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BMW X6: grande, grossa e… bella!

Una macchinona dalla linea estremamente spregiudicata: con questi commenti venne accolta al momento del lancio, circa 7 anni fa, la BMW X6, che ha in pratica inaugurato il segmento delle SUV-Coupé estremizzando il criterio crossover.
Al pubblico però è piaciuta, e tanto, se nel mondo l’hanno scelta in oltre 250.000 acquirenti: ed è per questo che in Baviera hanno deciso di rispolverarla con una seconda generazione che ha mantenuto vive tutte le caratteristiche, con una derivazione dall’antenata più che evidente a partire dal tetto arcuato.

È tutt’altro che uno scricciolo, pesa circa due tonnellate, e tanta imponenza fa il paio con un abitacolo ampio e confortevole, ma allo stesso tempo con una generale impostazione sportiveggiante: la nuova generazione di BMW X6 sa infatti essere molto spigliata, grazie anche ad un’elettronica che aiuta a gestire al meglio le motorizzazioni, che in alcuni casi sono davvero “esagerate”.
La soluzione che andrà per la maggiore è di certo il 3.0 turbodiesel, declinato in 3 diverse potenze fino ad un massimo di 381 cavalli, ma qualcuno potrebbe anche scegliere il motore 8 cilindri i cui 575 cavalli sono tenuti a bada in scioltezza dal cambio automatico ad 8 rapporti.

Bisogna comunque riconoscere che la parentela con la BMW X5, ossia la berlina da cui deriva questo SUV, è assai evidente, non solo nel muso ma in un generale “family feeling“, e si potrebbe dire che la scelta tra le due vetture sarà dettata principalmente dallo stile personale e dalla “stazza” degli occupanti, perché il particolare tetto spiovente della X6 rende il divanetto posteriore poco adatto agli spilungoni.

La nuova BMW X6 è un’auto che viaggia su cifre di tutto rispetto, quanto a listini: la più economica si posiziona sopra i 70.000 €, ma del resto stiamo parlando di un modello che si rivolge ad un pubblico ben preciso e selezionato, e certo non a chi punta al risparmio con un’utilitaria!

Renault Kadjar, seducente crossover

Il 2015 di Renault è stato per certi versi l’anno del crossover, rigirato in varie salse tutte accattivanti. Il successo ottenuto con Renault Captur, urban crossover compatto con cui il marchio della losanga ha debuttato nel settore, ha infatti convinto tutti che era il momento di spingere forte sull’acceleratore in quel senso, andando a declinare questo concept al quale ormai nessun marchio generalista può sottrarsi, in tutte le taglie.

Così in piena estate è spuntata dal cilindro Renault la Kadjar, brillante ed accattivante crossover di taglia maggiorata rispetto alla Captur dalle quale riprende le linee, e con un nome esotico ed un look che la pone in diretta concorrenza con il Nissan Qashqai, che primeggia in Italia nel settore. Le forme come detto sono riprese proprio dalla sorellina minore, ma le dimensioni accresciute rendono Kadjar ancora più versatile, ed adattissima alla famiglia piuttosto che a coppie o single.

Le 4 versioni previste, con allestimenti a salire, rispecchiano proprio il desiderio di esclusività: già sulla versione base Life troviamo strumenti di tutto rispetto come il Cruise Control o l’Hill Assist; gradualmente si aggiungono i cerchi da 17″ o addirittura da 19″, i sensori luce e pioggia, la retrocamera, fino ad arrivare al top di gamma, il Bose, con impianto hi-fi Bose Sound System.

Kadjar è spaziosa ed assicura tento comfort a bordo, eppure riesce a mantenere dimensioni compatte con 5 comodi posti. La sua lunghezza, 4,45 metri, è in realtà “mascherata” dalla particolare linea del cofano motore, mentre l’aerodinamica generale mantiene questo crossover molto stabile e ben piantato sull’asfalto anche in curve impegnative.
La sua ottima qualità costruttiva la rende un’avversaria temibile per tutte le concorrenti alle quali cercherà di sottrarre clienti, in una sfida apertissima che Renault ha lanciato a modelli quali Ford Kuga e Volkswagen Tiguan.

Renault ha così completato l’offerta per i crossover, da piccolo a medio, dopo aver trasformato in grande crossover la storica Renault Espace, anch’essa già protagonista sulle nostre pagine!

Tivoli, una coreana dal look accattivante

Nel novero dei marchi dell’Estremo Oriente, le coreane come la Kia hanno avuto bisogno di un po’ di tempo – e di progetti adeguati anche stilisticamente – per diventare credibili anche in Europa, e soprattutto appetibili. Kia ci è riuscita dopo grandi sforzi, a partire dalla Sorento, un SUV che è stato capace di invertire la tendenza ed attirare attenzioni diventando vero trampolino di lancio per tutta la gamma.

Gli stessi sforzi o quasi li sta ora compiendo la SsangYong, che è fino ad ora stata penalizzata da look poco appetibili per giustificare i quali non erano sufficienti i prezzi assai al ribassi rispetto alle dirette concorrenti. Sembra quasi che questa Tivoli abbia sentito il parere di un consulente d’immagine prima di lanciarsi sul mercato, perché ha una linea finalmente moderna e quasi vezzosa; ciò testimonia tra l’altro l’intenzione del marchio di far salire a bordo della Tivoli soprattutto un pubblici europeo, notoriamente più snob ed attento alle linee della carrozzeria.

Le ambizioni della SsangYong Tivoli sono alte, lo si nota anche dagli equipaggiamenti che di certo non sono da “piccola”, perché prevedono ad esempio l’Hill Assist e lo sterzo regolabile elettricamente oltre alla possibilità del cambio automatico Aisin. Questa crossover compatta parte con un motore 4 cilindri benzina da 1.6, ma presto la gamma sarà arricchita anche da un diesel e dalla trazione integrale, il che farà ulteriormente lievitare il prezzo.

Il marchio coreano è stato acquisito dall’indiana Mahindra, che per innescare il salto di qualità ha compreso la necessità di puntare sull’immagine: strizza inoltre l’occhio proprio all’Italia, dove spera di ripetere le gesta di connazionali come la Soul o la Sorento, omaggiando con il suo nome la splendida cittadina laziale.

L’intramontabile Espace diventa crossover

Con il suo sorprendente debutto, avvenuto oltre 30 anni fa, la Renault Espace può a tutti gli effetti considerarsi la mamma di tutte le monovolume: oggi è giunta alla sua quinta generazione, con un rilancio che in casa Renault hanno curato in tutti i dettagli, non ultimo quello di una promozione in grande stile, e mantenendo il carattere estremamente comodo e familiare di questa 7 posti ma facendone virare la linea e le peculiarità stilistiche verso la famiglia dei più attuali e moderni crossover.

Lo si scopre grazie alla figura slanciata, a partire dal muso, che la fa assomigliare quasi ad un siluro, tuttavia si tratta di un veicolo nato per i grandi viaggi in assoluto comfort per tutti i passeggeri a bordo, nessuno escluso.
Gli interni, con alcune soluzioni del tutto avveniristiche, sono assai lontani da quelli spartani ed essenziali dell’Espace d’esordio, come testimonia – per dirne solo una – il tunnel centrale dal quale si gestiscono numerosi comandi, ma è tutto l’equipaggiamento ad essere adeguato ai tempi attuali: precise ed entusiasmanti le scalate di marcia col cambio elettronico Ecd, molto interessanti le soluzioni tecnologiche quali il riconoscimento della segnaletica o il regolatore di velocità adattivo, disponibili come optional per le versioni più lussuose.

La versione spinta dal motore 1.6 Turbodiesel è quella che assicura il migliore equilibrio tra una guida soft, per lunghe traversate, e la necessità di spingersi in accelerazioni improvvise, grazie alla modalità di guida Sport.

Una scelta importante e di carattere, che siamo certi farà la sua figura in un segmento di mercato ormai decisamente molto affollato!

Dacia Duster, low cost imbattibile

È una scelta già compiuta da oltre 1.2 milioni di automobilisti nel mondo quella relativa alla Dacia Duster, il SUV crossover dalle dimensioni compatte ma dall’aspetto bellicoso e pronto ai più arditi fuoristrada. Il suo recente restyling è stato quasi obbligato, perché anche questo marchio in orbita Renault ha compreso l’esigenza di essere presente nel segmento forse più in forma del mercato con un prodotto che fosse al passo con i tempi e con le più recenti linee guida del design.

Nonostante l’aspetto, Dacia Duster specialmente in Italia non si avventura quasi mai in escursioni off-road: la preponderante scelta della più “tranquilla” trazione anteriore al posto di quella integrale testimonia infatti quanto gli automobilisti italiani amino sfoggiare il veicolo grintoso o alla moda per spostamenti confortevoli nel traffico urbano, sfruttandone poi le caratteristiche per gli spostamenti fuori porta del week end.

Questo SUV low-cost dall’aspetto muscoloso si fa apprezzare per le linee accattivanti e per la sua versatilità, in grado di accogliere famiglie anche numerose ma offrendo al tempo stesso tanto spazio a bordo, il tutto con un eccellente controllo della guida ed un assetto estremamente confortevole.

In pratica, una berlina con tanta grinta, che sorprende con un prezzo davvero imbattibile soprattutto se messo in relazione con l’agilità ed il divertimento assicurato al volante.

La nuova Jeep Cherokee ha un cuore Fiat

La galassia Fiat Chrysler ha un marchio che, dati alla mano, è il più in forma di tutti: parliamo dell’americanissima Jeep, ambiziosa come pochi altri e ricchissima di novità negli ultimi mesi, non ultima la splendida Renegade con cui la casa ha debuttato anche nel settore dei crossover.

Un modello di indubbio successo come la Grand Cherokee ha subito negli ultimi mesi un cambiamento dei connotati che le ha fatto perdere il “Grand”: ora si chiama semplicemente Jeep Cherokee, ed è un fuoristrada medio che vuole competere apertamente con tutti i SUV più “borghesi”, quelli che pur proponendosi con misure oversize puntano ad essere delle confortevoli berline per la famiglia: i marchi Premium europei e tedeschi in particolare dominano da anni in questa categoria, avendone intuito il crescente sviluppo prima di tutti.
A confermare un’indole familiare della Cherokee troviamo l’aspetto fondamentale della trazione anteriore, resa disponibile quasi a sorpresa, anche se viene naturalmente proposta anche quella integrale in 3 varianti per accontentare i “puristi” dell’off road.

La fusione tra Chrysler e Fiat ha fatto sì che molti aspetti di questa Cherokee siano di chiara origine italiana, a partire dal pianale, lo stesso su cui è montata L’Alfa Romeo Giulietta. Ancora più sorprendente è però la gamma dei motori. perché il 2.0 turbodiesel è prodotto proprio dalla stessa Fiat, mentre lo stile è anch’esso italiano, sia nell’abitacolo con materiali e design di eccellenza sia nel frontale, dove la firma ottica con fari sottili fa il paio con una linea molto slanciata.

Naturalmente sono stati accontentati anche gli irriducibili, perché Cherokee sarà disponibile non solo con motorizzazioni “tranquille” ma anche con un potentissimo 6 cilindri da 272 cavalli.
Tantissimi gli optional, che possono far salire il prezzo dai 38mila euro per la versione base fino a superare i 60mila!

Renault Koleos cambia personalità

Il successo del suo crossover Captur ha spinto Renault a creare un abito nuovo per la Koleos, il SUV che ha già 6 anni di storia e che ora si presenta con molta più personalità, specie nel muso: merito proprio di soluzioni stilistiche mutuate dal crossover.

È un semifuoristrada di oltre 4,50 metri, anche se appare ancor più imponente, e asseconda le forme morbide della carrozzeria anche negli interni particolarmente confortevoli.
Viaggia alla grande, specie con il turbodiesel da 175 cavalli con cambio automatico, che offre ottime prestazioni.
Trra gli accessori non poteva mandare la telecamera per il parcheggio, utilissima considerando le dimensioni, ed è molto sbarazzino il tettuccio panoramico.

Bisognerà ora capire se il pubblico italiano sarà disposto a sborsare i quasi 40.000 euro necessari per una versione ben equipaggiata, oppure preferirà continuare a rivolgersi alle più spartane dei cosiddetti marchi Premium.

Nuovi ruggiti Peugeot anche su 2 ruote con Citystar

Per associazione di idee, quando si pensa al Leone Peugeot, si è portati ad associarlo quasi sempre alle 4 ruote, specie poi nell’ultimo periodo durante il quale il marchio del Gruppo PSA ha sfornato novità in serie ringiovanendo totalmente la sua gamma.

Lo stesso dinamismo e la stessa vitalità dei progetti caratterizza però anche il reparto Peugeot Scooters, che aggiorna con incredibile frequenza la sua gamma di successo Citystar.
Oggi è infatti disponibile con due nuovi propulsori con raffreddamento ad aria, da 125 e 150 cc, che si aggiungono alle preesistenti 125 e 200 con raffreddamento a liquido.

Il concept su cui si è sviluppato Citystar è semplice: vuol essere un maxiscooter adatto anche a lunghe percorrenze, ma con dimensioni compatte per destreggiarsi alla grande anche nel traffico cittadino.
A ben pensarci, sembra proprio un principio già noto…è lo stesso che ispira i cosiddetti crossover a 4 ruote, naturalmente applicato ad un campo dove il comfort e l’aspetto prestazionale vengono valutati secondo diversi parametri.

Uno scooter che voglia definirsi GT deve offrire ampia pedana, vano sottosella capiente e seduta accogliente anche per due passeggeri, con gli immancabili poggiapiedi che devono anch’essi soddisfare esigenze di comodità e praticità.
Al possesso di tutte queste caratteristiche poste in atto su di un telaio più corto e leggero degli standand dei maxiscooter, Citystar aggiunge ricche dotazioni sia meccaniche che tecnologiche, quali i freni a disco, strumentazione di bordo digitale, fari alogeni.

La definitiva “impronta” da due ruote adatto a circostanze diverse viene dalle ruote da 13′, giusto compromesso per essere maneggevole in città ma stabile sull’extraurbano.
Peugeot propone il nuovo Citystar con prezzi che includono garanzia (3 anni) ed assistenza stradale (2 anni).

Jeep Renegade, spaziosa e pregevole

Il marchio Jeep, icona di autovetture “ingombranti” e nelle quali la compattezza non è certo mai stata ritenuta essenziale, ha deciso di dare una sterzata alla sua gamma per andare incontro anche ad un altro segmento di mercato, quello che sta tenendo a galla l ‘industria dell’auto: parliamo dei SUV compatti, noti anche come Crossover.

La scelta è stata probabilmente dettata anche dall’appartenenza del marchio al Gruppo FIAT, ed infatti la Jeep Renegade, pur beneficiando di un progetto firmato in USA, è prodotta negli stabilimenti FIAT di Melfi e si presenta senza mezzi termini come un fuoristrada in scala ridotta, a partire dal frontale che conferma tutto il “family feeling”, con le immancabili 7 feritoie tra i gruppi ottici circolari: pensate che fino a qualche tempo fa, quando ancora Facebook permetteva caratteri speciali tra gli URL aziendali, la pagina ufficiale di Jeep Italia si raggiungeva tramite la combinazione di caratteri o|||||||o !

Questo crossover si presenta con un aspetto comunque massiccio e robusto, ed inganna così l’occhio perché sembra molto più lungo degli effettivi 4,23 metri. Moltissimi sono i fattori che rendono la carrozzeria ricercata e per nulla banale, con numerosi dettagli stilistici che le conferiscono personalità, mentre gli interni pur ricalcando in pieno quelli di un vero fuoristrada si fanno apprezzare per la qualità dei materiali ma anche per la comodità da berlina, con un cruscotto molto ben organizzato e tante finiture di prestigio in un abitacolo dallo spazio complessivo eccellente.

Gli allestimenti previsti sono due, Latitude e Trailhawk, mentre molto ampia è la gamma dei motori che spazia dai benzina ai turbodiesel, anche con trazione integrale.
Il debutto in Italia è però stato riservato alla Opening Edition, un allestimento di gran lusso dalla tiratura limitata che ha fatto da anteprima per i fortunati che sono riusciti ad aggiudicarsela.

Molto di questa Renegade è in comune con l’attesissima 500X, con la quale Fiat debutterà tra i crossover duri e puri; le due vetture certo non saranno in competizione, dal momento che la Fiat andrà a sfidare altri marchi che hanno già impresso la loro firma nel segmento crossover.

Ford EcoSport, aspetto da “dura”

All’incessante festival dei SUV compatti, che secondo una nomenclatura ormai di uso comune vengono definiti crossover, non poteva mancare un marchio come Ford, ben consapevole della costante crescita di questo segmento nel quale non era furbo essere rappresentato dalla sola Kuga.
E così è stata progettata una vettura dall’identità ancora più definita come Ford EcoSport, perfettamente in linea con lo stile ed il design già ben noti del marchio dall’ovale blu, sul quale si sovrappone però un look molto off-road da fuoristrada compatta. Per intenderci, si tratta di ciò che abbiamo visto di recente su Peugeot 2008, con tutti i necessari distinguo del caso!
Per comprendere meglio la qualità di questo progetto, vi diciamo subito che il look da fuoristrada è esaltato da un dettaglio esteriore, quella ruota di scorta collocata sul portellone posteriore: senza di essa, Ford EcoSport misura 4 metri giusti, una compattezza che svela però un abitacolo di sorprendente comodità per tutti i passeggeri, sia in altezza che in lunghezza.
Se proprio vogliamo fare un paio di appunti ad EcoSport, questi riguardano la plancia per nulla innovativa con soluzioni già viste nella gamma Ford, e l’apertura laterale del portellone, dettaglio che in città può risultare alquanto scomodo.

Venendo alle motorizzazioni, anche su questo modello Ford punta decisa al downsizing perché monta l’EcoBoost 1.0 da 3 cilindri, ma viene ovviamente proposta anche con il turbodiesel TDCi 1.5, pensato per chi effettua lunghe percorrenze.
C’è in realtà anche un altro motore benzina 1.5, più tradizionale con i suoi 4 cilindri: si tratta dell’unico che monta il cambio automatico Powershift.
Non prevista la trazione integrale, per cui nonostante il suo look “duro” da off-road, Ford EcoSport si conferma veicolo che privilegia la guida su strada: lanciata in questo primo trimestre del 2014, staremo a vedere come si comporteranno gli automobilistial momento della scelta tra questa e le sue principali rivali quali Renault Captur e Peugeot 2008.