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L’omino Michelin compie 120 anni

C’è una curiosa storia dietro uno dei più antichi marchi registrati che si conoscano, e oggi presente tra le nostre pagine perché legato ovviamente al mondo dell’automobile.

Questo marchio compie in questo anno 2018 il suo compleanno numero 120, e nacque quando Éduard Michelin in visita all’Esposizione Universale di Lione del 1898 fu folgorato da una installazione, una pila di pneumatici. Il suo pensiero fu: “Se avesse un paio di braccia, sembrerebbe proprio un omino!”


A quel punto, l’artista Marius Rossillon, in arte “O’Galop”, diede forma a questa fantasiosa idea realizzando Bibendum, un personaggio che da allora accompagna le generazioni di guidatori in tutto il mondo al punto da essere riconosciuto dal Financial Times come “Miglior logo della storia”.

Il primo manifesto del quale fu protagonista l’omino tutto pieghe è assolutamente storico e straordinario, perché al personaggio è associato il celebre verso di un’Ode di Orazio, “Nunc est Bibendum” (per chi non mastichi un po’ di latino, “Ora si deve bere”) intendendo con questo slogan non un invito ad ubriacature moleste, poco compatibili con la guida, ma sottindendendo che i pneumatici Michelin “bevono” gli ostacoli.

Vi proponiamo a corredo dell’articolo proprio la versione originaria del primo manifesto… oltre all’evoluzione moderna di un personaggio diventato iconico e noto a livello planetario!

 

 

Breve guida alle forature

Forare una gomma è fortunatamente diventato un evento molto raro, che si verifica solo a causa di urti violenti o oggetti molto taglienti, ed in condizioni di usura o pressione non a norma.
Michelin stima che in Europa occidentale le forature siano nell’ordine di una ogni 75.000 km, eppure bisogna sempre tenersi pronti ad un evento del genere perché se non si hanno i giusti riflessi si può incorrere in brutti incidenti. È fondamentale restare in traiettoria e decelerare mantenendo nervi saldi, accostando con cautela sulla destra.

Vediamo a questo punto, scampato il pericolo, quali sono le possibili modalità di intervento, tutte da mettere in pratica dopo aver acceso le luci di emergenza ed aver indossato il giubbotto catarifrangente (ricordiamo che è obbligatorio averlo a bordo). Solo allora si può uscire dall’auto per posizionare il triangolo di emergenza, 150 metri prima di dove si è fermi, e mettersi all’opera.

La ruota di scorta

Se il vostro veicolo prevede la ruota di scorta, inserite la marcia dopo aver tirato il freno a mano, e sollevate il veicolo con il cric in dotazione. Vanno allentati i dadi che bloccano la ruota danneggiata prima di sollevare l’auto, e solo successivamente svitati del tutto. Si sostituisce la ruota e la si blocca con gli stessi dadi, avendo cura di provedere ad avvitarli “ad X“, serrandoli sempre in diagonale. Molto importante è, dopo aver abbassato il cric, dare un’ulteriore stretta ai dadi, e soprattutto, se si tratta del cosiddetto “ruotino“, non superare la velocità di 80 km/h e sostituirlo con la ruota standard appena possibile.

Il Kit

Molte tra le vetture più recenti hanno di serie un kit di riparazione, composto da una bomboletta e da un compressore. Basta collegare il sistema all’accendisigari (ecco spiegata la presenza di questa presa anche nel bagagliaio!) e gonfiare la gomma in 10 minuti. Naturalmente tale kit torna utile solo se il danno allo pneumatico non è ingente, e la gomma andrà sostituita alla più vicina officina trattandosi di una soluzione temporanea.

Ciò che è più importante è non perdere mai la calma ed affrontare l’inconveniente con una buona dose di pazienza, per non sottovalutare o trascurare nessun aspetto rischiando di compromettere la propria e l’altrui incolumità.