Archive for Motori ibridi

Nuova Opel Zafira Tourer a metano, la monovolume più ecologica del 2014!

La nuova versione a metano della Opel Zafira Tourer (vedi Auto a Metano) è sempre più apprezzata dagli automobilisti europei, italiani in testa, che la scelgono per le spiccate doti di versatilità e capacità di carico e per i bassi costi di esercizio. Il nuovo modello è anche stato recentemente premiato dalla rivista specializzata Auto Test come la monovolume più ecologica sul mercato nel 2014; in particolare la valutazione della stampa si riferisce al funzionamento della vettura (consumi, emissioni di CO2, normative antinquinamento, rumorosità di marcia) e prende in esame anche le fasi di produzione.

La monovolume a 7 posti di Opel, spinta dal propulsore 1.6 Turbo ecoM che eroga ben 150 CV, garantisce consumi davvero contenuti per la categoria di appartenenza (4,7 chilogrammi di metano ogni 100 chilometri percorsi nel ciclo misto) e non fa rinunciare a un solo centimetro cubo di capacità di carico e alla versatilità dell’ampio abitacolo, compresa la comoda soluzione della terza fila di sedili a scomparsa.

Il tutto è stato possibile grazie alla scelta da parte dei tecnici Opel di installare i quattro serbatoi di metano, realizzati in fibra di carbonio, sotto al pianale della vettura, in parte occupando lo spazio lasciato libero del serbatoio di benzina che si è ridotto ad appena 14 litri, sfruttabili nei casi di emergenza quando non sia possibile provvedere immediatamente al rifornimento di gas. L’autonomia a metano è di circa 530 km.

La nuova Opel Zafira Tourer a Metano è commercializzata in Italia in due allestimenti: Elective e  Cosmo; entrambi contraddistinti da una buona dotazione di serie e proposti rispettivamente a partire da 27.790 e 29.490 euro.

Per maggiori informazioni su tutti i nuovi modelli Opel potete visitare il sito www.trendmotori.com.

Lexus conosce solo l’ibrido

Il marchio Lexus ha, anche in Italia, una sua nutrita schiera di seguaci: si tratta di tutti coloro che desiderano mettersi al volante della comprovata qualità Toyota ed al tempo stesso distinguersi scegliendo il brand dedicato al lusso della casa nipponica.
Sono 5 i modelli Lexus a listino nel nostro paese, e con l’arrivo della Is Hybrid la gamma è diventata completamente omogenea quanto a motorizzazioni: tutti e 5 montano infatti la doppia alimentazione, benzina ed elettrico, a partire dalla più abbordabile Ct fino all’ultra-lussuosa ammiraglia Ls, spinta da complessivi 445 cavalli.

Ci concentriamo stavolta proprio sull’ultima arrivata, la Is, una vettura di certo meno costosa della Ls ma dalle prestazioni seppur più contenute indiscutibilmente molto brillanti, anche perché la spinta del motore benzina è stata rivisitata al rialzo.
Is Hybrid beneficia di generali interventi su scocca ed aerodinamica rispetto alla sua precedente versione che l’hanno resa più leggera e rigida, guadagnando così un look di certo aggressivo, quello di una berlina che gioca a sembrare una coupè, pur sapendo come contenere i consumi almeno finché si resta nel circuito urbano. Non appena però ci si lancia al di fuori ed il tachimetro sale, i suoi 223 cavalli totali si sentono, e crescono anche i consumi.
Parliamo però di un’automobile che, nonostante simili prestazioni, contiene le emissioni di CO2 a 99 grammi, il tutto proprio grazie all’ibridazione.

Con questi 5 modelli, ai quali si aggiungono quelli della gamma “regolare” Toyota, il gruppo si conferma leader incontrastato del settore ibrido non solo per numero di proposte ma anche per la qualità delle stesse!

Kia Niro, provocazione ben accolta

La tecnologia con tutte le sue meraviglie si sta impossessando sempre di più del mondo dell’automobile, ed i Saloni Internazionali sono vetrine più che perfette per tutti i marchi che vogliono mettere in mostra i propri progressi e gli ultimi ritrovati che vengono montati a bordo.
Molto spesso simili saloni sono anche sfruttati per svelare avveniristiche concept car che sfoggiano marchingegni e diavolerie sorprendenti ancora non diventati di serie, ma che sono prossimi a farlo: si tratta di anticipazioni che contribuiscono ad accrescere prestigio ed autorevolezza e fungono anche da sfida verso le concorrenti.

L’ultimo Salone di Francoforte è stato per il marchio Kia un cristallino esempio di simili procedure di anticipazione, perché un esclusivo palchetto allestito nel suo stand ha ospitato la concept car Kia Niro, veicolo molto provocatorio nelle linee che presto andrà ad arricchire la gamma ufficiale, con nome ufficiale non ancora confermato.
È un crossover, un tipico SUV compatto di quelli che si stanno moltiplicando tra tutti i principali listini, ma questo ha qualcosa di speciale nelle linee così grintose ed in alcune scelte stilistiche che hanno suscitato l’ammirazione persino di un “mostro sacro” del design auto come Giugiaro.

Si parte dalle portiere, che offrono un’apertura ad ali di gabbiano quanto mai insolita ed indubbiamente scenografica eppure ben armonizzata con i 4,18 metri di lunghezza della vettura. La sua forte caratterizzazione prosegue nella coda “imponente” con doppio terminale di scarico, ma al di là di particolarità stilistiche come queste o i gruppi ottici cubici del frontale, la Kia Niro stupisce per la propulsione ibrida, che fa spingere le ruote anteriori da un diesel mentre il retrotreno è mosso da un ibrido-elettrico che restituisce ben 45 cavalli quando si desidera un “boost” aggiuntivo, dopo aver recuperato ed immagazzinato l’energia dissipata nelle frenate, il che ovviamente garantisce anche la trazione integrale.
Particolare il cambio, un 7 marce dual-clutch che come il motore termico 1.6 T-GDi è collegato alle sole ruote anteriori.

Per finire, gli interni: strumenti digitali “supervision” permettono di configurare le opzioni principali che si desidera vedere, mentre tutte le altre informazioni sono a disposizione sul grande touch screen posizionato al centro della plancia il quale inoltre permette di visualizzare le immagini registrate dalle telecamere di bordo, posizionate ovunque riusciate ad immaginare.
Il pubblico europeo sembra proprio aver dato, con il suo gradimento, la spallata definitiva alla trasformazione di questo audace prototipo in veicolo di serie: non resta che attendere le prossime mosse del marchio coreano!

Seat Leon cresce ed ora è anche wagon

Nei giorni scorsi vi abbiamo diffusamente parlato della nuova Golf Variant, versione station wagon di una delle più popolari vetture del marchio tedesco Volkswagen il quale include nel suo gruppo anche la Seat. Da qui proviene il pianale MQB condiviso con la prima Seat Leon progettata in versione familiare, che prende la sigla ST e sarà disponibile in Italia a partire dal mese di gennaio.

I punti di contatto con la “cugina” tedesca si limitano in realtà al succitato pianale, perché per il resto Seat Leon ST mantiene l’indole più sportiva della berlina hatchback da cui deriva ma apre grandi orizzonti commerciali al marchio dal momento che riesce nell’impresa di offrire tantissimo spazio e comfort in più pur superando nel peso la 5 porte di appena 45 kg.

Le motorizzazioni sono tutte di derivazione Volkswagen, includendo solo motori turbo sia benzina che diesel con un range che va da 1.2 fino a 2.0, ed anche la tecnologia ripropone dotazioni già viste e collaudate come la regolazione adattiva dell’assetto o lo sterzo progressivo.
Molto interessante la versione con motore ibrido bi-fuel a benzina e metano che sarà proposta in Italia a partire da febbraio.

Cactus rievoca lo spirito della Due Cavalli

Un modello storico al quale molti italiani sono nostalgicamente affezionati è la mitica Due Cavalli Citroën, per la quale si è spesso sentito parlare di un ritorno in chiave moderna come accaduto ad altre autovetture iconiche, su tutte la Fiat 500.
Sotto un certo aspetto questo atteso revival è giunto, se non per quanto riguarda le forme almeno nello spirito, quello che ha guidato il marchio del gruppo PSA all’esercizio di stile – ovvero alla concept car – cui è stato dato il nome Cactus.

Presentata durante l’ultimo Salone di Francoforte, è un prototipo che con le sue linee firmate da Bertone vuole rivisitare il mito 2Cv ricalcandone la sostanza di vettura che usciva dagli schemi facendosi portabandiera dell’essenzialità: a bordo di Cactus si ritrova il gusto dello stare insieme in auto, perché tutto l’abitacolo è stato trasformato in un ambiente conviviale, fatto apposta per offrire il massimo comfort con trovate radicali come l’assenza di vetri laterali e posteriori e l’incremento di spazio “vivibile” conseguente alla riduzione del cruscotto ai minimi termini, convogliando tutti i tasti e le funzioni in un display touch screen da 8 pollici.

A completare il tutto anche un ampio tettuccio panoramico che aumenta la luminosità a bordo ma che, con lo speciale trattamento termico cui è stato sottoposto, non fa passare il caldo.
L’ultimo dettaglio che accresce la singolarità di questa concept car è all’esterno e si chiama Airbump, struttura morbida che protegge i fianchi, l’anteriore ed il posteriore dell’auto dagli urti con una superficie che include delle capsule d’aria.

Citroen Cactus
è spinta da un motore ibrido che abbina il 3 cilindri a benzina con un motore elettrico ad aria compressa, innovazione che tra qualche anno vedremo montata anche sui veicoli di serie e che garantisce, a detta del costruttore, un litro di carburante per 30 km.

Golf variant è brillante ed armoniosa

Il settore delle familiari, meglio note come station wagon, è probabilmente quello che sta maggiormente subendo gli attacchi da parte della pletora di SUV, crossover, SUV compatti che stanno invadendo il mercato.
Volkswagen è riuscita a tenere testa in questa battaglia pensando fin dalla fase di progettazione della settima serie di Golf alla sua declinazione SW, la Variant, ottenendo così un veicolo dalle forme gradevoli e persino sorprendenti e dalla guida lineare e pulita.

Tanta armonia è stata raggiunta proprio considerando da subito, e non come successivo adattamento di una berlina, questa evoluzione che riserva numerose sorprese anche in fatto di spazio, ben 1620 litri con lo schienale posteriore abbattuto la sua capienza, e 605 in assetto “standard”.
Per una vettura di circa 4,5 metri sono numeri senza dubbio importanti, che vengono poi ulteriormente esaltati da un comfort di bordo caratteristico di una vettura di alta fascia, con interni particolarmente curati già a partire dall’allestimento base Trendline sul quale si parte già anche con un’eccellente dotazione quanto a sicurezza.
Gli altri due allestimenti a salire sono il Comfortline e l’Highline, ma ciò che più ci interessa è offrirvi una panoramica sulle motorizzazioni, che propongono tutte brillantezza di guida e grande maneggevolezza.

Si tratta di sole propulsioni turbo, con i 4 diesel compresi tra i 90 ed i 150 cavalli (la punta di diamante è il 2.0 TDI) ed i 3 benzina con cilindrate 1.2 o 1.4, fino ad un massimo di 140 cavalli.
Dopo il debutto della Golf Variant nel mese di ottobre, arriverà presto una versione molto interessante, spinta da un motore 1.4 da 110 cavalli ed alimentato a metano, soluzione della quale sempre più italiani stanno scoprendo i benefici in fatto di costi.

Mitsubishi Space Star, l’amica del portafogli

Una vettura da città che si mantiene tranquillamente al di sotto del limite di 10mila euro ed offre una interessante agilità nel traffico urbano con dei consumi che riescono a far sorridere.
Se pensate non esista un’automobile così, dovete ricredervi perché vi abbiamo appena descritto la Mitsubishi Space Star.

Questa piccola ecologica ha fatto suo un nome già appartenuto una ventina di anni fa ad una monovolume compatta che ha imperversato anche sulle strade italiane e che adesso si è rimpicciolita assumendo una forma, vista sia frontalmente che di lato, abbastanza originale, che ospita comodamente 4 passeggeri e soprattutto si presenta con 2 motori entrambi “verdi” e dai bassi consumi. Come ovvio, il più parco è l’1.0, che tra l’altro va dietro alla dilagante rincorsa al downsizing essendo un 3 cilindri. C’è anche quello più brillante, 1.2 con qualche cavallo in più.

Lo avrete capito, non sono due fulmini di guerra ma per chi si sposta prevalentemente in città sono l’agilità e la leggerezza ad essere più importanti, e queste sono assicurate da un servosterzo davvero molto morbido.
La grande sorpresa è arrivata però nel mese di settembre, perché Mitsubishi ha arricchito la gamma con una versione alimentata a GPL che tra l’altro è anche omologata per neopatentati.
Il suo serbatoio da 32 litri permette un’autonomia di 600 km (oltre a quelli garantiti dalla benzina) con un netto dimezzamento dei costi: un ulteriore incentivo per sceglierla, perché l’aumento del listino di circa 1.600 euro per questa versione è ampiamente giustificato ed ammortizzato dai risparmi che ne verranno.

Dalla consolle alla concept da Salone

Oggi vogliamo fare un balzo all’indietro di qualche anno per raccontarvi una originale collaborazione che coinvolse nel 2008 la Citroën ed il marchio PolyPhony Digital, ben noto a tutti gli amanti della serie di videogiochi Gran Turismo.

Il progetto della GT by Citroën, una concept car dalle linee estreme, venne venduto sia alla casa francese che al marchio videoludico: così, mentre Citroën l’ha sviluppata e prodotta presentandola durante il Salone di Parigi del 2008, PolyPhony ne ha curato la fedelissima riproduzione grafica inserendola nel parco macchine del simulatore di guida Gran Turismo 5 come veicolo di punta dalle linee aerodinamiche fluide e dalla elevatissima portanza, esasperata dalle prese d’aria e dagli speciali spoiler, oltre che dal baricentro bassissimo.

Va detto che in entrambe le versioni, la concept car e la sua renderizzazione grafica, GT by Citroën riceveva spinta da 4 motori elettrici per complessivi 780 cavalli che andavano ad alimentare due celle al combustibile di idrogeno, una soluzione di certo facile da realizzare e rendere credibile all’interno del gioco, ma molto meno verosimile nella realtà; in effetti Citroën, prima di abbandonare definitivamente il progetto di costruire un numero limitato di questi bolidi, aveva già dichiarato che questi sarebbero stati alimentati da un potentissimo ma più tradizionale 8 cilindri.

Davvero speciale e futuristico l’abitacolo pensato appositamente per il mondo delle corse, con le sue forme avvolgenti per pilota e copilota ed i richiami agli sport automobilistici ottenuti con materiali pregiati e lavorati,.
Abbiamo scelto di dedicarci a questa concept car perché ci ha affascinato non poco il percorso inverso dalla consolle alla sua effettiva materializzazione, seppure in versione prototipo!

Toyota Auris Hybrid sa come vendersi!

Toyota ha scoperto la strada, probabilmente l’unica percorribile, per mettere le vetture ibride sullo stesso piano di quelle a carburante tradizionale e solo motore termico, almeno in fatto di vendite. Come intuibile, lo si è potuto ottenere solo limando i prezzi di listino, operazione grazie alla quale la nuova Auris Hybrid è riuscita addirittura a vendere di più delle sue “gemelle” a combustibile tradizionale: è la prima ibrida nel suo segmento, quello C, a riuscirci.

Il risultato è stato favorito anche dalla “revisione” cui Toyota ha sottoposto la Auris, che ha coinvolto il suo profilo estetico che adesso è più filante e quasi votato alla sportività, ma anche il comfort interno e la guidabilità.
Va detto che in questa versione Hybrid la Auris regala grandi soddisfazioni quando si guida in città senza emettere rumori e gas e senza consumare benzina, con un’autonomia di qualche decina di chilometri. Un altro suo punto a favore è che in questa nuova versione le batterie sono state trasferite sotto l’abitacolo, il che ha fatto guadagnare sensibilmente in capacità del bagagliaio.

Tutto infine nella norma quando si marcia in modalità tradizionale, il motore 1.8 fa sentire tutti i suoi 99 cavalli (che diventano 136 quando combinato con l’elettrico) e risponde di conseguenza, aumentando la rumorosità quando si viaggia in autostrada a ritmi abbastanza sostenuti.
In definitiva, possiamo ritenerla al momento l’indiscussa star, nel segmento di appartenenza, nella categoria delle ibride.

Citroën svela un suo lato selvaggio

La gamma DS di Citroën, di cui abbiamo già analizzato uno splendido esemplare come la DS 3 Cabrio, ha delle sue caratteristiche stilistiche inconfondibili, dettate dalla storia di un marchio sempre molto votato a design curati.
Spingendosi leggermente in controtendenza rispetto ad un mercato che sembra apprezzare soprattutto i veicoli compatti o comunque che si portino dietro la definizione di crossover, Citroën ha invece sfornato un SUV a tutti gli effetti, che punta sul prestigio degli allestimenti e sulle linee dai dettagli accentuatamente scolpiti, senza badare alle dimensioni.

Citroën DS Wild Rubis è infatti lunga 4,70 metri e larga quasi 2, un veicolo senza dubbio imponente dalla identità molto forte anche nelle firme visive luminose sia anteriori che posteriori, e nei dettagli cromati che la arricchiscono sia sui fianchi che sul tetto.
Il nome deriva proprio dalla sua colorazione, un intenso rosso rubino, unito ad una certa forza selvaggia che un SUV da 295 cavalli deve per forza avere.
Ciò che gli fa acquistare maggiore nobiltà è sapere che 70 di questi cavalli provengono da un motore elettrico, perchè DS Wild Rubis si configura come una ibrida in grado di percorrere ben 50 km a zero emissioni, salvo alternare o mescolare la propulsione elettrica con quella del motore turbo 1.6 per ottenere maggiore trazione, anche integrale.

Non vi abbiamo ancora detto che al momento Wild Rubis è “solo” un concept, questo perchè da quanto trapelato da casa Citroen, il suo arrivo sul mercato – con sigla definitiva ancora top secret – è previsto per fine 2014.