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Ducati Cafè Racer, una Scrambler solo nel nome

L’hanno chiamata Scrambler, ma in realtà non lo è affatto: Ducati Cafè Racer non è per nulla una moto venuta fuori dal gioco tra parti e pezzi di ricambio originali, ma è un modello tutto nuovo ed a sé stante impreziosito dal un fantastico look total black.

Con il suo nome hanno solo voluto creare un feeling di familiarità con il gruppo di moto da cui proviene, ma i parametri della posizione di guida sono stati rivisti per renderla comoda e più naturale anche per chi abbia delle lunghe leve.
Tanti dettagli la rendono molto “cattiva”: parliamo dello scarico dorato a doppio terminale, lo stesso colore che ritroviamo sui cerchi in lega; e poi parafanghi accorciati, ed un manubrio alla giusta altezza per assalire la strada. Tocco di classe è la verniciatura in nero del blocco motore, che rende la Cafè Racer misteriosa quanto basta!

Le sue prestazioni su strada sono molto intuitive anche per chi è alle prime armi: una volta fattaci la mano, inizia il divertimento, soprattutto in curva! Il motore Desmo bicilindrico e raffreddato ad aria da 800 cc risponde molto bene anche a bassi regimi, perché la sua resa è stata ottimizzata.
Cafè Racer si rivela precisissima nell’inserimento in curva, è una moto che mantiene tutto ciò che promette anche grazie all’ottima armonia tra il due cilindri e la calibratura delle marce, eccellente in scalata e nei raccordi tra curve e rettilinei.

Se proprio dobbiamo muoverle qualche appunto, riconosciamo che il vano sottosella è risicatissimo ed offre pochissimo spazio, anche se per sua natura questa Ducati Cafè Racer nasce per lo svago e non certo per lunghi viaggi: tutto è quindi compensato alla grande dal piacevole e gratificante sound del motore.
Solo gli specchietti, per la posizione alle estremità del manubrio, si rivelano un po’ scomodi e persino ingombranti, ed obbligano a girare troppo lo sguardo rispetto alla direzione di marcia.

È però in definitiva una moto unica e dall’inconfondibile brio!

 

Rinasce Scrambler, ma è artigianato firmato Borile

Negli anni ’70 c’era una Ducati che andava per la maggiore, una moto entrata nell’immaginario collettivo: parliamo della Scrambler, che con il suo motore monocilindrico ha fatto sognare e divertire un’intera generazione.

Tra tanti revival del passato, per il momento sembra che l’ora di Scrambler non sia ancora giunta, per cui ci ha pensato Umberto Borile, noto ed affermato artigiano della motocicletta che ama disegnare modelli al tecnigrafo e produrle in proprio, lavorandole a mano nella sua officina.
Ducati ha parzialmente collaborato, fornendo teste e cilindri provenienti dalla Monster, ma tutto il resto è opera di Borile, il quale ha lavorato su una moto prodotta in serie limitatissima, con un prezzo da collezionisti ed intenditori perché si aggira sui 13.000 euro.

La Borile Scrambler è, come l’originale, rigorosamente monocilindrica, con un motore 450 raffreddato ad aria, e ricalca ovviamente la sua antenata, per la gioia dei più nostalgici.