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Nuova T-Cross è il crossover che mancava

Si fa largo lo “stile social” anche tra le autovetture, soprattutto in concomitanza con le presentazioni dei nuovi modelli. Fanno ormai parte della comunicazione integrata figure come i blogger, gli influencer, le star in genere e tutti coloro che possono garantire un nutrito seguito sul web.
Siamo sempre connessi, ed il gruppo Volkswagen ha intrapreso una strada in linea con i tempi per veicolare il messaggio del lancio di un modello destinato a fare storia come la T-Cross, affidando alla modella e attrice Cara Delevingne il ruolo di ambasciatrice dall’alto dei suoi 40 milioni di followers.

La campagna è così stata globale e giovane, esattamente come la platea alla quale T-Cross, del tutto innovativa nel suo concept, si rivolge: parliamo infatti di un mini-crossover, ossia di un SUV compattissimo (è lungo appena 411 cm) che segna un punto si svolta per il gruppo, finalmente entrato nell’ottica giusta per essere competitivo in un settore che se oggi rappresenta circa il 20% delle vendite a livello mondiale, molto presto con gli attuali ritmi di crescita potrebbe anche raggiungere il 50%.

Tra l’altro T-Cross si presenta come “cugina” nemmeno troppo lontana di un grande successo commerciale dello stesso gruppo, la Seat Arona, che in questo senso ha fatto da apripista vagliando le risposte del mercato e confermando che il pubblico chiede esattamente questo: freschezza, versatilità, agilità, il tutto concentrato in veicoli dalle linee nette e personalissime, che nel caso della T-Cross si fanno davvero cool ricordando l’identità della Touareg con il suo frontale e l’impostazione generale.
Il tutto è naturalmente rivisto in misure compatte: si potrebbe dire che in questo nuovo modello troviamo l’interpretazione al rialzo e in chiave SUV della categoria Polo!

La nuova T-Cross sarà disponibile a partire da maggio con 2 motori benzina TSI da 3 cilindri 1.0 (con 95 o 115 cv) e con il classico 1.6 diesel TDI, ed inoltre si potrà scegliere anche la trasmissione partendo dalla manuale a 5 o 6 marce fino al cambio automatico DSG a doppia frizione e 7 rapporti.
Dotazioni molto importanti ed ai massimi livelli già nelle versioni base per quanto riguarda assistenza alla guida e sicurezza: controllo della marcia in corsia, riconoscimento dei pedoni con frenata di emergenza, assistenza in parcheggio per l’angolo cieco sono parte dell’entry level, per poi salire di categoria con le versioni più equipaggiate che avranno anche touch screen da 8″.
Scopriremo in primavera se Volkswagen ci ha visto giusto!

DS 3 Crossback, lusso da ammirare e guidare

Stile ed estrema cura per i dettagli sono da sempre i tratti distintivi di DS Automobiles, virtù che hanno permesso a questo marchio di conquistarsi autonomia ed indipendenza all’interno della grande famiglia PSA sin dal 2014. È finita l’epoca in cui questi modelli rappresentavano solo una declinazione “chic” degli equivalenti veicoli Citroën, come testimonia anche il varo di un progetto totalmente inedito e non derivato come la DS 7 Crossback.

Lo spirito DS si fa molto più marcato nella rielaborazione in chiave crossover della DS 3, al fine di tenere il passo di concorrenti di pari grado come la Audi Q2 o la Mini Countryman con ricchezza di personalità e di dotazioni ed una linea da crossover compatto molto elaborata che si sviluppa su una lunghezza di 412 cm.
Un frontale con gigantesca mascherina anteriore, e poi linee eleganti e raffinate che sono state disegnate per renderla sinuosa e quasi scultorea con la sua carrozzeria all’avanguardia, nella quale sono integrate le maniglie a scomparsa – che fuoriescono avvicinandosi all’auto – e che eredita dalla DS 3 la pinna caratteristica sulla fiancata, inconfondibile tratto di stile che è in realtà anche un trucchetto nel quale sono alloggiati i tweeter posteriori dell’impianto stereo.

La sua silhouette imponente ma così raffinata trova come prevedibile negli interni una conferma della vocazione di questo progetto, rivolto a un pubblico esigente e dai gusti molto raffinati. L’abitacolo è curatissimo e con dotazioni rare per un modello di questa categoria, con una plancia che include cruscotto digitale, ampio schermo da 10,3 ” e head-up display, ma anche personalizzazioni derivate dalla ancora più lussuosa DS 7 Crossback come gli ambienti interni e gli interruttori a forma di diamante.
Molto composita anche la scelta degli esterni, con dieci tinte disponibili per la carrozzeria e 3 colori per il tetto che sembra quasi “sospeso” per via dei montanti neri.

Va detto però che la cura non è stata riservata al solo aspetto esteriore, perché a livello tecnico e meccanico la DS 3 Crossback si fa notare ad esempio per la nuova piattaforma CMP, che il Gruppo PSA sfrutterà anche per tutte le future crossover.
C’è poi un completissimo pacchetto di sistemi di sicurezza ed assistenza alla guida, uno dei suoi punti di forza: parcheggio semiautomatico DS Park Pilot, frenata automatica di emergenza, Cruise Control fino a 180 km/h e molto altro ancora, ed il tutto con un listino che parte da una cifra più che accettabile se si considerano queste premesse, ossia 24mila €.

I motori che saranno disponibili al debutto, previsto per il maggio del 2019, sono il turbo 1.2 benzina in 3 diverse versioni da 100, 130 e 1505 cavalli, e un diesel 1.5 da 100 o 150 cavalli.
Arriverà poi nella seconda metà del 2019 la DS 3 Crossback con motore elettrico, denominata E-Tense, con un motore da 136 cavalli alimentato dalle batterie alloggiate sotto il pavimento e che in base ai test del protocollo WLTP offrirà autonomia pari a 300 km ed una ricarica all’80% in soli 30 minuti.

Segnaliamo infine un’edizione limitata, la DS 3 Crossback La Premiére, ancora più curata se possibile nei dettagli, con interni dedicati e in materiali nobili ed uno spirito ancora più audace ed estroverso.

 

Con la cura Moschino, Renault Clio si fa ancora più bella!

Le collaborazioni tra i grandi marchi del panorama automobilistico internazionale e le case di alta moda più affermate conducono spesso alla realizzazione di modelli dal design intrigante, seducente ed in grado di attirare i più narcisisti.

È il caso di Renault Clio Moschino, per un’auto che rappresenta la regina del segmento B in Italia e che in questa personalizzazione che rinomina l’intera gamma ora disponibile acquista un fascino ancora più irresistibile.
Il marchio francese ha colpito nel segno mescolando lo stile del tutto peculiare di questo brand alla moda con una personalizzazione sobria per gli esterni, con speciali pattern Black&Gold su modanature, specchietti ma anche su alcuni dettagli degli interni, con in più i badge identificativi.
L’intera gamma come dicevamo è così rinominata in allestimenti Moschino Life, Moschino Zen e Moschino Intens, il top assoluto per le dotazioni, e sebbene sappiamo molto bene che si tratta degli ultimi mesi di vita commerciale per questa generazione di Renault Clio (vedremo successivamente il perché) l’operazione non sembra affatto rappresentare una banale manovra di marketing per “smaltire” qualche unità in eccesso, perché il modello è stato arricchito non solo di stile ma anche di ritrovati tecnici e tecnologici (si pensi al nuovo motore turbo benzina entry-level) che raramente vengono riservati ad un veicolo a fine carriera.

Clio resta e si conferma uno dei veicoli di segmento B meglio disegnati, con le sue proporzioni sportiveggianti e linee sensuali. Il progetto è ambizioso per entrambi i marchi e sancisce una condivisione di valori fatta di riconoscibilità e del desiderio di raggiungere un pubblico molto ampio, già ben convinto dalla qualità non solo estetica ed ora invogliato da un listino particolarmente allettante che parte da soli 14.400 €.
La cifra, per quanto offerto fin dall’allestimento base, è sorprendente perché include telecamera con sensori di parcheggio, schermo touch da 7″ e radio MP3 per poi chiaramente salire negli equipaggiamenti e nei prezzi.

Tra i motori, oltre al già descritto e debuttante benzina TCe Turbo da 75 cavalli e 3 cilindri che sostituisce il vecchio aspirato, troviamo il TCe90 anche con alimentazione GPL oltre al grande classico di casa, il diesel 1.5 dCi, anche con cambio automativo a doppia frizione.

Stilisticamente, Clio è un modello ancora del tutto attuale con delle peculiarità uniche, e per l’evoluzione tecnologica in atto è forse solo stata messa al passo con i tempi in questi nuovi allestimenti, in attesa di ammirare l’annunciata nuova generazione che sarà presentata nel massimo sfarzo al prossimo Salone di Ginevra, nel mese di marzo 2019.

 

Peugeot punta molto in alto con la Nuova 508 berlina

Per le auto medio/grandi, per intenderci quelle che superano i 4,60 metri di lunghezza, i costruttori sia generalisti che premium sanno molto bene che un peso importante nelle richieste di immatricolazione è rappresentato dalle flotte aziendali, un comparto che attualmente in Italia supera il 7% delle vendite.
Per quanto SUV e crossover siano i più richiesti tra i modelli, per le loro caratteristiche “modaiole” adattate però al comfort di bordo di una spaziosa berlina, proprio quest’ultimo tipo di carrozzeria vanta ugualmente un discreto numero di richieste, sia nelle varianti station wagon che in quelle più accorciate nella silhouette e tegliate per diventare delle fastback.

Si inserisce in questo preciso filone l’ambizioso progetto della Nuova Peugeot 508, una berlina con la quale il Leone completa il totale rinnovamento della sua gamma e che la fa crescere di rango permettendo al marchio di sfidare i dominatori e mostri sacri di questo comparto quali l’Alfa Romeo Giulia, la BMW Serie 3, la Mercedes Classe C.

Per quanto Peugeot ci abbia ben abituati negli ultimi tempi sfornando carrozzerie dal design ultramoderno e di impatto memorabile, la Nuova 508 riesce a trasmettere fin dal primo sguardo contenuti superiori e prestigiosi. Sarà per la ridotta altezza (solo 1,40) che la fa apparire incollata al suolo, sarà per le sue linee così tese ed allo stesso tempo slanciate ed armoniose, con 508 ci siamo trovati di fronte ad un consistente salto di qualità che riesce nell’impresa di sovvertire tutti i tradizionali codici stilistici e non solo delle berline!

Si tratta di un modello molto atteso non solo da parte degli addetti ai lavori, e che anche nell’elaborato abitacolo lascia spazio a soluzioni mozzafiato iniziando dall’ultima generazione del Peugeot i-Cockpit, firma ormai imprescindibile degli interni Peugeot e che qui tocca vette inedite di funzionalità per un interfaccia tra uomo ed automobile ancora più evoluta.
Il volante compattissimo è circondato da una strumentazione essenziale ma che attraverso la sua plancia così ergonomica permette di gestire tutte le funzioni di bordo, incluse le selezioni della modalità di guida. All’ampio touch screen capacitivo da 10 pollici si aggiunge la lamina trasparente dell’head-up display, dove tutto è visualizzato in assoluta chiarezza e senza mai distogliere lo sguardo dalla strada.

Con simili caratteristiche, la Nuova Peugeot 508 si candida a diventare un nuovo punto di riferimento alla voce “piacere di guidare“, ed è possibile affermare che a tanta spavalderia contribuiscono anche i numerosi sistemi ADAS per l’assistenza alla guida, che includono dispositivi di eccellenza come la telecamera ad infrarossi Night Vision che rileva ostacoli imprevisti sulla carreggiata anche al buio, solo uno dei tantissimi gioielli tecnologici dei quali è munita.
I motori della Nuova 508 saranno 5: 2 a benzina e 3 diesel, permettendo di scegliere tra potenze da 130 fino a 225 cavalli e concedendosi sempre la fluidità del cambio automatico EAT8 (tranne nel primo caso).

In programma c’è poi anche una propulsione ibrida plug-in da 225 cavalli, che debutterà il prossimo anno, ma anche di quella (così come dell’annunciata versione Station Wagon) avremo modo di parlare.

Fiat 500X si rilancia con un pieno di tecnologia

La più importante novità proposta al mercato automobilistico dal Gruppo FCA per l’anno 2018 è senza dubbio il restyling del primo crossover mai concepito dal marchio Fiat, la 500X.

Ne è stato migliorato il look, rendendolo più ricercato e capace di offrire allo sguardo ancora maggiori sensazioni di qualità, anche se i ritocchi hanno coinvolto in larga parte l’aspetto tecnico, al punto da farla etichettare come “La Fiat più tecnologica di sempre“.

L’importanza ed il ruolo strategico di questo modello all’interno delle dinamiche del brand sono indiscusse, sia perché il segmento crossover compatti è in continua e costante crescita sia perché, con i suoi volumi di vendita e con gli enormi margini che riesce ad assicurare, la 500X si è conquistata sul campo i galloni di “ammiraglia” del marchio, vera portabandiera dello stile 500.
La sua evoluzione era quindi doverosa, anche per mantenerla su elevati livelli di carattere e competitività rispetto alla concorrenza, il tutto senza però alterare la sua posizione quanto a fascia di prezzo.

Dicevamo delle innovazioni tecniche: al pari della sua “gemella diversa” Jeep Renegade, con la quale condivide la piattaforma e lo stabilimento di produzione a Melfi, la 500X è stata dotata della più recente generazione di motori “rimpiccioliti”, quelli della famiglia Firefly.
Si tratta di un 3 cilindri 1.0 da 120 cv e di un 4 cilindri 1.3 da 150 cv, motori che vanno a rispettare tutte le ultime imposizioni delle normative europee su consumi ed emissioni. Rivisti anche i 3 motori diesel nello stesso senso, con adeguamenti importanti.

Al fine di mantenersi competitiva, poi, la 500X nella sua versione aggiornata 2018 è stata munita di equipaggiamenti di serie all’avanguardia, tra i quali citiamo i sistemi di assistenza alla guida Cruise Control, riconoscimento dei segnali stradali, assistenza al mantenimento della corsia di marcia, oltre ai sensori per l’angolo cieco, alla frenata di emergenza automatica e alla retrocamera.

L’evoluzione di Fiat 500X ben si comporta sotto il profilo dinamico, con una guidabilità migliorata dalle nuove motorizzazioni; anche il comfort di bordo ne ha guadagnato molto, con i nuovi materiali e finiture che fanno percepire una qualità accresciuta.
Se la Renegade ha uno spirito più ruvido e globale, la 500X si indirizza soprattutto ad europei e italiani, ed è stata reinterpretata al rialzo per presentarsi con ancora maggiore decisione.

Nuova Audi Q8, SUV ammiraglia in veste coupè

L’ascesa dei SUV è continua ed inarrestabile, non solo nel reparto di quelli dai prezzi più “accessibili” ma anche nella parte alta della gamma di tutti i marchi più importanti.
Non deve quindi stupire lo sforzo compiuto da Audi proprio per ampliare la propria offerta riservata ai clienti capaci di esborsi dagli 80mila euro in su: in un ampio ventaglio di opzioni ora scopriamo che all’ammiraglia Audi A8 e al SUV Audi Q7 si è aggiunto il SUV Audi Q8.

In una sorta di incrocio tra un veicolo a carrozzeria alta ed una coupè 4 porte, la Q8 rappresenta un punto di svolta stilistica per il marchio tedesco perché ha una propria fisionomia ben precisa ed identificabile: è chiaro l’abbandono di uno styling che faceva apparire tutte le ultime nate in casa Audi come delle “variazioni sul tema”, ossia dei veicoli diversi nelle dimensioni ma portatori degli stessi contenuti estetici.
La musica è visibilmente cambiata a partire dal frontale, con una cornice a contrasto per un effetto quasi 3D, ma anche per le linee complessive su fiancate e coda che ora appaiono più scolpite e “muscolose” con in più un effetto ottico sorprendente creato dal padiglione spiovente che fa apparire la Q8 più raccolta.

Non ci si deve far ingannare perché parliamo comunque di un mastodonte a 4 ruote, che con il ricorso ad alluminio ed altre leghe speciali è stato limato nel peso ma che supera ugualmente la stazza di 2 tonellate.
Spinta da un inevitabile turbodiesel 3.0 da 286 cavalli, Audi Q8 non riesce a brillare del tutto in fatto di ripresa ma mantiene un assetto molto solido e un comportamento stradale agilissimo anche in presenza di percorsi più tortuosi; in più, le sospensioni pneumatiche (che possono anche essere regolate se ci si avventura in fuoristrada estremi) assicurano a tutti i passeggeri un assorbimento ad hoc delle asperità, nonostante i cerchioni monstre da ben 22 pollici.

Proprio le ruote di Audi Q8 costituiscono uno dei segreti di tanta agilità e maneggevolezza: oltre ad essere tutte sterzanti, lavorano con trazione integrale permanente a tutto vantaggio della facilità di guida.

È in vendita a partire da questo mese solo con il citato diesel, ma già dal 2019 saranno resi disponibili le versioni benzina 3.0 da 340 cavalli ed un turbodiesel che permetterà di evitare il superbollo perché “ridimensionato” a 236 cavalli, mentre per tutte le motorizzazioni sarà integrato un sistema mild-hybrid a 48 volt.
Niente miracoli in termini di spinta aggiuntiva, ma un efficiente recupero di energia in frenata che permette qualche risparmio sui consumi, anche se a questi livelli di certo non si tratta del maggior cruccio di chi può permettersi la cifra necessaria per portarla a casa.

A proposito di casa, perdonateci l’accostamento… nonostante il tetto spiovente, la Q8 riesce ad offrire a tutti, anche a chi è seduto sul divano posteriore, un comfort impareggiabile con spazio a sufficienza per tutti!

 

La Vespa Elettrica in arrivo a ottobre

I detrattori della mobilità elettrica iniziano sempre qualsiasi argomentazione con la più gettonata delle critiche: “questi veicoli hanno senso solo in città“. Per quanto abbia una sua logica, questa obiezione può facilmente essere smontata, dati alla mano, dalla concentrazione percentuale della popolazione nei grandi centri urbani, e da quanto tali metropoli contribuiscano a bruciare energia e produrre PIL.
Certo, anche la mobilità extraurbana genera problemi di vivibilità, eppure è proprio nel traffico urbano che marchi top e marchi più generalisti hanno individuato il primo problema da affrontare verso una mobilità che sia più sostenibile e che guardi al futuro.

Evitare il collasso sociale è una missione alla quale ora prende parte anche il Gruppo Piaggio: tra i tanti veicoli elettrici che ormai affollano il mercato, dalle auto agli autobus fino alle biciclette, a partire dal mese di ottobre si aggiungerà anche l’attesissima versione elettrica di Vespa, presentata come il modello più silenzioso della storia e progettata in modo da soddisfare al 100% tutte le esigenze dell’uso cittadino.

Caratteristiche della Vespa Elettrica

Per la prima volta su un suo scooter, Piaggio adotta innovative soluzioni di interconnettività tra veicolo e persone, con la presenza di sensori in grado di distinguere la prossimità di altri veicoli o di pedoni e che quindi aiuteranno il conducente ad anticipare tutti i potenziali rischi connessi al traffico.
Per circolare nella giungla urbana è più che sufficiente un’autonomia come quella della Vespa Elettrica, pari a 100 km, con prestazioni che sono addirittura superiori a quelle di un classico cinquantino. Si tenga poi presente che la ricarica completa avviene in sole 4 ore e collegandosi ad una comunissima presa di corrente… come se si stesse caricando lo smartphone!
Consumi ridotti, ricarica veloce, e poi una eccellente interfaccia con qualsiasi smartphone ed estrema facilità di guida sono i grandi punti di forza di questo scooter elettrico, ai quali aggiungiamo la comodissima retromarcia che facilita le manovre e la possibilità di scegliere tra due modalità di guida, Eco e Power.
Lo spazio lasciato libero dal tradizionale motore termico, proprio sotto il vano portacasco che quindi non ha subito modifiche, è stato occupato proprio dal motore elettrico per mantenere invariati il bilanciamento dello scooter e lo stile di guida.

Quanto costa la Vespa Elettrica?


Quello lanciato da Vespa è un messaggio moderno, pulito, un bel contributo alla mobilità nelle città che in queste forme forse solo Piaggio poteva permettersi. Del resto si parla di uno scooter, per il quale viene meno quella componente legata al coinvolgimento emotivo che il sound aggressivo del motore di una motocicletta può offrire.
Il prezzo al quale viene presentata la Vespa Elettrica nelle Concessionarie è di 6.000 €, ma per rendersi conto della portata anche economica di un simile evento, vi basti sapere che subito dopo il suo annuncio la Piaggio ha guadagnato un +2,62 in borsa.

 

Nuova Kia Ceed, una sfida ambiziosa

Costruirsi una nuova ed apprezzata immagine sull’intero mercato europeo è stato per Kia un grande successo che sa quasi di rivoluzione.
Il brand infatti si portava dietro la nomea poco gradevole di azienda quasi scadente nella produzione, poco performante, ma soprattutto per nulla seducente nelle linee. È stato sufficiente intervenire sul comparto materiali, migliorandoli sensibilmente, e nel laboratorio di design per estrarre dal cilindro forme più aggressive, atletiche e ben proporzionate, come nel caso della terza generazione della Kia Ceed che debutterà in Italia nel mese di ottobre per sfidare alcuni mostri sacri dello stesso segmento come Peugeot 308 o Volkswagen Golf.

Le sue linee sono state studiate per essere filanti, per riprodurre quello che ormai è un “family feeling“, con la mascherina a naso di tigre già vista su altri modelli della gamma e per accogliere meglio tutti gli occupanti: di qui i 2 cm in più di larghezza e l’abbassamento di un altro paio di cm che la fanno apparire più schiacciata al suolo.
Il suo design è di matrice spiccatamente europea, e la decisione di togliere l’apostrofo dal nome (che passa da Cee’d a Ceed, dichiarato acronimo di Community of Europe with European Design) ne è la più evidente sottolineatura.

Il tutto fino ad ora è stato premiato dal mercato, cifre alla mano, e questa terza generazione ha numerose carte da giocarsi per essere ancora più competitiva, a partire dagli interni resi ancora più moderni e con un equilibrio perfetto tra ergonomia e stile e tocchi molto sofisticati come l’ampio tablet sulla plancia.

Le novità tecniche della prossima Kia Ceed

La nuova Kia Ceed inoltre vede il debutto di un sistema di guida semiautonomo, attivo fino ai 130 km/h e capace di gestire sorpassi o cambi di corsia e che si affianca ai dispositivi di sicurezza all’avanguardia come l’allerta per l’uscita dalla corsia, il calo di attenzione per stanchezza, il controllo di ostacoli improvvisi o della visuale nell’angolo cieco.

Per tecnica e motorizzazioni sono stati fatti altri grandi balzi in avanti: oltre ad uno sterzo più reattivo ed a sospensioni indipendenti, questa evoluzione della Ceed verrà da subito proposta con motori più potenti rispetto alla precedente gamma, e sia con cambio manuale che automatico.

Le ambizioni Kia non si fermano però qui, perché è già stato annunciato che la stessa piattaforma (condivisa con la “cugina” Hyundai i30) sarà la base per una shooting brake di lusso ma anche per un immancabile SUV.
Forse il già lusinghiero 3% di mercato raggiunto da Kia in Europa dovrà essere rivisto al rialzo, il che non ci stupirebbe per nulla!

 

Lamborghini Urus inaugura una nuova era da record

Lamborghini è marchio che resta italiano nel DNA costitutivo, nello spirito e nella passione, sebbene da 20 anni per potersi garantire piani industriali sufficientemente solidi ed adeguati alle ambizioni sia entrato nell’orbita del gruppo Volkswagen con l’acquisizione da parte di Audi.
Tecnica e prestazioni hanno così continuato a rappresentare alcuni tra i punti di forza di questa azienda con sede a Sant’Agata Bolognese, in uno stabilimento che è un fiore all’occhiello dell’industria tricolore che dà lavoro a oltre 1.400 dipendenti.

La presentazione della nuova Lamborghini Urus ha inaugurato una nuova era nella quale sarà difficile considerare tutto uguale a prima, perché l’ingresso del marchio del Toro nell’universo SUV cambia le regole conosciute e trasforma l’immagine di una delle supercar più conosciute del pianeta.
Non ci sono rivali attualmente credibili per la Lamborghini Urus, un bolide allestito con un eccellente equilibrio tra le linee esterne, che sembrano ereditate da una coupé, e le sue dimensioni imponenti ed oversize.
Urus è infatti un “bestione” che supera i 5 metri di lunghezza e pesa oltre 2 tonnellate, e per farlo muovere in maniera convincente è servito munirlo di un motore che fosse all’altezza, un V8 da 4 litri e 650 cavalli capace di accelerare da o a 100 in 3,6 secondi per una velocità di punta di 305 km/h.

 
A tanto sfoggio di classe, design e potenza fa da irrimediabile corollario un corredo tecnologico di prim’ordine che lo rende guidabile al massimo, nonostante il formato e la stazza, con modalità di guida personalizzate per qualsiasi tipo di percorso (sono addirittura 6) e la trazione integrale, oltre alla possibilità di adattare l’altezza da terra. Controllo ed agilità ma anche sicurezza ed elevatissime prestazioni esalteranno chiunque si siederà al volante di Urus, un veicolo che prende il suo nome dalla sbalorditiva razza di tori uri, nota per la loro stazza fuori standard e per il temperamento aggressivo; nell’abitacolo quasi si dubita di essere a bordo di una Lamborghini, tanto è lo spazio persino per distendere le gambe, impresa che su modelli più sportivi quali la Huracan o la Aventador è difficoltosa.
Anche al cruscotto si conferma la proprietà dell’imponenza ma con tutta la tecnologia a portata di mano e sotto controllo, per degli interni lussuosi a dir poco. Ed all’accensione del motore ci si accorge all’istante di essere a bordo di una Lambo

Il prezzo di listino della Urus parte da 206mila euro, una cifra che non ha affatto scoraggiato il mercato, anzi: il suo riscontro in termini di pre-ordini fa molto ben sperare in ottica futura. Se nel 2017 infatti Lamborghini ha prodotto e venduto circa 3.800 unità complessive, la sola Urus (che per l’occasione è stata presentata al pubblico internazionale sull’autodromo di Vallelunga, a ribadire l’italianità del suo progetto) ha già ricevuto 3.300 contratti, un numero grazie al quale entro il 2019 si punta a raddoppiare la produzione.
Il primo Sport Utility Vehicle di casa Lamborghini si annuncia già, quindi, come una vettura da record sotto innumerevoli punti di vista, e riteniamo di non sbagliare se sosteniamo che con questo lussuoso modello le supercar entrano in una nuova era.

 

Da un SUV all’altro: Jaguar presenta la E-Pace

Non più tardi di un anno fa vi raccontavamo dell’ingresso in grande stile del marchio Jaguar nel rutilante mondo dei SUV con il primo modello in questo segmento, la Jaguar F-Pace, una vettura di misure oversize che però riusciva a condensare in sé tutte le prerogative del marchio.


Forte del suo successo, e per differenziare ancora di più una gamma che non può permettersi “carenze” nel settore di maggiore fermento sul mercato, Jaguar si propone adesso che con la sua sorellina minore, la E-Pace, un raddoppio tra i SUV che riduce la lunghezza di circa 30 cm ma che si presenta sempre con una filosofia rigorosamente Premium, quanto a prestazioni e dotazioni.

L’aspetto evidenzia un carattere forte e deciso: ampio frontale, copriruota e fianchi scolpiti, un lato posteriore incisivo nel design, e poi tutte le prerogative che un SUV deve possedere come gli oltre 20 cm di altezza da terra e la capacità di guado di circa 50 cm, il che le permette di districarsi senza problemi anche su sterrati più impegnativi.
Eccellente la posizione di guida che consente di apprezzare tutta la stabilità di un veicolo che sa mantenersi ben piazzato sull’asfalto anche a regimi molto elevati.

Gestione elettronica e sicurezza sulla E-Pace

Jaguar E-Pace beneficia infatti di una sofisticata gestione elettronica della coppia motore e di uno sterzo che, pur molto piccolo da impugnare, è sorprendentemente reattivo e pronto, e trasmette sempre sensazioni di totale controllo in ciascuna configurazione di guida.
Queste infatti agiscono sulle risposte di sterzo, motore, ESP e cambio automatico per adattarle alle condizioni che si stanno affrontando, regalando una guida sempre al top della precisione.

Parlando di un veicolo così spiccatamente Premium è impossibile non soffermarsi sulla qualità degli interni, dove le tradizionali linee pulite del marchio sono state rispettate in un abitacolo dalle finiture curatissime e dai materiali di prima scelta come le pelli della selleria.
È enorme ma ben incastonato nella plancia lo schermo che gestisce l’infotainment di bordo, ben 12,3″, ma la vera nota inedita rispetto alla abitudini Jaguar è rappresentata dalla leva che gestisce il cambio automatico, di stampo più tradizionale se ricordate che in genere Jaguar preferisce la rotokey a scomparsa.

La gamma motori di Jaguar E-Pace

Per i motori ovviamente non ci si possono aspettare tendenze al ribasso: tutti con cilindrata 2.0 e a 4 cilindri, Jaguar ha previsto 3 versioni diesel con potenze fino a 240 cavalli e due a benzina, tra cui la più esuberante da ben 300 cavalli; tutti provengono dalla già affermata famiglia di propulsori Ingenium.

Al volante di Jaguar E-Pace, per alcune sue doti realmente inaspettate, c’è solo da divertirsi per stabilità e potenza sempre sotto controllo!