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Una corsa tra le montagne più spettacolari al mondo

Dopo aver parlato della storica rievocazione della Mille Miglia, stavolta spostiamo la nostra attenzione su un’altrettanto evocativa corsa di regolarità che aggiunge il fascino e le difficoltà della guida in altura, la Coppa d’oro delle Dolomiti, rilanciata proprio da quell’Alessandro Casali già coinvolto nel comitato che ha restituito prestigio alla stessa Mille Miglia.

La corsa originaria, disputatasi tra il ’47 ed il ’56, ha visto tra i vincitori piloti del calibro di Taruffi e Villoresi, e può vantare ancora oggi un percorso, mantenuto invariato, la cui scenografia è unica al mondo.
Lo stesso Nuvolari, che l’ha corsa a bordo di una Maserati ASG Serie 1, considerava la Coppa d’oro alla stregua di una Mille Miglia di montagna, per la difficoltà del suo tracciato dove si alternavano picchi di altitudine, in cui il motore andava in debito d’ossigeno perdendo potenza, a discese spericolate.
I 303 chilometri si snodano attraverso le Dolomiti tra il Trentino ed il Veneto, la gran parte a quote superiori ai 1000 metri, e l’edizione corsa lo scorso agosto era riservata esclusivamente a vetture costruite tra il 1919 ed il 1961, tra le quali pezzi storici come la Ferrari 166 MM, La Fiat Morettini 508 S o la Jaguar XK 1200 TS.
Per il 2013 è stata inoltre prevista una speciale graduatoria a parte per le auto di particolare rilievo storico prodotte tra il 1962 ed il 1965.

Casali per questo percorso che da Cortina ha valicato alcuni passi leggendari come il Passo Sella per tornare poi nella stessa località ha voluto renderla ancora più glamour, coinvolgendo molti più marchi e personalità straniere.
La vittoria è andata all’equipaggio al volante di una Lancia Aprilia, altro scintillante gioiello d’epoca.

Mille Miglia, la corsa più bella del mondo

È un’istituzione, è una passione, per usare le parole del compianto Edmondo Berselli è “la corsa più bella del mondo“. Parliamo della Mille Miglia, una gara che nelle sue 24 edizioni tra il 1927 ed il 1957 ha coinvolto pubblico, piloti ed industria dell’auto accrescendo anno dopo anno il suo mito ed iscrivendo nomi come quelli di Nuvolari, Varzi o Stirling Moss nel suo albo d’oro, per tacere di case come Alfa Romeo e Ferrari.
L’ultima edizione competitiva, quella del 1957, fu funestata da un tragico incidente in cui un pilota e 9 spettatori persero la vita: da allora si è deciso di mettere la parola fine al capitolo delle corse su strada.

Da alcuni anni però l’ACI di Brescia – storica località di partenza ed arrivo della corsa, dopo aver toccato Roma e percorso 1600 km – si occupa di gestire la rievocazione storica della Mille Miglia, una corsa mitica che a sua volta alimenta il mito delle auto d’epoca.
Non si spiegherebbe altrimenti il successo dell’ultima edizione, tenutasi a maggio del 2013, con 400 auto d’epoca ai nastri di partenza delle quali ben 76 avevano già preso parte ad almeno una delle edizioni del trentennio 1927-1957.
Per capire il valore storico e la considerazione che i più importanti marchi hanno ancor oggi della Mille Miglia è sufficiente andare a leggere i numeri di questa ultima edizione rievocativa.
Case automobilistiche come Mercedes, Alfa Romeo, BMW, Jaguar e Porsche hanno aperto ben volentieri i battenti dei rispettivi musei storici, per farne uscire modelli leggendari come la C-Type, la SSK o la 328 Spider.

Veicoli preziosi, che hanno composto un parco macchine paragonabile ad un vero museo itinerante, di certo il più ricco e prestigioso del settore.
Non ci sono dubbi, anche nel 2014 la Mille Miglia attraverserà il paese ed il passato guardando al futuro, forse perché quella delle auto d’epoca è la passione più forte rimasta al mondo dei motori.

I 50 anni di Fiat 595 Abarth

Uno dei nomi “sacri” per chi è appassionato di tuning auto è, non solo in Italia, Abarth. Lo scorso 15 settembre il marchio ha tributato, durante il Salone di Francoforte, il doveroso omaggio al suo modello probabilmente più famoso, la Fiat 595 Abarth, presentandone una limited edition realizzata in appena 299 esemplari celebrativa del suo 50° anniversario.

Il suo aspetto ricalca quello dell’originale, con naturalmente un adeguamento ed una rilettura estetica in chiave attuale. Gli storici loghi dello Scorpione campeggiano in bella evidenza su una carrozzeria bianco opaco tristrato che fa risaltare anche i dettagli grafici artigianali apposti, mentre negli interni troviamo i sedili con rivestimento rosso in pelle ed il volante in pelle nera. Non possono sfuggire le rifiniture, le cuciture e gli inserti in bianco e rosso che impreziosiscono il tutto, rendendo la Abarth 595 50° anniversario un modello assolutamente unico. Il solo volante, preso a sé stante, è un vero oggetto da collezione.

La sua potente spinta è assicurata da un motore 1.4 T-Jet da 180 cavalli, il quale è contornato sotto l’aspetto tecnico e meccanico da una serie di elementi di ispirazione racing, a partire dal cambio Abarth Competizione e dagli specifici dischi freno realizzati da Brembo, fino ad arrivare al doppio scarico ed a pneumatici per alte prestazioni montati su cerchi in lega da 17″.

È dichiaratamente la 500 più potente mai prodotta, e rappresenta una riaffermazione del prestigio intramontabile del marchio Abarth che si riflette anche nell’interesse suscitato dal veicolo stesso attraverso la campagna di comunicazione che lo ha accompagnato, fatta di oggetti di merchandising riservati ai collezionisti.

La grinta di 308 R Concept

Al Salone di Francoforte, in corso fino al 22 settembre, l’indiscussa stella di casa Peugeot è senza dubbio la Nuova 308, non un semplice restyling ma di fatto una berlina tutta nuova a partire dalla piattaforma.
Il marchio francese ha affiancato nel suo stand al veicolo di serie anche una versione più “cattiva”, per il momento solo una concept car, che prende appunto il nome di 308 R Concept.

Lo stile dalla forte ed aggressiva personalità è evidente fin dal frontale, con ampie prese d’aria che servono anche a far “respirare” il motore THP 1.6 benzina particolarmente potente con i suoi 270 cavalli. Si prosegue con una carreggiata ampliata e l’assetto ribassato, passando poi per le feritoie di sfogo sul cofano la cui valenza non è solo estetica, e per le fiancate scoplite e muscolose.
Numerosi i dettagli cromati e neri – questi ultimi realizzati in fibra di carbonio - e grintosissimo l’abbinamento cromatico tra rosso e nero scelto, secondo una linea diagonale che taglia il profilo di questo modello davvero estremo.

Gli interni sono poi caratterizzati dallo stesso i-Cockpit Peugeot di nuova concezione con cui è allestito il modello di serie, che offre una nuova concezione della guida con posizione più avvolta, comandi intuitivi e maggiormente a vista, e volante più compatto.

Due concept gemelle in vista della nuova Twingo

La Regie, così viene affettuosamente soprannominata Renault, una delle case che sta maggiormente insistendo sulla diffusione dei veicoli elettrici.
La concept Car TwinZ fornisce grandi indizi in questo senso, essendo il prototipo di una vera city car compatta che si discosta dalle misure più da scooter della Twizy, ma ha anche una gemella cattiva, la Twin Run, che Renault ha fatto correre in pista prima dell’ultimo GP di Montecarlo dove ha fatto sfoggio dei suoi 320 cavalli nascosti sotto un telaio tubolare da corsa, ed erogati dal motore V6. La sua carrozzeria è invece realizzata in fibra di vetro e poliestere.

Questa concept non va per nulla sottovalutata né considerata come piccolo esercizio di stile, in quanto la strategia del marchio francese è molto precisa: rilanciarsi in pompa magna nel segmento B, quello delle city car compatte, per sfidare la Fiat 500 e la Opel Adam anche sotto l’aspetto del design con un veicolo che non si sa ancora se verrà proposto con un nome nuovo o come terza generazione della Twingo.

Sarà quindi una vettura dallo spirito smaccatamente trendy, con un’identità agile e dinamica, per la quale dovremo attendere la fine del prossimo anno

McLaren, dalla MP4 alla P1: mostri da circuito

Tanti appassionati di auto e corse automobilistiche associano inevitabilmente il nome McLaren al top delle gare automobilistiche, ovvero alla Formula 1, ma sanno che il gruppo McLaren produce anche vetture stradali. In realtà, dopo la McLaren F1 degli anni ’90, ne sono trascorsi oltre 10 di anni prima di rivedere un nuovo modello progettato a Woking, la McLaren MP4, della quale nel corso del 2012 sono state vendute 536 unità.
Parliamo di un vero e proprio mostro, con monoscocca in fibra di carbonio ed un motore V8 da 625 cavalli per prestazioni vertiginose, le stesse offerte anche dalla versione Spider che ha successivamente affiancato la Coupè.
Entrambe sono vetture assatanate, che solo da spente possono sembrare più “sobrie” delle rivali di pari livello Ferrari 458 e Lamborghini Gallardo.

In questo 2013 gli inglesi hanno poi ulteriormente sfidato la casa di Maranello presentando la McLaren P1, un vero animale da pista aggressivo dal frontale fino alla coda, sul quale per raggiungere i 916 cavalli è per la prima volta stato abbinato al motore V8 biturbo anche un motore elettrico.
Per mettere in chiaro l’ambizione della P1, quella di essere la vettura più veloce su un circuito, McLaren ha approfittato dell’ultimo Gran Premio del Bahrain, paese dove ha inaugurato uno showroom, per scattare delle foto sul circuito di Sakhir. Sarà certamente un paese al quale saranno destinati molti dei 375 esemplari di McLaren P1 programmati.

Porsche 911, stile unico da 50 anni

Nella storia dell’automobile c’è un modello sportivo che si staglia sopra tutti gli altri per il suo successo, ed è diventato un punto di riferimento anche per i rivali attraversando la bellezza di 7 generazioni con uno stile che, nonostante sia stato volta per volta rinnovato sia nelle prestazioni che nella tecnologia, è sempre rimasto fedele a quello originale inconfondibile.

I più smaliziati hanno senza dubbio identificato in questa descrizione la Porsche 911, della quale quest’anno ricorre il 50° anniversario dalla presentazione, avvenuta al Salone di Francoforte nel 1963: la stessa manifestazione ospiterà a settembre prossimo una serie speciale celebrativa che la casa di Stoccarda protegge ancora dietro il top secret.
I festeggiamenti per questo cinquantenario non si limitano però al Salone, in quanto già allo Stoccarda Retro Classics sono stati esposti quattro pezzi unici e rari tra cui il prototipo 754 T7 che fece da apripista 4 anni prima del progetto 911.
Proseguendo nelle celebrazioni, Porsche ha inoltre restaurato una 911 del 1967 che durante l’anno attraverserà i 5 continenti in un viaggio che toccherà la California, Parigi ed anche l’Australia.

Il clou di questo anniversario è però nella retrospettiva allestita presso il Museo Porsche, in corso fino al 29 settembre, nella quale è possibile ammirare l’evoluzione di questo modello che da 50 anni rappresenta il cuore pulsante del marchio, in tutto il suo sviluppo stilistico e tecnologico che l’ha resa una delle vetture più desiderate al mondo.

LaFerrari: 499 esemplari da sogno!

Il patrimonio di conoscenze della Ferrari in termini progettuali e realizzativi è unico al mondo, anche in virtù dei dati raccolti in Formula 1. Una simile eccellenza, che getta continui sguardi al futuro pur senza mai tradire un profondo legame con la tradizione, ha ricevuto un ulteriore impulso con la supercar erede della Enzo, il cui nome è volutamente ed orgogliosamente autoreferenziale: LaFerrari.

Siamo davanti ad una vettura dalle prestazioni senza confronti, e nella quale sono stati fusi tutti i possibili concetti tecnologici e sportivi di una supercar stradale.
Partiamo dalla novità più evidente, una vera rivoluzione per Maranello: LaFerrari è il primo modello ibrido nella storia del marchio, che abbina ad un sensazionale motore V12 da 6.292 cc ed 800 cavalli ben due propulsori elettrici, uno più “consueto” che agisce direttamente sulla trazione delle ruote, ed uno che si occupa dei sistemi ausiliari.

Tale ibridazione fa raggiungere a questa Rossa la potenza totale di 963 cavalli, ma la vera particolarità delle celle elettriche è la loro modalità di ricarica; sulla scorta dell’esperienza raccolta con il Kers montato sulla F138 che corre nel mondiale di Formula 1, l’energia si accumula in fase di frenata ma anche quando c’è produzione di coppia in eccesso da parte del motore tecnico, che non viene quindi dissipata.
Il tutto, oltre a strabiliare con l’emissione di appena 330 g di CO2 per km – un valore incredibilmente basso se rapportato ad un veicolo del genere – fa strabuzzare gli occhi anche per i risultati su strada, paragonabili a quelli di una monoposto da circuito.
In meno di 3 secondi si va da 0 a 100 km/h, ed in meno di 7 da 0 a 200 km/h.
Passando all’estetica, LaFerrari offre i consueti parafanghi molto muscolosi valorizzati dal muso molto basso, per una linea avveniristica ma perfettamente in sintonia con le altre sportive del Cavallino Rampante.

Inutile pensare di accaparrarsela: al di là del prezzo da capogiro, 1.2 milioni di euro, la produzione di appena 499 esemplari ha fatto sì che in tanti, dopo la richiesta scritta inoltrata a Maranello, restassero a bocca asciutta. Ne sono pervenute oltre 700, mentre nella sola Italia i fortunati che verranno accontentati saranno appena 25.

Micra Nismo, la vorremmo anche in Italia

La divisione sportiva di casa Nissan si chiama Nismo, e persegue una strategia volta alla penetrazione nei vari mercati anche con varianti più aggressive e sportive dei tradizionali modelli a listino.
Dopo la Juke e la 370 Z che hanno subito almeno in Giappone queste caratterizzazioni, alla fine del 2013 debutterà sempre nel paese del Sol Levante la Micra Nismo, conosciuta però da quelle parti con il diverso nome di March.

Non è ancora stato precisato se questa versione verrà distribuita anche in Europa, ma intanto ci interessa approfondirla più da vicino per alcune sue specifiche davvero intriganti.
Partendo dai motori, che a seconda della scelta tra Nismo e Nismo S sono un 1.2 con 3 cilindri da 79 cavalli oppure un più pepato 1.5 da 115 cavalli con assetto spiccatamente sportivo.
La Micra in versione base è una vettura sostanzialmente tranquilla, ma con il kit aerodinamico che arricchisce la Nismo, comprendente spoiler, minigonne, scarico maggiorato, non ne guadagna solo l’aggressività estetica ma anche la risposta su strada.

Tantissime le rifiniture sia esterne che interne che si rifanno al rosso, marchio di fabbrica della divisione Nismo, mentre una generale nuova taratura di sterzo e servosterzo, sospensioni, impianto frenante ed assetto nel suo complesso va ad aggiungersi a tutti gli ingredienti per i quali saremmo davvero rammaricati di non poter beneficiare di questa piccola racing anche sulle strade italiane.

Amarok Power allarga gli orizzonti di guida

Molti dei nostri lettori probabilmente collegano il concetto di pick-up alle grandi strade degli Stati Uniti, ed a percorrenze magari accidentate, tuttavia ammirando lo splendido Volkswagen Amarok Power (inizialmente denominato R-Style) dovranno ricredersi!
Il pacchetto stilistico che lo caratterizza, infatti, evolve la versione base di Amarok fornendogli un’impronta marcatamente sportiva con il nuovo design del paraurti, con l’aggiunta di minigonne ma anche con soluzioni tecniche e meccaniche di prim’ordine, con dettagli in fibra di carbonio come il diffusore e la fascia anteriore e con un motore 3.0 V6 da 8 marce, per prestazioni mozzafiato.

Questo spettacolare allestimento trova riscontri anche negli interni, i quali oltre ad essere proposti con finiture eleganti e sedili rivestiti in pelle Nubuck, presentano ancora gli inserti in fibra di carbonio sia sulle portiere che sulla plancia; quest’ultima valorizza un abitacolo molto sportivo che beneficia anche di un impianto telematico ben assortito che parte da un monitor touch screen da 8 pollici.

Le prestazioni sono sorprendenti ed in virtù degli 8 rapporti incidono meno di quanto ci si aspetterebbe sui consumi: l’accelerazione 0-100 si ottiene in soli 7,9 secondi!
Amarok Power è stato svelato all’apposito salone di Worthersee nella prima settimana di maggio: si tratta di uno speciale raduno che Volkswagen tiene annualmente in Austria, dedicato ai marchi del gruppo che vi espongono le loro proposte meno legate alla consuetudine come nel caso dell’evoluzione di questo pick-up.