorizzare l’intera gamma dimostrando i livelli qualitativi e tecnologici raggiunti, e per saggiare le innovazioni una volta messe di fronte al pubblico.

Moltissimi degli artifici estetici e tecnici come quelli che abbiamo ammirato sulle più recenti concept Peugeot come la Istinct o la Exalt, ad esempio, li ritroviamo nella nuova entusiasmante berlina Peugeot 508, che all’ultimo Salone di Ginevra ha lasciato tutti a bocca aperta con le sue linee tese e scolpite che la rendono un fulgido esempio di berlina-coupé.

Le proporzioni sono infatti quelle di una fastback, un veicolo schiacciato al suolo (l’altezza è di appena 1,40 metri) slanciatissimo e più corto rispetto alla precedente generazione, con un aspetto che fa della grinta il DNA costitutivo dall’anteriore al posteriore.
All’interno non poteva che essere presente l’immancabile firma Peugeot, ossia l’ultima evolutissima versione dell’i-Cockpit: una plancia che permette di guidare avendo sempre tutto sotto il totale controllo ed a portata di sguardo, dal comfort fino al ricco e completissimo pacchetto di sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida.

Per la berlina con la quale Peugeot si rilancia con vigore nel segmento D, il marchio ha scelto i canonici 4 allestimenti a salire: Active, Allure, GT Line e GT, ai quali si aggiunge la 508 First Edition.
Si tratta di una edizione di lancio super accessoriata e prenotabile esclusivamente online, per chi voglia gratificarti ancora di più dopo essere stato sedotto dal progetto.
I motori disponibili saranno quelli più evoluti come il PureTech benzina 1.6, da 180 o 225 cavalli, e il BlueHDi diesel da 1.5 o 2.0, con potenze fino ai 180 cv. Su tutte le versioni tranne che sul diesel da 130 cv troveremo il cambio automatico EAT8, l’ultima innovazione Peugeot in fatto di fluidità della trasmissione, per una guida di vertice ed al top del comfort.

Le prime consegne della Nuova Peugeot 508 berlina sono previste a partire da ottobre 2018.

Nuova Citroën Berlingo mantiene le promesse

Se Citroën ha spesso puntato sulla sua capacità di distinguersi ed emergere rispetto ad altri brand generalisti, la sua CEO inglese Linda Jackson ha anche voluto fare di più: infondere e trasmettere positività attraverso ciascun veicolo di cui si compone la gamma, un obiettivo tanto ambizioso quanto già ben radicato nella casa francese.

Già, perché il brand del double chevron, storia alla mano, ha sempre fatto della vivacità e deglli insoliti ritrovati progettuali un vero marchio di fabbrica, riproposto ad ogni nuovo lancio o ad ogni restyling, e la storica vettura multispazio della casa, la Berlingo, non si è sottratta a tanta intraprendenza appena giunta alla sua terza generazione.

 

Spazio e stile sono le parole d’ordine a bordo di questa multispazio, che ha mantenuto intatto il suo spirito originario pur subendo vistosi miglioramenti a partire dallo sdoppiamento delle proposte quanto a dimensioni. Se Berlingo M cresce di 2 centimetri rispetto all’antenata ed amplifica la sua modularità, Berlingo XL si presenta addirittura con 3 file di sedili.
All’esterno ritroviamo linee che ricalcano l’ormai familiare refrain, con muso molto più alto e lunga modanatura orizzontale ad incorporare gruppi ottici e logo, mentre gli spazi interni su Berlingo versione 2018 possono essere configurati in diversi temi estetici di pari passo con la carrozzeria.

Gli accessori sono tutti all’avanguardia e garantiscono un buon intrattenimento a bordo ed eccellente assistenza alla guida, con un supporto composto tra gli altri dal nuovo sterzo assistito, schermo touch da 8″, sistema Connect NAV e molto altro ancora.
Il tutto compone la risposta Citroën ad un mercato che si dimostra sempre più preparato, attento ed esigente ed è in cerca di eccellenza quando fa il passo di immatricolare un nuovo veicolo.
Anche la gamma dei motori è allineata a queste richieste, perché sia i PureTech che i BlueHDi (range di potenza tra i 75 ed i 130 cv) sono proposti con cambio normale o automatico, e soddisfano le richieste di bassi consumi e basse emissioni.

 

Lusso al top e sobrietà per la BMW Serie 6 GT

Quando la qualità delle finiture ed il numero di optional disponibili, per tacere della loro ricchezza in termini tecnologici, sono elevati come nel caso della nuova BMW Serie 6 Gran Turismo, parlare di prezzi è sinceramente l’ultimo dei problemi.

Se un’automobile infatti si posiziona in un segmento a forte vocazione Premium, giocoforza il suo pubblico è abituato al lusso e non rischia di essere dissuaso nemmeno da cifre che nel caso specifico sforano anche i 100mila euro.

Diciamo subito che questa Serie 6 li vale tutti, e raccoglie l’eredità di un’altra ammiraglia come la Serie 5 GT pur stravolgendone i cliché e rivelandosi difficile da catalogare. Il posteriore aggressivo le dona un aspetto da coupé, ma l’impostazione generale appare quella di una maxi-berlina che supera i 5 metri.
Di certo è un’alternativa originale e che non scende a compromessi in fatto di comfort: le prestazioni dei motori, tutti a 6 cilindri e compresi in un range tra 265 e 240 cavalli, sono quelle di punta che ben conosciamo su BMW, ma non vengono affatto avvertite a bordo nemmeno a regimi elevati.
Il merito di tanto comfort va di certo ascritto alle sospensioni autolivellanti di eccezionale stabilità, alle barre di torsione attive, ai sistemi di assistenza alla guida che creano “feeling” tra conducente e veicolo, ed alle 4 ruote sterzanti.

A fare da lussuoso corollario a tanto sfoggio di tecnologia troviamo i trucchi che coccolano ogni passeggero come se fosse seduto in una beauty-farm: sedili massaggianti che sono una vera goduria, possibilità di regolare le luci interne in base all’umore e ai desideri, un diffusore di fragranze, per citare solo quelli più frivoli.
E poi un sistema audio Bowers&Wilkins di primo piano e soluzioni di infotainment di bordo ad intrattenere chi viaggia e ad aggiornare e proteggere costantemente da distrazioni chi sta guidando.

Eleganza ad elevati livelli di personalizzazione per un’auto dagli standard extralusso, offerta in 4 allestimenti a salire (Business, Sport, Luxury ed M Sport) per soddisfare qualsiasi palato.

 

Volvo XC40, nuovo SUV versatile e maneggevole

Il segmento dei SUV Premium compatti vale da solo, in Italia, circa 50mila immatricolazioni all’anno, e di conseguenza fa gola a tutti i marchi senza distinzione. La novità di questo 2018 sta però nel tentativo messo in atto anche da Volvo di partecipare alla festa, con una nuova proposta dal design molto giovane, giovanile e dinamico che sa ben calibrare forme avvolgenti ed altre più squadrate.


La sigla di questo progetto è XC40, e mette subito in chiaro le sue origini scandinave pur modellandole in modo da apparire più seducente: si fa guidare come una coupé, ma offre prestazioni e versatilità da vero SUV, con degli stilemi ed un assetto rialzato che potrebbero concretamente cogliere nel segno.
Del resto, affidabilità e grande tenuta di strada sono quelle che già ben conosciamo da parte della casa svedese: Volvo XC40 sfida apertamente colossi già affermati come BMW X1, Range Rover Evoque e Audi Q3, alcuni tra i SUV Premium compatti più venduti nel nostro paese, e ha subito fatto la voce grossa: già prima del debutto – avvenuto a gennaio – in 600 l’avevano acquistata a scatola chiusa, probabilmente sull’onda delle qualità già manifestate dalle sue sorelle maggiori XC60 e XC90 e dalle quali però si differenzia per un’indole, come dicevamo, più frizzante e giovanile e non sol per le misure ridotte.
Le proporzioni sono quelle di un SUV più che adatto per un costante uso nel traffico cittadino, ma con una eccellente visibilità ed una forte presenza su strada.
Reattiva quando serve, più docile e confortevole nelle lunghe tratte, Volvo XC40 ha di serie tanta tecnologia di bordo che assiste nella guida facilitando ogni compito anche per i più “pigri”.
Park Assist e Pilot Assist non sono infatti solo sistemi di sicurezza, ma anche dei gingilli dei quali è rilassante beneficiare in un abitacolo votato alla massima funzionalità.

La formula noleggio Care by Volvo

Anche Volvo ha intercettato una evidente inversione di tendenza del nostro mercato, dove anche se più lentamente rispetto al resto d’Europa i consumatori stanno accantonando il concetto di possesso dell’automobile in favore dei piaceri e dei benefici strettamente connessi alla guida. Proprio a loro si rivolge la formula Care by Volvo, attraverso la quale a fronte di un canone mensile non contenutissimo ma comunque accessibile pari a 699 € (ma senza alcun anticipo) si può guidare la Volvo XC40 in totale autonomia da altre spese accessorie, tutelati quindi sotto il profilo assicurativo e quello della manutenzione e di qualsiasi altra spesa, inclusi il cambio gomme di stagione in stagione e persino il ritiro a domicilio del veicolo al momento di revisioni o interventi!
La mobilità sta cambiando, si sta evolvendo in maniera più fluida e quasi “liquida”, ciò che conta è guidare ed avere sempre a disposizione un veicolo al top dell’efficienza.

In fatto di motori, la XC40 viene inizialmente presentata con varianti D4 turbodiesel e T5 benzina, mentre in un secondo momento arriveranno altre propulsioni e nel corso del 2019 è previsto anche il debutto di una versione elettrica.

Volvo punta all’obiettivo di 7.000 immatricolazioni all’anno per questo suo nuovo gioiello: siamo pronti a scommettere che sia un obiettivo molto realistico!

 

Il lusso sportivo di Audi A7 Sportback

Nonostante le ripetute ed incalzanti sfide che provengono sia dai “pari grado” che dai cosiddetti marchi generalisti, tra i brand definiti Premium è Audi che continua a confermarsi in Italia il più conosciuto, apprezzato e di conseguenza venduto.
La quota di mercato pari a circa 1/4 del suo settore parla chiaro, ed oltre a confermare Audi quale leader di vendite nel nostro paese da quasi 10 anni, i numeri continuano a far segnare una costante crescita dopo ogni consuntivo.

Audi A7 Sportback

Motivi di tanto successo vanno ricercati in veicoli come la nuovissima ammiraglia sportiva del brand dei 4 cerchi, la Audi A7 Sportback, una berlina disegnata nelle sue forme da grintosa coupé combinando i passaggi della modellazione CAD con una più artigianale manipolazione dell’argilla per giungere ad un risultato emozionante per la silhouette della carrozzeria, con una lunghezza di 4,97 metri e linee scolpite, affascinanti e gratificanti.

Il suo listino, da quando a fine marzo sarà resa disponibile per gli automobilisti italiani, non è per tutte le tasche, perché sfora i 70mila euro, ma parliamo di un veicolo che rappresenta un concentrato di tecnologie di ultima generazione e che sembra nato per viaggiare nel massimo del comfort che si possa immaginare.

A bordo, dopo la pressione del pulsante Start, si fa fatica a rendersi conto che l’auto è in moto: non un rumore, non una vibrazione, solo l’ampia strumentazione digitale suggerisce di ingranare la marcia e partire alla scoperta di un mondo fatto di stabilità e guida assistita ai limiti della semi-autonomia.
Li abbiamo contati: i sistemi elettronici di assistenza alla guida sono 39, e fanno scorrere la Audi A7 Sportback come su dei binari rendendo impossibile trovarsi in difficoltà.
Radar e telecamere scrutano la strada e gli spazi circostanti anche di notte con il Night Vision Assistant, e se il volante va ancora tenuto ben stretto tra le mani (anche perché lo scatto iniziale dei suoi motori 3.0 è di tutto rispetto!) in fase di parcheggi e manovre l’Audi Remote Park Pilot riesce a fare tutto da solo.

Questa meccanica totalmente assistita sembra sparire nell’abitacolo, dove la plancia è vuota di comandi al limite del credibile: si percepisce la sensazione di sedere in un’astronave spaziale gestita da due display touch, e nella quale nulla è lasciato al caso.

I motori, un diesel da 286 cavalli e un benzina da 340 beneficiano di un sistema MHEV mild-hybrid che aiuta nello spunto e nello scatto contenendo i consumi, ma anche del cambio sequenziale TipTronic a 8 rapporti, e rendono quasi malinconico il momento di parcheggiare quando giunti a destinazione: il desiderio di guidare infatti resta molto forte!

 

Tiguan Allspace cresce per accontentare le famiglie

Se il mondo delle monovolume è in calata vertiginosa sul mercato, ciò non significa che nessun marchio voglia farsi carico delle esigenze di famiglie numerose o di hobbysti con richieste “ingombranti”.

Ecco quindi che Volkswagen ha deciso di “allungare” la sua Tiguan, trasformandola per la variante Allspace in una sorta di station wagon ma attraverso un processo che ne ha davvero ridisegnato il progetto, partendo dalla nuova piattaforma di casa con nome in codice MQB. Rispetto al SUV Tiguan, infatti, cambia il passo e cambiano quindi radicalmente gli spazi disponibili a bordo, a tutto vantaggio dei passeggeri ma anche della capacità di carico.

Tiguan Allspace in più si propone con un’estetica rinnovata a partire dal frontale, più aggressivo ed alto, ma tutto della carrozzeria è stato ridisegnato, anche sulle fiancate e fino al portellone posteriore, per presentarsi come un’auto del tutto nuova.
In altri paesi del mondo ha infatti un nome tutto suo, ma per quanto è evocativa la fusione tra tigre ed iguana del nome con cui la conosciamo, a noi piace chiamarla così pensandola come un’evoluzione della già apprezzatissima Touareg.

Sul mercato italiano si potrà scegliere tra due allestimenti, Business ed Advanced, entrambi con cambio automatico DSG a 7 rapporti e solo con il motore diesel 2.0 in due diverse potenze, 150 o 190 cavalli. La versione più potente ha in più di serie anche la trazione integrale 4Motion, mentre la dotazione di bordo per l’assistenza alla guida e la sicurezza è eccellente anche a partire dalla versione base.

C’è il navigatore Discover Media, e poi troviamo cruise control adattivo con regolazione della distanza, frenata anticollisione e di emergenza con riconoscimento dei pedoni, e per finire il controllo sul mantenimento della corsia e quello che riconosce la stanchezza del guidatore.

È facile da guidare, anche se bisogna avere un po’ di dimestichezza con i veicoli ingombranti per la sua gestione. Stiamo parlando infatti di un auto maestosa ed imponente che però dall’allungamento ha ricevuto in dotazione un bel po’ di verve anche estetica: il vero plus è comunque rappresentato dagli spazi di bordo davvero sconfinati!

 

Un nuovo ammaliante look per Ford Ecosport

Quella in atto nel segmento B è una vera e propria guerra senza esclusione di colpi, in special modo tra i marchi generalisti. Nessuno può tirarsi indietro, il rischio è di lasciare campo aperto agli altri contendenti pronti ad approfittarne, e così il Grande Ovale Blu di Ford ha ben pensato di rispolverare una sua proposta come la Ecosport cucendole addosso un abito fatto di maggiore personalità.

Fino ad ora infatti si era quasi “confusa” tra la grande Ford Kuga e la più piccola Ford Edge, non passando del tutto inosservata ma comunque non facendo sfracelli, mantenendosi in punta di piedi e silenziosa tra i dati di vendita.

Eppure il progetto di partenza era molto buono, con una base fatta di tecnologia ed affidabilità alla quale mancava forse solo un po’ di dinamismo, una pecca che in questo restyling è stata risolta in special modo nell’inedito allestimento ST-Line.

Frontale tutto nuovo con mascherina ridisegnata ed ingrandita, e sguardo luminoso ora provvisto di luci diurne a LED. Il tutto in una figura snella ma allo stesso tempo più “muscolosa” e scolpita, in ossequio a un maggiore slancio estetico.

Questa nuova versione di Ford Ecosport ha un abitacolo molto ben organizzato e con un posto di guida completo, nel quale le migliorie sono evidenti non solo in termini di spazio.
Molto buona la posizione di guida, che consente di dominare il traffico, mentre al lancio iniziale dello scorso mese sono stati offerti 3 diversi motori: 1.0 Ecoboost a benzina, un 3 cilindri in varianti da 125 e 140 cavalli, ed il già collaudato diesel TDCi 1.5.
Altri propulsori arricchiranno questa gamma entro giugno, e saranno un altro benzina questa volta da 100 cv ma soprattutto l’annunciato e nuovissimo diesel TDCi 1.5 Ecoblue, interamente realizzato da Ford e l’unico in gamma a disporre della trazione integrale, un motore molto regolare ed anche dalle belle risposte a bassi regimi, con innesti del cambio molto precisi.
Per gli allestimenti, la famiglia è la stessa di Ford Fiesta: Plus, Titanium ed ST-Line.

Il grosso dell’impegno in questo senso Ford lo riserverà, nel corso del 2018, al fronte crossover, dove sono previste le versioni Active non soltanto per la best seller Fiesta ma anche per Focus e Ka.

 

Nuova generazione di Nissan Leaf, sorprese a zero emissioni

Il processo, o anzi la marcia di avvicinamento verso l’obiettivo auto elettrica e a zero emissioni in sostituzione di quella a combustibile tradizionale e fossile – quindi esauribile – sembra aver assunto, dopo un’epoca di tentennamenti, dubbi e perplessità, una nettissima svolta in accelerazione.
I meriti vanno ovviamente ascritti alle migliorie ed al progresso in fatto di batterie, del loro peso e volume ma soprattutto della loro tecnologia che ne ha migliorato resa e durata, inclusi i tempi di ricarica, rendendole anche più accessibili sotto l’aspetto economico.
L’auto elettrica più venduta al mondo e di certo la più celebre è la Nissan Leaf, ed a testimoniare questo successo ci pensa il debutto della sua seconda generazione che introduce delle sostanziose novità tecniche tutte da scoprire.

I punti di forza di Nissan Leaf

La forza di un’auto che procede emettendo soltanto un sibilo e sfruttando energia che in molti casi è addirittura ottenuta grazie alle mega turbine che accumulano l’energia del vento è sotto l’aspetto simbolico realmente enorme, eppure non è l’unica posseduta da questa Nissan.
La nuova Leaf è un’auto ancora più flessibile della precedente versione, perché è in grado di offrire modalità di guida inedite e piacevoli: segnaliamo tra queste la tecnologia ProPilot, che in totale autonomia mantiene in autostrada la vettura al centro della corsia ed alla giusta distanza di sicurezza dal veicolo che precede, con in arrivo anche la funzione di cambio corsia con sorpasso, ulteriore chicca tecnologica che potremo ammirare all’opera tra qualche mese.

Quella che però stupisce è la modalità e-Pedal, che consente di gestire l’accelerazione con il classico pedale e la frenata semplicemente rilasciando lo stesso, in modo graduale o più deciso se le circostanze lo richiedono. È necessario fare un po’ l’abitudine a questo stile di guida, ma una volta che si è presa la mano tutto diventa fluido e scorrevole! Se il pedale viene rilasciato di scatto si accendono in automatico le luci posteriori intermittenti di segnalazione, ma resta in ogni caso attivo e funzionale il classico pedale freno.

L’autonomia di Nissan Leaf

Veniamo alle più comuni note dolenti delle auto elettriche, l’automonia di marcia a ricarica completa. Nissan dichiara 270 km sul misto e addirittura 415 nel ciclo urbano, ed anche se i test che l’hanno messa alla frusta hanno rivelato qualcosina in meno, va detto che per l’uso urbano quotidiano una ricarica totale è più che sufficiente.
Cambiano le prospettive sui tracciati più impegnativi o per le lunghe traversate, ma si può affermare tranquillamente che al prezzo di partenza di 33mila € il compromesso è molto più accettabile che in passato.
Tra l’altro Nissan ed Enel hanno messo a punto una sinergia che include nel prezzo una smart box di ricarica per ben 1.350 kWh.

Stiamo entrando probabilmente nella nuova generazione delle auto elettriche, verso un mondo a zero emissioni!

 

La Nuova Polo GTI ha stile, grinta e prestazioni

Un raro caso per il quale un acceso dualismo all’interno di una gamma di veicoli si rivela essere proficuo per il marchio nel suo insieme è rappresentato dal binomio Polo/Golf tra le Volkswagen.
La sorella maggiore Golf ha una lunga storia e tradizione, ma continua a fare da traino e da sprone alle ambizioni ed alla crescita di Polo.

Golf resta leader, c’è poco da fare, tiene le redini dei dati di vendita della casa tedesca anche per le sue capacità di adattarsi ad esigenze difformi tra loro e di essere l’auto giusta per ogni occasione. Polo invece si distingue per aggressività e spavalderia, e fa da banco di prova per le “sperimentazioni” più grintose, quelle volte a soddisfare richieste a base di personalità più spiccate ed in molti casi sportive.

Il binomio, come detto, fa le fortune del marchio tedesco, perché all’interno del segmento Golf e Polo si spartiscono le preferenze in seguito alla manifestazione di intenti e di desideri di chi firma i contratti in concessionaria, e oggi Polo va a dimostrare di volersi giocare delle carte ancora più spregiudicate.

Viene infatti presentata in questo inizio 2018 la nuova versione di Polo GTI, la più potente mai prodotta, una vera ode innalzata al purismo per chi vuole godersi un’auto sportiva e scattante impreziosita da dettagli a bordo e fuori che ne evidenziano l’indole grintosa.
Alla leggendaria sigla GTI si accompagnano infatti impunture interne in rosso ed elementi che hanno segnato un’epoca come il tessuto a quadretti per i sedili e le decorazioni che le conferiscono stile anche sulla carrozzeria: si pensi alla vistosa banda rossa sulla calandra, ma anche al doppio terminale di scarico cromato e ad un assetto ribassato che la fa apparire ben piantata a terra e pronta a scattare.

Del resto, la sua spinta viene da un motore 2.0 turbo da 200 cavalli, con tantissima coppia ed una velocità di punta di 237 km/h. Alla trazione anteriore si abbina il differenziale elettronico, con tanta tecnologia a gestire non soltanto la trasmissione ma anche i sistemi di sicurezza all’avanguardia.
Si pensi a frenata di emergenza o al riconoscimento stanchezza del guidatore con alert, per citarne soltanto due.

Questa Volkswagen Polo GTI sembra essere arrivata ad un netto punto di svolta nella sua carriera, considerando anche la nuova piattaforma su cui è sviluppata che le conferisce maggiori passo e lunghezza e quindi un’abitabilità di tutto rispetto.
Mantiene così il suo ruolo di icona della sportività ed anzi la rinvigorisce, offrendo una formula a base di divertimento quotidiano e che non stanca mai!