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L’ibrido di Toyota Auris continua a piacere

Con il modello Auris ed in particolare con la sua prima generazione, Toyota ha forse per la prima volta nella sua storia conosciuto una battuta di arresto: il veicolo non è piaciuto e non ha riscosso consensi. Del tutto diversi sono stati i risultati della sua seconda generazione, che è stata un eccellente avversario per la Golf, regina del segmento C, con ben 200mila immatricolazioni nella sola Europa.

C’è però un dato statistico relativo alle vendite di Auris che va decisamente in controtendenza rispetto alle consuete abitudini d’acquisto: il 60% di quelle immatricolate in Europa (e addirittura l’85% in Italia!) sono quelle con l’inconfondibile badge “hybrid“, ossia quelle spinte dal doppio motore, a benzina ed elettrico. Un dato sorprendente che galvanizza e premia il marchio che per primo, con la Prius, ha concretamente puntato sulla propulsione elettrica.

Auris
, con l’impennata delle vendite, ha meritato un sostanzioso restyling recentemente approdato nelle concessionarie: la sua tecnica complessiva è stata profondamente rivista, sia per accrescere il comfort di guida per esempio, con un riuscito intervento di insonorizzazione e con la ricalibrazione delle sospensioni e dello sterzo, sia per renderla una vettura ancora più sicura.
Spiccano infatti le telecamere ed i sensori del sistema Safety Sense, che frena per evitare collisioni, avvisa se non si mantiene la carreggiata, e riconosce la segnaletica.
Il tutto spinto, se si vuole essere tradizionalisti e rinunciare all’elettrico, anche dai soli motori diesel D-4D, con cilindrate 1.4 ed 1.6.

L’aerodinamica generale è davvero molto buona, così come la dinamica generale di un modello carico di certezze ed in grado di continuare a sfidare a viso aperto la Golf, e di incutere rispetto nelle altre concorrenti.